“La vita è breve e l’arte è lunga” è un antichissimo proverbio che affonda le sue radici nel mondo greco e che fa riferimento alla brevità della vita e alla fugacità del tempo. L’espressione fa parte di una frase più lunga, attribuita a Ippocrate di Coo, che recita: “Vita brevis, ars longa, occasio praeceps, experimentum periculosum, iudicium difficile”. Il significato di questo aforisma, nel corso del tempo, ha subito alcune variazioni.
La spiegazione della frase originaria di Ippocrate di Coo
Con la sua frase, Ippocrate di Coo, considerato il padre della medicina, intendeva dire che in ogni arte la vita di un uomo non è lunga abbastanza per arrivare a raggiungere la perfezione, che suppone l’esercizio progressivo di più generazioni. La metodologia ippocratea, del resto, è rigorosamente attenta a sottolineare l’importanza dello studio e la difficoltà dell’analisi diagnostica.
La citazione di Seneca e il “nuovo” significato
La frase di Ippocrate di Coo è citata dall’autore latino Seneca. Nel suo ‘De brevitate vitae’ si legge: “Inde illa maximi medicorum exclamatio est: ‘vitam brevem esse, longam artem'” (“Da ciò deriva quella celebre esclamazione del più grande dei medici: ‘la vita è breve, lunga l’arte'”). Seneca, nella sua citazione, adotta la figura retorica del chiasmo, sottolineando l’importanza dei due aggettivi. Non solo: Seneca, nel riprendere l’aforisma di Ippocrate di Coo, dà alla frase un significato più polemico, sostenendo che la brevità della vita umana è legata all’insensatezza dell’uomo stesso, che è solito disperdere il suo tempo in inutili occupazioni.
Altri proverbi simili
Il concetto della brevità della vita ricorre spesso nei proverbi italiani. Uno dei più celebri è “Chi ha tempo non aspetti tempo“, ma è possibile menzionare anche “Il perder tempo, a chi più sa, più spiace“, il detto di origine inglese “Se ami la vita non sprecare il tempo, è la stoffa di cui la vita è fatta” e il modo di dire popolare “Chi dorme non piglia pesci“, che fanno sempre riferimento all’abitudine dell’essere umano a disperdere il suo tempo.
Significato
Il significato originario della frase "La vita è breve e l'arte è lunga" faceva riferimento alla necessità di migliorarsi continuamente per arrivare a raggiungere la perfezione, un concetto adottabile in qualsiasi tipo di arte. La vita è breve, secondo Ippocrate di Coo, perché per raggiungere tale perfezione è necessario un esercizio che abbraccia più generazioni. Seneca, invece, sposta l'accento su un altro aspetto: la vita è breve perché l'essere umano è solito disperdere il suo tempo in operazioni inutili.
Origine
L'origine della frase "La vita è breve e l'arte è lunga" è attribuita a Ippocrate di Coo, il padre della medicina, che l'ha utilizzata in un suo aforisma ("La vita è breve, l'arte è lunga, l'occasione fuggevole, l'esperimento pericoloso, il giudizio difficile"). L'espressione è stata poi ripresa da Seneca, che nel suo 'De brevitate vitae', ha scritto: "Da ciò deriva quella celebre esclamazione del più grande dei medici: 'la vita è breve, lunga l'arte'"). Successivamente altri autori hanno citato la frase: tra questi vi sono Goethe (nel 'Faust') e Ugo Foscolo (nel suo sonetto 'A se stesso'). In Italia, inoltre, l'espressione originaria di Ippocrate di Coo sembra aver ispirato il proverbio abruzzese "L'arte s'ammale, ma n'n ze mòre".
Varianti
- Abruzzo: L'arte s'ammale, ma n'n ze mòre