La forma corretta è redigere, che significa “curare e scrivere un testo in qualità di redattore”. Il termine deriva infatti dal latino, nello specifico dal verbo transitivo della terza coniugazione redigo, redigis, redegi, redactŭm, redigĕre, dove la forma all’infinito si è mantenuta fino ai giorni nostri.
Allora da dove nascono i dubbi circa la giusta ortografia da adottare? La versione redarre, da considerarsi sempre scorretta, nasce dal modello di altri verbi simili come trarre e distrarre, tutti con participio passato in -atto: abbiamo redatto, ma anche tratto e distratto.
È proprio sulla scia del participio passato – redatto – che si modella la forma all’infinito – redarre – seguendo esattamente il modello di tratto e trarre, attratto e attrarre, distratto e distrarre. Non bisogna tuttavia compiere questo banale errore grammaticale e riflettere sempre sulla giusta ortografia a cui ricorrere quando dobbiamo usare l’infinito del verbo redigere.
Vediamo alcuni esempi per fissare la forma corretta.
Esempio 1: Redigere un testo senza errori non è cosa da tutti
Esempio 2: Devi imparare a redigere un testo in modo impeccabile se vuoi lavorare in casa editrice
Esempio 3: Tutti coloro che operano nel mondo della comunicazione sanno redigere contenuti in poco tempo
Scopri anche se si scrive scannerizzare o scandire.