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Perché si dice “stare in campana”?

Stare in campana significa stare attenti, in guardia, fare attenzione più di quanto non si faccia normalmente. Da dove origina il detto?

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Ti viene detto "stai in campana" per notificarti che devi fare attenzione a qualcosa o qualcuno. Si tratta di un’espressione idiomatica che senti dire e usi, forse, sin da quando eri piccolo. Ma da cosa nasce? In pochi, infatti, conoscono l’origine di questo modo di dire!

Stai in campana!

Di tutti i modi di dire un po’ curiosi che abbiamo collezionato nella nostra affascinante lingua, non possiamo non menzionare "stare in campana". Lo avrai sentito da tua nonna, ma forse anche dai tuoi genitori in occasione di quel momento in cui dovevi attraversare la strada o magari allontanarti da casa per andare a giocare.

Stare in campana significa stare attenti, in guardia, fare attenzione più di quanto non si faccia normalmente. È un ammonimento bonario che solo in rari casi viene usato come minaccia. Si dice a qualcuno di stare in campana a fin di bene, perché teniamo al suo benessere e alla sua salute, e dunque vogliamo che se la cavi senza troppi problemi davanti a una situazione anomala o diversa dal solito.

Ora fermati un attimo a pensare: hai mai sentito l’espressione vivere sotto una campana di vetro? Bene. Da bambini ci viene detto di essere vigili e accorti in modo di ridurre al minimo la possibilità di incappare in rischi e pericoli. Il modo migliore per proteggersi da ogni possibile imprevisto sarebbe quello di mettersi letteralmente sotto una campana. E proprio da questa iconica immagine deriva la nascita del modo di dire.

Il suono della campana di permette inoltre di capire che ore sono in base ai rintocchi: sebbene oggi nessuno o quasi presti più attenzione alle campane, un tempo svolgevano anche un ruolo molto importante nella salvaguardia della comunità. Quando c’era un pericolo, infatti, le campane suonavano un ammonimento per avvisare tutti i cittadini di mettersi al sicuro. Da qui, e dalla formula precedente, l’origine dello "stare in campana". Insomma: le campane erano un richiamo all’attenzione pubblica su un pericolo imminente che avrebbe potuto abbattersi su tutti. Ecco perché, in sostanza, bisognava "stare attenti al suono della campana", per capire cosa avesse da dire e se stesse cercando di proteggerci.

Esiste poi un’altra teoria sulle origini di questa affermazione che vede invece quest’espressione derivare dal mondo del basket. In prossimità del canestro, c’è infatti disegnata sul campo una zona che ricorda la forma di una campana, considerata per i giocatori l’ultimo baluardo difensivo. Ecco perché "stare in campana" significa prestare attenzione a quello che si sta facendo per non commettere errori.

"Stai in campana" richiama dunque alla prudenza, ed è utilizzato a livello molto informale tra amici o rivolto a un figlio, o magari un nipote. Insomma: è molto probabile che una persona più esperta venga a dirti di stare in campana, mentre risulta assai più raro che un bambino lo dica a un adulto.

La lingua italiana è piena di questi modi di dire molto particolari, come ad esempio in bocca al lupo, fa un freddo cane o marinare la scuola. Ma adesso basta parlare a vanvera!