Scrivere un riassunto Fonte foto: 123RF
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Come fare un riassunto: consigli, regole ed esempi

Consigli utili per scrivere un riassunto efficace, da poter usare a scuola o in ambito lavorativo: ecco cosa sapere

Luca Incoronato

Luca Incoronato

GIORNALISTA PUBBLICISTA E COPYWRITER

Giornalista pubblicista ed esperto Copywriter, amante della scrittura in tutti i suoi aspetti. Curioso per natura, adoro scoprire cose nuove e sperimentarle in prima persona. Non mi fermo mai alle apparenze, così come alla prima risposta, nel lavoro come nella vita.

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La capacità di realizzare un ottimo riassunto è utile tanto durante la fase degli studi, che sia al liceo o all’Università, che in ufficio per motivi di lavoro. Il bisogno di sintetizzare un ampio testo, il che è diverso dal prendere appunti, non ha fine una volta riposta la propria cartella scolastica. Per questo motivo riuscire a comprendere e far davvero propri gli strumenti chiave in questo campo è utile a qualsiasi età.

Come scrivere un riassunto efficace

Leggere un testo, così come un libro, e riuscire a riassumerlo può sembrare qualcosa di facile, quasi istintivo se si è compreso il significato delle parole stampate. Se abbiamo bisogno di un riassunto efficace e utile, però, occorre prestare attenzione e mettere in atto un vero e proprio metodo.

È vero che vi sono persone ben più predisposte di altre nel sintetizzare. Sono spesso in grado di farlo anche quando si ritrovano a raccontare una storia. Vanno dritte al punto, offrendo all’ascoltatore soltanto i dettagli di cui ha davvero bisogno per la comprensione finale. Detto questo, per evitare deviazioni inutili e di fatto replicare gran parte del testo nel proprio riassunto, basta seguire delle regole semplici, assimilarle e farle proprie.

Cos’è un riassunto

Partiamo dalle basi, così da evitare eventuali problematiche. Iniziamo con l’analizzare cosa sia un riassunto. Si tratta della completa rielaborazione di un ampio testo, proponendo nella nuova versione unicamente le informazioni che riteniamo essere cruciali. Tutto il superfluo deve sparire.

Chiunque abbia prestato un po’ d’attenzione tra i banchi avrà accumulato molta pratica in tal senso. Si tratta infatti di qualcosa che viene ripetuto costantemente a scuola e il motivo è presto spiegato. Dimostrare di poter riassumere un testo dimostra la piena comprensione dello stesso da parte dello studente. A ciò si aggiunge il fatto che la separazione dei vari elementi, cruciali e superflui, costringe a un’attenta analisi, il che offre un aiuto concreto nello studio. In molti preferiscono realizzare dei riassunti dei testi universitari, dedicando la prima fase della preparazione a quest’operazione, per poi studiare unicamente da questi fogli e non dai libri, avendo evidenziato ampiamente tutti i concetti chiave.

Scrivere un riassunto: consigli pratici

Scendendo nel dettaglio di come si faccia un riassunto efficace, occorre precisare come si debba utilizzare circa un terzo delle parole della fonte originale. Ogni studente dovrebbe esercitarsi in questa pratica, molto utile anche nel mondo reale, al di là dei banchi di scuola. Ecco delle indicazioni pratiche dalle quali partire:

  • Leggere attentamente il testo: questo passaggio può sembrare banale da sottolineare ma è importante specificare quanto sia cruciale leggere prestando attenzione al contenuto, senza ritrovarsi a sfogliare le pagine. Se la stanchezza prevale, meglio fermarsi e rinviare a un’altra fase della giornata. Mai limitarsi a una lettura sommaria, dal momento che il proprio riassunto ne risentirà enormemente. È inoltre possibile vi sia bisogno di una rilettura, se non totale almeno dei passaggi cruciali e maggiormente complessi;
  • Sottolineare ciò che conta: un aiuto rilevante nell’individuare le informazioni necessarie per la comprensione del testo è la sottolineatura. Per riuscire al meglio in quello che sembra un semplice passaggio, si può fare ricorso alla regola delle 5 W. Ciò vuol dire leggere e rispondere alle seguenti domande: chi, cosa, quando, dove e perché;
  • Divisione del testo: dopo aver letto attentamente e sottolineato il testo, si potrà suddividerlo in unità narrative minime, ovvero sequenze autonome sul fronte del contenuto. Utile anche dare un titolo a ogni sezione, generando così una struttura ben chiara.

Iniziamo il riassunto

Possiamo dire d’aver coperto ampiamente le basi per la spiegazione della realizzazione di un ottimo riassunto. Armarsi di carta e penna può essere utile per alcuni, dal momento che il loro processo mnemonico viene in qualche modo attivato nello scrivere di proprio pugno.

Si consiglia però di procedere battendo sulla tastiera di un computer per una questione di tempi. Che si tratti di un riassunto utile per il liceo, l’Università o il lavoro, farlo bene ma nel minore tempo possibile è sempre preferibile.

Come detto, sarebbe assurdo pensare che un riassunto possa avere circa le stesse dimensioni della fonte originale. Attestarsi su 1/3 è consigliabile.

Partiamo facendo riferimento sia a quanto sottolineato che quanto annotato a margine. Come indicato in precedenza, però, si consiglia di dare il via a questa parte dell’operazione soltanto dopo aver concluso la divisione in sequenze. Sarà infatti molto più semplice inserire delle pause, se necessario, durante la sintetizzazione. Basterà fermarsi al termine di una sequenza per essere certi di non star interrompendo l’esposizione di un concetto, fermandosi esattamente tra la fine di uno e l’inizio di un altro.

Può risultare utile realizzare una scaletta. Si consiglia di farlo per creare una sorta di scheletro del riassunto in questione. Se si decide di procedere in tal senso, il percorso sarà breve e semplice grazie a un’operazione svolta in precedenza. Parliamo della titolazione delle sequenze, che a grandi linee rappresentano i concetti chiave.

Passare dalla scaletta al riassunti vero e proprio vuol dire sviluppare i vari passaggi dello schema realizzato. Occorre però dare al testo una consequenzialità. Cosa vuol dire tutto questo? Si traduce nella necessità di seguire un filo logico, mettendo in connessione diverse parti del discorso. Per farlo si possono usare dei marcatori temporali, come in seguito, prima, poi o dopo, per fare degli esempi, ma anche dei connettivi, come preposizioni, congiunzioni e avverbi.

Creare un riassunto: cosa non dimenticare

Vi sono delle regole da tenere bene a mente per la corretta scrittura di un riassunto. Ecco quelle che consigliamo caldamente di seguire:

  • Addio al superfluo: l’obiettivo è quello di portare su carta o in digitale unicamente le sezioni essenziali di un testo. Per questo motivo dovremmo rinunciare ad aggettivi, esempi e incisi. Tre esempi di elementi del testo eliminabili, così come anche altri. Il fulcro del discorso è ciò che conta;
  • Preferire la forma indiretta: nel caso in cui il testo originario presenti sezioni di discorsi diretti, sarebbe preferibile convertirli in forma indiretta, al fine di ottenere maggiore fluidità nel riassunto e non spezzare la narrativa;
  • Sempre meglio parlare in terza persona;
  • Linguaggio semplice: utile per tendere una mano a se stesso, o per meglio dire alla versioni di noi che si ritroverà poi a dover studiare attraverso il nuovo blocco di testo creato. È preferibile evitare frasi troppo complesse e pensieri fin troppo arzigogolati, che possono avere un senso nel momento della scrittura e, al tempo stesso, risultare decisamente astrusi anche per chi li ha messi nero su bianco un mese dopo;
  • Scrivere frasi brevi: aiuta la comprensione e il processo mnemonico. Meglio optare per frasi che raggiungano al massimo 1 rigo e, se proprio necessario, 1 rigo e mezzo. Si tratta anche di un esercizio da attuare per altri tipi di testi. Frasi eccessivamente lunghe rendono più arduo il lavoro del lettore e meno diretto il messaggio che si intende trasmettere;
  • Tempi verbali: scrivere un riassunto non è un’azione da poter svolgere in automatico. Occorre concentrazione. Chi scrive deve avere il controllo sul materiale prodotto, il che si traduce anche nella linearità dei tempi verbali adoperati. Questi devono essere concordati, ovvero gli stessi per tutto il testo riassuntivo;
  • Opinioni personali: sempre meglio tenerle da parte in un riassunto. Non è il testo adatto a questo tipo di argomentazioni. Il giudizio di chi scrive non è utile a chi si ritroverà ad analizzare in seguito quanto prodotto, sia che il soggetto sia lo stesso, ovvero che il riassunto sia per uso personale, sia che si tratti di un’altra persona;
  • Controllo: il lavoro non termina con l’ultimo punto del riassunto. Questo dev’essere necessariamente riletto, andando a caccia di elementi differenti a seconda dell’utilità del testo. Se si tratta di un lavoro fatto per sé, al fine di aiutarsi nello studio per un esame universitario, qualche errore grammaticale potrebbe anche essere ignorato, dando priorità allo scorrimento fluido del pensiero espresso. Differente il discorso nel caso in cui tutto ciò serva in ambito lavorativo o debba essere presentato in classe come compito. Si dovrà non solo verificarne la fluidità, ma anche ogni possibile errore di grammatica e sintassi e l’eventuale presenza di tutti i passaggi cruciali.
  • Ordine cronologico: nuova sfumatura di un discorso già affrontato, quello del controllo sul testo. Non si può scrivere un riassunto in maniera distratta, senza avere una chiara idea di cosa sia stato prodotto in precedenza e dove ci si stia indirizzando. Importante dare un preciso ordine cronologico alle sequenze del proprio testo. In questo modo si crea un vero e proprio percorso narrativo, che va da un punto A a un punto Z, passando in rassegna, in ordine, tutte le altre lettere dell’alfabeto;
  • Citazioni: non vi trovano spazio, dal momento che vanno a interrompere la linea di pensiero espressa all’interno del riassunto, costringendo il lettore a memorizzare delle precise parole espresse da un soggetto. L’obiettivo è invece quello di far propri i concetti. Se una citazione risulta davvero utile, sarebbe preferibile assimilarla ed esprimerla con parole proprie, in forma indiretta, rendendo omogeneo il riassunto, senza ritrovarsi infine con delle sezioni che hanno poco a che fare con tutto il resto in termini di impostazione generale.