All'università di Torino un corso sui Queer Studies: è polemica
Il nuovo corso interdisciplinare 'Queer Studies' di UniTo inizierà a breve, ma è già oggetto di polemiche: cosa si studia e come è strutturato
All’Università di Torino parte il primo corso interdisciplinare d’Italia sulla Teoria Queer. Si tratta dell’insegnamento ‘Queer Studies’ all’interno del corso Global Law and Transnational Legal Studies del Dipartimento di Giurisprudenza.
Vediamo in cosa consiste, come è organizzato questo nuovo corso (che è già stato oggetto di polemiche), e cosa viene dichiarato dal professore Antonio Vercellone, titolare di questo insegnamento, a proposito delle critiche.
- Il nuovo corso Queer Studies all'Università di Torino: cosa si studia e come è strutturato
- Critiche sul nuovo corso Queer Studies di UniTo: scoppia la polemica
- La risposta alle polemiche sul nuovo corso Queer Studies
Il nuovo corso Queer Studies all’Università di Torino: cosa si studia e come è strutturato
Nei ‘Queer Studies’ gli studenti approfondiranno la teoria queer e le diverse forme di discriminazione, passando per il poliamore e la genitorialità queer. Sono alcuni dei temi che verranno trattati durante il nuovo corso interdisciplinare della facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Torino, nato da un’idea del professore Antonio Vercellone, docente di diritto privato e titolare del corso.
Il corso ‘Queer Studies’ verrà inaugurato a febbraio e sarà in inglese. Ogni studente di UniTo potrà inserirlo nel proprio percorso di studi. In cattedra si succederanno accademici ma anche diverse personalità della società civile, laica e religiosa, come ha spiegato il professor Vercellone a ‘La Repubblica’: “Il corso sarà tenuto soprattutto da docenti, ma ci saranno persone da associazionismo e terzo settore, e professionisti, medici, psicologi, ministri di culto per affrontare le varie tematiche. Ad esempio Gian Luca Carrega, delegato del vescovo alla pastorale delle persone Lgbt”.
“L’idea è realizzare un laboratorio interdisciplinare, mettendo insieme molti dei numerosi studiosi che all’Università di Torino si sono occupati di questi temi”, ha aggiunto il docente di diritto privato.
L’idea di strutturare un corso specifico sulla teoria queer nasce dall’esigenza scollegarsi dalle ideologie politiche che tendono a non cogliere la complessità del tema da un punto di vista giuridico e scientifico. “In Italia in questo momento ci sono molte discussioni su questi temi, spesso cannibalizzate da logiche politiche di parte che rischiano di banalizzare e non far comprendere la complessità. Così vogliamo portarle a un livello alto, scientifico, per formare studenti che entrano nel mondo del lavoro, capaci di pensiero critico“, ha spiegato Vercellone, che ha aggiunto: “Abbiamo pensato di lasciarci contaminare in un contesto come Torino che sui diritti è all’avanguardia”.
Critiche sul nuovo corso Queer Studies di UniTo: scoppia la polemica
La scelta dell’Università di Torino di introdurre il corso interdisciplinare sulla teoria queer ha già fatto nascere le prime polemiche all’interno della maggioranza di governo.
Rossano Sasso, capogruppo leghista in commissione Scienza, Cultura e Istruzione alla Camera è tornato a criticare una presunta diffusione dell’ideologia gender nelle università, dopo la recente polemica sul corso di laurea in ‘Teoria queer e di genere’ della facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Sassari.
“E’ un nuovo caso di propaganda gender all’interno di un ateneo italiano”, ha dichiarato recentemente Sasso, raggiunto da ‘Il Fatto Quotidiano’. “Utilizzare il cavallo di troia della lotta alle discriminazioni per portare nelle facoltà e nelle scuole la propaganda ideologica della sinistra radicale LGBTQ+, non servirà a nascondere l’evidente volontà di indottrinamento dei più giovani che l’agenda arcobaleno vorrebbe imporre. L’ideologia gender esiste”, ha aggiunto il deputato leghista, che è stato anche il promotore della risoluzione contro l’educazione sessuale e affettiva nelle scuole approvata a settembre dalla commissione Cultura della Camera.
La risposta alle polemiche sul nuovo corso Queer Studies
Il professor Antonio Vercellone ha voluto chiarire alcuni aspetti fondamentali che riguardano il corso, cercando di mettere a tacere le polemiche sollevate da una parte del mondo politico italiano.
“In ateneo è stato accolto (ndr. il corso ‘Queer Studies’) con entusiasmo a tutti i livelli – ha dichiarato il docente a ‘La Repubblica’ -. Ma sono consapevole che potrebbero esserci proteste e non ho timore, anzi. Ognuno ha il diritto di manifestare la propria idea, ma andremo avanti con il percorso, serio e accademicamente alto. È il livello di dibattito in cui vogliamo stare. Non ci inseriremo nell’agone strumentalizzante e non ci faremo strumentalizzare”.
Inoltre, ha specificato la differenza tra teoria gender (che fa discutere nel dibattito politico e pubblico) e teoria queer (già studiata da diverse università dello Stivale): “La teoria del gender non ho capito cosa sia. Sono termini che non esistono nel dibattito accademico – ha spiegato Vercellone -. È un’etichetta vaga, usata per fini politici, che non ha un’identità specifica culturale“.
“Invece, la teoria queer si è sviluppata in modo transdisciplinare, e prova a vedere con approccio critico il rapporto che intercorre tra eteronormatività, ossia condotte normate dalla società, e pulsioni alternative. Studia come ciò possa essere affrontato in chiave inclusiva, anche a fronte di altre teorie su emarginazione, razziali, disabilità, povertà per elaborare teorie e pratiche contro visioni egemoniche e rendere il sistema socio-culturale più inclusivo“.
Nella precedente intervista de ‘Il Fatto Quotidiano’, il docente aveva dato ulteriori spiegazioni: “Il nostro corso, che è stato approvato nell’offerta didattica più di un anno fa, si inserisce nell’ambito di un dibattito accademico e scientifico consolidato da anni e sul tema dei ‘Queer Studies’. C’è una letteratura accademica internazionale. Noi ci occupiamo di questo. L’alto livello scientifico degli ospiti invitati a tenere le lezioni e dei temi trattati conferma questo approccio”.