La grafia corretta è aeroporto, con una e tra la prima a e la r e una o tra la r e la p. Il fatto che si senta spesso dire areoporto – forma sempre sbagliata – è dovuto alla difficoltà di pronuncia dello iato ae, che prevede l’emissione della vocale a separata dalla e, non percepita come naturale.
Lo stesso tipo di errore si commette spesso anche quando ci riferiamo al velivolo, l’aeroplano: non sono pochi i casi in cui si sente dire areoplano, forma popolare tipica del parlato. Cerchiamo di fare chiarezza in modo da evitare inopportuni scivoloni linguistici sia nell’orale che nello scritto.
Innanzitutto è bene ricordare che la prima parte di entrambi i termini – aeroporto e aeroplano – è costituita dal prefisso aero-, ossia aria, particella che si trova in altri lemmi composti come ad esempio aerosol o aerostato.
Da aeroplano è nato poi un secondo prefisso – sempre aero- – utilizzato in riferimento al traffico aereo. Ed è questo quello impiegato nella parola aeroporto, definito dalla Treccani come vasto campo pianeggiante, attrezzato con piste di cemento per l’atterraggio e il decollo dei velivoli, munito di impianti di segnalazione (radio e luminosa), di aviorimesse, di depositi di carburante, di edifici per il transito dei passeggeri e lo smistamento delle merci: l’aeroporto è un porto per aeroplani, appunto.
Dovrebbe quindi esser chiaro, grazie all’etimologia, che il modo di scrivere corretto è quello che prevede il gruppo vocalico ae- a inizio parola e una semplice o dopo la r. Per memorizzare la giusta grafia riportiamo infine una serie di esempi in cui il vocabolo aeroporto è scritto correttamente.
Esempio 1: L’aeroporto di Torino ha cercato di riqualificarsi negli anni
Esempio 2: L’aeroporto militare Mario de Bernardi si trova nell’area metropolitana di Roma
Esempio 3: Gli idrovolanti non si servono di aeroporti per decollare e atterrare, bensì di idroscali
Esempio 4: Eliporti ed aeroporti hanno un’organizzazione totalmente diversa