Il latte è un alimento base su cui gli scienziati dibattono molto spesso. C’è chi pensa che dovrebbe essere consumato solo dai bambini in crescita, mentre c’è chi pensa che un po’ di latte non faccia male a nessuno, data l’alta concentrazione di calcio e altre sostanze nutrienti.
Quando ti aggiri per il supermercato rimani sempre stupito dalla grande varietà di latte che c’è sullo scaffale: non solo marchi differenti, ma anche varie tipologie. Il latte fresco, quello a intero, parzialmente scremato e poi c’è il latte "a lunga conservazione", o "UHT". Cosa c’è dentro questo latte che lo fa durare di più, o cosa invece è stato tolto? Scoprilo con noi!
Il latte UHT, o a lunga conservazione
Il latte a lunga conservazione si chiama così perché viene sottoposto a un particolare trattamento termico, la "uperizzazione", o UHT, acronimo inglese di Ultra High Temperature. Sostanzialmente il latte viene fatto bollire a 140° per pochi secondi per poi essere subito raffreddato il più velocemente possibile. Questo processo elimina i batteri e protegge il latte da quel deperimento rapido a cui, a rigor di logica, dovrebbe essere soggetto.
Il latte UHT è "sterilizzato" e ottimo da tenere in frigo se non si è assidui consumatori di latte, ma si preferisce averlo in casa per qualsiasi evenienza, come ad esempio la preparazione di un piatto o un dessert last minute. In linea generale il latte UHT non ha un sapore particolarmente diverso da quello parzialmente scremato di qualità. Inoltre, se lo lasci ben chiuso e sigillato, il latte UHT dura fino a 12 settimane. Se aperto va invece consumato entro qualche giorno.
La vera differenza organolettica la puoi sentire, anche se non sei un esperto, con il latte intero appena munto, se decidi di andarlo ad acquistare direttamente da un allevatore. Cremosità e golosità assicurata dalle nostre care amiche mucche! Inoltre, il latte fresco è preferibile in quanto ricco di vitamine, essendo sottoposto solo al processo termico che conosciamo con il nome di "pastorizzazione". In questo caso il latte viene riscaldato tra i 70-75 gradi: la temperatura uccide la flora batterica patogena che potrebbe essere dannosa per il nostro corpo, senza però intaccare in alcun modo la completezza dell’alimento.
Che differenza c’è con il latte ad alta digeribilità?
Passando per le scansie del latte, ti sarai imbattuto anche nel latte ad "alta digeribilità". Secondo molti studi, infatti, l’essere umano è l’unico mammifero a consumare latte anche in età adulta, e nonostante i secoli di abitudine, il nostro corpo adulto ha ancora una capacità di digerirlo molto limitata.
Il latte ad alta digeribilità viene trattato con l’enzima lattasi, ovvero la proteina specificamente architettata dal nostro corpo per digerire il lattosio. Così questo non c’è più, è scomposto, e il nostro corpo si limita a incamerare gli zuccheri semplici di cui era composto senza dover procedere lui stesso alla scomposizione. Anche gli intolleranti possono assumere latte ad alta digeribilità, senza alcun problema! Inoltre, ti accorgerai che questo latte è anche un po’ più dolce di quello normale.