Tutti conoscono l’esistenza di un osso chiamato "sacro" e sanno, più o meno, indicare la sua posizione all’interno del corpo umano. In pochi, però, sanno da dove deriva questo nome così strano e misterioso. La sua origine, del resto, è molto dibattuta: sono tante, infatti, le teorie che tentano di spiegare perché l’osso sacro si chiama così.
Prima di approfondire l’origine di questo particolare nome, però, è necessario riepilogare brevemente le caratteristiche specifiche dell’osso sacro.
Cos’è l’osso sacro e dove si trova
L’osso sacro è un osso dalla caratteristica forma di piramide capovolta, appiattita in senso anteroposteriore e concava anteriormente, che si trova posizionato nel corpo umano tra le due ossa iliache, al di sotto delle vertebre lombari. È il penultimo tratto della colonna vertebrale e chiude posteriormente il bacino.
Per l’intera sua lunghezza, l’osso sacro è percorso dal cosiddetto canale sacrale, proseguimento del canale vertebrale. Proprio all’interno del canale sacrale è contenuta l’estremità inferiore delle meningi spinali e la parte terminale delle radici nervose, che formano la cauda equina. L’osso sacro presenta quattro fori (i fori sacrali anteriori e i fori sacrali posteriori), che danno passaggio ai nervi sacrali.
Come abbiamo appena evidenziato, dall’attributo "sacro" di questo osso prendono il nome anche altre aree del corpo. In anatomia topografica, si chiama infatti regione sacrale quell’area che che corrisponde alla porzione inferiore della colonna vertebrale e che è situata dorsalmente sulla linea mediana del corpo, confinando lateralmente con le regioni glutee. Anche il dolore localizzato in questa precisa regione del corpo umano prende il suo nome dall’attributo "sacro": si chiama, infatti, sacralgia.
L’origine del nome "osso sacro"
Abbiamo già avuto modo di sottolineare che sono diverse le teorie legate all’origine del nome "osso sacro". A questo proposito, è innanzitutto necessario chiarire che il nome in italiano deriva dal latino "os sacrum", a sua volta traduzione del greco "hierón ostéon".
La prima persona che utilizzò questo particolare termine (il greco "hierón ostéon") per indicare questo specifico osso è stato Ippocrate, ritenuto il "padre" della medicina intesa come disciplina e professione. La traduzione in "os sacrum" (e, da lì, in "osso sacro"), però, potrebbe essere frutto di un errore: "in greco, infatti, "hierón" significa anche "largo" e "grande", oltre che "sacro".
Secondo un’altra teoria legata all’origine del nome "osso sacro", esso farebbe riferimento al fatto che, nell’antichità, quando venivano offerti animali in sacrificio agli Dei, si donava solitamente proprio la parte corrispondente all’osso sacro, in quanto ritenuta la migliore per facilitare il favore della divinità.
Una credenza popolare e religiosa, invece, ha spiegato l’attributo "sacro" al fatto questo particolare osso rappresenta l’ultima parte del corpo umano a decomporsi dopo la morte e, allo stesso tempo, è anche la parte da cui nasce nuovamente il corpo con la resurrezione.
C’è, però, anche una spiegazione più semplice in grado, almeno potenzialmente, di spiegare perché l’osso sacro si chiama proprio così: quest’osso sarebbe sacro perché si trova a quello che è considerato il "tempio della vita" per eccellenza, cioè la zona degli organi genitali.