Crepet: "Chi lo nega fa il furbo". L'attacco a genitori e scuola
"Chi lo nega fa il furbo": lo psichiatra Paolo Crepet torna a parlare di violenza giovanile, e lo fa con un attacco ai genitori (e alla scuola)
Paolo Crepet torna sul tema della violenza tra i giovani e lancia l’attacco contro genitori e scuola: “Chi lo nega fa il furbo”. Cosa ha detto lo psichiatra.
- Crepet attacca: “Chi lo nega fa il furbo”
- L’attacco di Crepet ai genitori (e alla scuola)
- Violenza tra i giovani: la soluzione (per Crepet)
Crepet attacca: “Chi lo nega fa il furbo”
“L’unica differenza che c’è tra i ragazzi di oggi e quelli di quarant’anni fa sono proprio i genitori e il loro modo di educare i figli. Non sopporto le mamme e i papà che dicono ‘Non capisco cosa sta succedendo al mio ragazzo’, perché mentono. Sanno benissimo cosa sta succedendo, ma non vogliono vedere”.
A parlare è lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet, che in un’intervista a ‘il Nord Est’ è intervenuto sul tema della violenza tra i giovani dopo l’ennesimo caso di cronaca con protagonisti ragazzi poco più che maggiorenni.
Secondo l’esperto, alla base del comportamento di questi giovani c’è la mancanza di educazione da parte, in primis, delle famiglie: “La colpa di tutto questo è dei genitori e chi lo nega fa il furbo“, ha detto Crepet. Che ha aggiunto: “Non serve mica andare da psicologi, psicanalisti e psichiatri, bisogna innanzitutto fare i genitori. Accampare scuse e fare sistematicamente ricadere le colpe sugli altri è un malcostume che non mi piace per nulla”.
L’attacco di Crepet ai genitori (e alla scuola)
I genitori di oggi, per lo psichiatra, concedono “troppo” ai loro figli e “li hanno confortati in ogni modo”. Poi, ha proseguito, “si stupiscono perché quegli stessi ragazzi si sentono i padroni della Terra” e “escono di casa pensando di poter fare quello che vogliono, senza subire conseguenze”.
Ma l’educazione dei giovani non è rimessa soltanto ai genitori. Ed ecco che Crepet critica anche la scuola, che “riflette la crisi della famiglia, e viceversa”.
Il sociologo ha anche parlato del rapporto studenti-insegnanti, sottolineando che se i ragazzi “non rispettano il prossimo per strada, non vedo perché dovrebbero rispettare un professore che li ‘punisce’ con un 4. Tanto più se i loro genitori, invece di parlarne con i figli, vanno a scuola a protestare con gli insegnanti”.
Violenza tra i giovani: la soluzione (per Crepet)
Per Paolo Crepet la soluzione è quella di “mettere delle regole quando i figli sono piccoli, non certo iniziare a farlo quando i ragazzi hanno già 18 anni”.
E dire ai propri figli che “quello che trovano in casa non è detto che sarà ereditato da loro”. Questa “è l’unica arma a nostra disposizione con ragazzi che pensano ai ‘soldi facili’ come certezza per il loro futuro”.
Secondo lo psichiatra “la paura” di padri e madri non deve scattare solo di fronte ai casi di cronaca più gravi: “I giornali sono pieni di episodi che, da soli, dovrebbero allarmare i genitori”, ha precisato.
Non solo. C’è anche “la quotidianità di tante famiglie, che non arriva alla cronache, ma che è affollata di casi del genere: madri e padri che non sanno dove trascorrono le giornate i loro figli, ragazzi che non sanno cosa vogliono dal loro futuro”. Questi “sono tutti campanelli d’allarme che non bisogna ignorare“, ha concluso Crepet.