Come scrivere un testo argomentativo Fonte foto: 123RF
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Testo argomentativo: esempio, tracce e come si scrive

Tutto ciò che occorre sapere su come scrivere un testo argomentativo, dalla struttura al ragionamento, fino agli elementi da evitare

Luca Incoronato

Luca Incoronato

GIORNALISTA PUBBLICISTA E COPYWRITER

Giornalista pubblicista ed esperto Copywriter, amante della scrittura in tutti i suoi aspetti. Curioso per natura, adoro scoprire cose nuove e sperimentarle in prima persona. Non mi fermo mai alle apparenze, così come alla prima risposta, nel lavoro come nella vita.

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Prima di ragionare su esempi e guida alla scrittura di un testo argomentativo, è necessario comprendere a fondo di cosa si stia parlando. Una volta appresi i concetti base, passeremo a spiegare nel dettaglio tutto ciò che occorre sapere per portare a termine il compito ricevuto, che si tratti di un impegno lavorativo o scolastico. Quest’ultimo caso è senza dubbio il più comune nell’immaginario generale. Basti pensare alla prima prova dell’esame di maturità, con tracce generalmente legate all’attualità, oltre che a uno specifico aspetto del percorso di studi legato all’ambito letterario. Un chiaro esempio è un’argomentazione richiesta sul tema dell’immigrazione, tanto ampio e divisivo da offrire molto margine per un’analisi dettagliata. Di seguito troverete uno schema da seguire per poter esprimere al meglio il proprio pensiero.

Cos’è un testo argomentativo

Quando si parla di testo argomentativo si fa riferimento a una tipologia che mira a porre basi solide per sostenere una o più tesi dell’autore. Nel corpo, attraverso una precisa struttura, generalmente suddivisa in sezioni, si procede con l’esposizione di differenti argomentazioni, al fine di illustrare un quadro ben chiaro.

L’obiettivo non è far cambiare idea al lettore su un dato tema, o più di uno. Quello è compito della scrittura persuasiva. L’autore mira invece, attraverso un testo argomentativo, a giustificare la propria presa di posizione. Se la penso in un certo modo, è perché ho dalla mia le seguenti ragioni. Si potrebbe così riassumere, in breve, il dialogo immaginario tra le due parti.

Tutto ciò può essere perfettamente adattato al linguaggio orale. Le tecniche e strutture, che esplicheremo in seguito nel dettaglio, si ripetono esattamente nel discorso argomentativo, che è la forma predominante nei dibattiti, ad esempio. In un confronto si ha infatti la necessità di esporre con chiarezza la propria idea, argomentando tale posizione in maniera concreta, al fine di poter dimostrare la sostenibilità del suddetto pensiero.

Testo argomentativo: la struttura

È possibile arricchire un testo argomentativo quasi come si preferisce, aggiungendo magari tesi parallele ma strettamente connesse in un punto, utili a rafforzare l’idea di fondo che si vuole trasmettere. Si possono creare delle sezioni chiaramente parentetiche, da leggere unicamente nel caso in cui si voglia davvero approfondire un dato tema.

Si può anche optare per una forma decisamente poco consueta, offrendo due sintesi unite nella conclusione raggiunta e nel senso ultimo, ma non nell’ampiezza dei paragrafi adoperati per spiegarsi. Ciò vuol dire offrire a due tipi differenti di lettore ciò di cui hanno bisogno, un ragionamento conclusivo pienamente soddisfacente, in ogni punto e sfaccettatura, e un sunto bastevole per cogliere i punti cardine dell’argomentazione dibattuta.

Detto questo, però, vi è una struttura del testo argomentativo, tripartita, dalla quale non si può fuggire:

  • Esposizione della tesi: rappresenta il primo blocco di testo ed è senza dubbio il più importante. Esporre il proprio pensiero in maniera chiara è fondamentale per poter costruire l’intero ragionamento. Ci si trova a comporre il nucleo che fornisce il vero senso all’argomentazione;
  • Argomentazione: è la sezione più delicata delle tre, quella che ha come compito l’esposizione dei fatti, di quelle ragioni che hanno dato origine alla necessità di sviluppare questo testo da principio. Rappresenta, al tempo stesso, il blocco più "libero" del documento, dal momento che è possibile aggiungere tutto ciò che si reputa necessario a perorare la propria causa;
  • Conclusione: giunti all’ultimo blocco, non si richiede altro che una sintesi di quanto già detto. Importante che l’espressione sia intrigante, considerando come la sezione finale sia spesso quella che resta maggiormente impressa. Di vitale importanza per l’efficacia del testo argomentativo che la conclusione sia coerente con gli argomenti esposti in precedenza, trovando lo spunto giusto per innescare un processo mentale nel lettore, al fine di spingerlo ad adottare la stessa prospettiva dello scrivente.

Il ragionamento interno al testo

Sono differenti i tipi di approccio tra i quali scegliere in caso di testo argomentativo. Nel corso della prima stesura ci si ritroverà a ragionare sulle diverse tipologie di ragionamento da adottare, individuando quelle più adatte al caso:

  • Logico: esprimere chiaramente qualsiasi concetto si intenda trasmettere al lettore, assicurandosi che questi comprenda senza ostacoli quanto detto, nel pieno rispetto delle norme della logica;
  • Analogico: al fine di esporre la propria tesi o, più probabile, dibattere l’argomentazione, si procede con lo stabilire una somiglianza tra due persone, concetti o cose. Ciò al fine di dimostrare che quanto vale per l’uno, valga anche per l’altro;
  • Generalizzato: ragionamento tipico delle conclusioni del testo argomentativo, che mira a offrire una tesi comune a partire da casi simili a quello analizzato;
  • Sintomatico: stabilire l’esistenza di un determinato fenomeno a partire dall’analisi di svariati segnali;
  • Per causa: stabilire una chiara connessione causa-effetto tra due fatti incontrovertibili, a supporto della propria tesi o per "demolire" quella altrui.

Come scrivere un testo argomentativo

Approcciarsi alla stesura di un testo argomentativo vuol dire programmare attentamente cosa si andrà a scrivere, strutturando una scaletta. Questa consente di sfruttare a proprio vantaggio degli argini contenitivi, al fine di mantenere viva una logicità interna all’ampio ragionamento.

Si deve quindi inizialmente presentare in maniera adeguata l’argomento cardine, per poi esporre la tesi a fare della quale ci si sta esprimendo, senza timore di scendere nei dettagli, anzi. In questa terza fase, generalmente la più ampia e variegata, occorre evidenziare i più efficaci argomenti a favore della tesi.

Un certo spazio dev’essere garantito anche all’antitesi, al fine di dare valore alla propria presa di posizione. Per completezza d’informazione, a discrezione dell’autore, è possibile porsi dall’altra parte della barricata, offrendo al lettore anche quelli che sono gli argomenti a sostegno della tesi contraria alla propria.

La sezione finale di un testo argomentativo è infine dedicata tanto alla confutazione dell’antitesi, quanto alla riconferma, in maniera più breve e con uno stile differente e più intrigante, della propria idea cardine.

Un chiaro esempio di testo argomentativo viene offerto dal mondo dell’editoria. Parliamo dell’articolo di fondo (spesso indicato semplicemente come fondo), che offre l’interpretazione del direttore responsabile, espressa con dovizia di particolari, sul tema più rilevante della giornata.

Testo argomentativo: cosa fare ed evitare

Per quanto la stesura di un testo argomentativo consenta di esprimere un punto di vista soggettivo, vi sono degli elementi oggettivamente in favore di un buon argomento. Consigli da ricordare e mettere in pratica in ogni circostanza del genere. Al tempo stesso, restando in ambito meramente oggettivo, vi sono errori comuni da studiare, al fine di evitarli nell’ambito della propria esposizione.

Iniziamo con l’evidenziare ciò che non dovrebbe mai mancare nei vari step seguiti per strutturare un ottimo testo argomentativo. Al primo posto troviamo la coerenza. Questo tipo di scrittura non può essere di getto. Non si tratta di una lettera inviata a un amico. La prima bozza è di per sé frutto di uno studio e in seguito necessità d’essere riletta e modificata. Fondamentale non essere colti in fallo nella propria esposizione. Ciò vuol dire che in nessun caso le premesse debbano contraddire la conclusione raggiunta nell’ultima fase della propria struttura. Distogliendo lo sguardo dalla sintesi conclusiva, è bene sottolineare come si debba prestare attenzione, mettendosi ampiamente in dubbio, all’analisi delle tesi iniziali proposte. La loro forza evita che il ragionamento possa essere considerato fallato in origine.

Tale forza si lega al secondo concetto cruciale, la validità. Non tutto deve necessariamente trovare spazio nel documento redatto. Occorre dare la precedenza a ciò che è maggiormente rilevante. Tentare di inserire ogni tipo di tesi, per motivi spesso futili come il compiacere una data categoria, rischia di esporre il fianco ad attacchi da parte di un’eventuale controparte. L’argomentazione non deve mai mostrarsi debole. Non è quindi attraverso la scelta di argomenti allettanti che si tiene viva l’attenzione del lettore, bensì mostrandosi persuasivi, il che rappresenta il terzo consiglio da mettere in atto.

Si scelgono i giusti elementi per essere coerenti e validi, non per piacere al pubblico. Per riuscire ad ammaliarlo, aumentando le chance di fargli superare le sue convinzioni di base, è però giusto adoperare un linguaggio adeguato a un dato uditorio o lettore. Seguendo tali step, non si verrà mai colti in fallo ed essendo informativi, ecco l’ultimo suggerimento offerto, si avranno sempre basi solide. Si poggeranno così i piedi su dati utili a conferire autorevolezza alla tesi.

Passiamo quindi agli elementi da cui stare alla larga in un testo argomentativo. Partiamo da un tipo di esposizione debole, che dipende quasi esclusivamente dal proprio giudizio personale o quello altrui. I fatti sono l’unica cosa che può garantire basi solide e sostanza, evitando di incappare in facili contestazioni. In assenza di dati, infatti, ci si ritrova semplicemente a sostenere l’idea che ci appare più plausibile, a seconda del vissuto e di personali inclinazioni.

Generalizzare non è mai un’arma in favore della propria esposizione. Scendere nel dettaglio, sempre, dimostra quanto la materia sia stata studiata, in contrapposizione al comune errore di sfruttare la notorietà di un dato parlante esterno, espressosi in favore dello stesso argomento, come nucleo del ragionamento. Uno degli ambiti più scivolosi, in tal senso, è quello scientifico. Ciò può al massimo rappresentare un elemento accessorio, atto ad arricchire quanto esposto. Concludiamo evidenziando l’importanza di un attento studio della correlazione causa-effetto. Occorre valutare ogni aspetto possibile della materia trattata, assicurandosi che la motivazione addotta come scatenante non sia errata o soltanto parziale.