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Perché si può prevedere il clima?

Prevedere il clima è una grande sfida vinta dall'uomo: come funzionano le previsioni meteo e perché a volte sbagliano.

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Prevedere il clima è una fra le grandi sfide affrontate dall’uomo che sin dai tempi antichi ha cercato di capire in anticipo quale sarebbe stato il meteo. Oggi le moderne tecnologie ci consentono di realizzare delle previsioni meteorologiche altamente attendibili, ma che non sempre riescono a interpretare con largo anticipo i fenomeni che investiranno alcune aree della Terra.

Come si prevede il clima

La meteorologia moderna si basa su un concetto conosciuto come previsioni meteorologiche numeriche (ossia Numerical Wheater Prediction). In base a questo metodo, attraverso un complesso sistema di equazioni che tengono conto delle leggi della fisica, si possono simulare i processi atmosferici. Tutto ciò avviene grazie a una rete di punti di rilevamento posti in zone strategiche in cui vengono posizionati strumenti di rilevazione come igrometri, pluviometri, anemometri e termometri. In aria invece i dati vengono raccolti tramite i palloni-sonda o gli aerostati che misurano le condizioni atmosferiche sino a 20 km di altezza. I dati vengono poi elaborati da dei super-computer molto potenti. In Europa, ad esempio, per prevedere il clima ci si affida a Reading, un computer ultra moderno, situato in Inghilterra, che riesce a elaborare milioni di variabili in poche ore.

Perché le previsioni meteo sbagliano

Spesso ci lamentiamo del fatto che le previsioni meteo sbagliano, annunciandoci l’arrivo del sole quando invece non fa che piovere. Anche se rispetto al passato sono molto più attendibili, le previsioni hanno una attendibilità più elevata nei primi due giorni (pari al 70-80%). Nei giorni successivi la possibilità di sbagliare aumenta, così tanto che le previsioni a quattro giorni hanno un’affidabilità che è inferiore al 50%.

Questo perché super-computer e modelli sofisticati non sono sufficienti per evitare errori. La rete mondiale di stazioni meteorologiche infatti non copre alcune zone in cui le condizioni del tempo non vengono registrate. L’affidabilità delle previsioni infatti è legata strettamente alla qualità e alla quantità dei dati che vengono raccolti. Da loro dipenderà la precisione o meno del modello numerico. Nemmeno i satelliti riescono a risolvere il problema, perché le informazioni che raccolgono sono solamente delle stime. Inoltre dobbiamo considerare il fatto che l’atmosfera cambia rapidamente e che è quasi impossibile riuscire a trasmettere i dati con una tale velocità.

Come prevedere il clima da soli

Esistono moltissimi metodi per poter studiare i mutamenti climatici. Il più famoso è il metodo fenologico. Esso prevede l’osservazione del comportamento di animali e piante per capire come sarà il tempo. Gli esseri viventi infatti sono in grado di avvertire, con giorni d’anticipo, l’arrivo di un temporale o di una perturbazione. Fenomeni di questo tipo, non a caso, causano una emissione di onde radio che si può percepire a chilometri di distanza. Non solo: se osserviamo la data in cui entrano in letargo alcuni mammiferi, scopriremo la data di inizio dell’inverno, mentre il fischio di un merlo nei primi giorni di gennaio, indica che a febbraio e marzo il clima sarà mite. Per non parlare della fioritura di alcune piante che può segnalare l’anticipo o meno di una stagione.