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Proverbi

Il ventre non si sazia di parole

Il ventre non si sazia di parole è un antico proverbio italiano ancora oggi molto diffuso: la sua spiegazione e la sua origine

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Il proverbio “Il ventre non si sazia di parole” è uno dei tanti modi di dire italiani che fanno riferimento all’uso della parola. Si tratta di un detto molto antico, che affonda le sue radici addirittura nell’Antica Roma. In Italia, al giorno d’oggi, è conosciuto in varie versioni.

La spiegazione del proverbio

Il modo di dire “Il ventre non si sazia di parole” sta a significare che chi si limita a parlare e ancora parlare, senza mai passare all’azione vera e propria, è destinato a non ottenere risultati concreti e che quindi, con questo suo modo di fare, non riuscirà mai a guadagnarsi concretamente da vivere e a sostentarsi autonomamente.

L’utilizzo alternativo

Oltre che come incitamento a passare dalle parole ai fatti per raggiungere risultati concreti, il proverbio “Il ventre non si sazia di parole” è anche utilizzato in un’altra situazione. Nello specifico, questo modo di dire si usa per sottolineare e rimproverare l’atteggiamento di chi è solito promettere grandi cose ma poi, sistematicamente, non riesce a mantenere tutto quello che da lui stesso è stato promesso.

Altri proverbi simili

Abbiamo già accennato al fatto che il modo di dire “Il ventre non si sazia di parole” è conosciuto al giorno d’oggi in Italia in tante differenti versioni. La radice è comune e risale, come detto, all’Antica Roma e, nello specifico, all’espressione latina “Verba non implent marsupium“.

Partiamo da alcune versioni dialettali: in Campania si è soliti dire “E chiacchiere nun jéncheno ‘a panza“, cioè “Le chiacchiere non riempiono la pancia”. In Sicilia, invece, è diffuso il detto “I chiacchiri su chiacchiri, ma i maccarruna inchinu a panza“, ossia “Le chiacchiere sono chiacchiere ma i maccheroni riempiono la pancia”.

Due proverbi molto simili sono, per esempio, “Le parole non empiono il corpo” e “Le parole non empiono il sacco“. Sempre secondo la saggezza popolare, inoltre, “Le parole son pasto da libri“. Un altro detto recita: “Gran vanto e poco arrosto non riempiono la pancia“.

Leggermente diversi nella forma, ma ugualmente critici nei confronti di chi si limita a parlare, sono invece i detti “Le belle parole non condiscono le rape“, “A discorrer troppo si muore“, “L’eterno parlatore né ode né impara” e “In bocca chiusa non entran mosche“.

Significato

Limitarsi a parlare, parlare e ancora parlare, senza mai trasformare le parole in azioni concrete, non porta a raggiungere alcun risultato e, nello specifico, non permette e non permetterà mai a nessuno di arrivare a guadagnarsi da vivere. Questo è il significato del proverbio "Il ventre non si sazia di parole", che viene a volte utilizzato anche per rimproverare chi è abituato a promettere grandi cose e poi non le mantiene mai.

Origine

Il proverbio "Il ventre non si sazia di parole" risale all'Antica Roma e deriva dall'espressione latina "Verba non implent marsupium". Al giorno d'oggi, in Italia, è diffuso soprattutto in alcune particolari zone, come in Campania e Sicilia, dove il detto è tramandato nelle sue versioni dialettali "E chiacchiere nun jéncheno ‘a panza" e "I chiacchiri su chiacchiri, ma i maccarruna inchinu a panza".

Varianti

  • Campania: E chiacchiere nun jéncheno ‘a panza
  • Sicilia: I chiacchiri su chiacchiri, ma i maccarruna inchinu a panza