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Leopardi Fonte foto: ANSA

Leopardi, il poeta dell'Infinito: cosa deve sapere uno studente

In onda su Rai 1 la serie evento 'Leopardi, il poeta dell'Infinito': cosa deve sapere uno studente sull'autore, dalla vita e le opere al suo pensiero

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Mercoledì 8 gennaio va in onda in prima serata su Rai 1 la seconda e ultima puntata della miniserie evento ‘Leopardi – Il poeta dell’Infinito‘. Sergio Rubini, alla sua prima regia televisiva, propone sul piccolo schermo la vita del genio letterario italiano. La storia si sviluppa partendo dalla morte di Leopardi, nel 1837. Il racconto è rimesso all’amico Antonio Ranieri, che ripercorre la vita del poeta dall’infanzia fino alla fuga dall’ambiente familiare, da bambino prodigio agli anni di ribellione adolescenziale, fino al riconoscimento come poeta e pensatore, tra amori impossibili, successi letterari e delusioni. Seguire questa serie è un ottimo modo per conoscere Giacomo Leopardi ed esplorare il suo pensiero, soprattutto per le ragazze ed i ragazzi che lo incontreranno nel loro percorso di studi o che lo hanno già studiato. Ecco cosa deve sapere uno studente.

Leopardi: la vita del poeta dell’Infinito

Conoscere Giacomo Leopardi, la sua vita, le sue opere ed il suo pensiero, può essere utile anche in vista dell’esame di Maturità 2025. L’autore, infatti, nonostante l’importanza della sua opera nella letteratura italiana e mondiale, non esce tra le tracce della prima prova dalla riforma Berlinguer (2000).

Giacomo Leopardi è ritenuto tra i maggiori poeti italiani dell’Ottocento e una delle più importanti figure della letteratura mondiale. Genio e dolore hanno sempre convissuto in lui, caratterizzando le sue opere e il suo pensiero letterario e filosofico.

Il poeta nacque il 29 giugno 1798 a Recanati, nello Stato pontificio (oggi in provincia di Macerata, nelle Marche), da una delle più nobili famiglie del paese.

Ricevette la prima educazione, come da tradizione familiare, da due precettori ecclesiastici, ma questo non gli impedì di intraprendere un suo percorso di studi personale avvalendosi, in primo luogo, della vasta biblioteca del padre, il conte Monaldo. Come lui stesso ammise, quelli dal 1809 al 1816 sono stati gli anni dedicati ad uno “studio matto e disperatissimo“. Imparò il latino, il greco, l’ebraico e altre lingue, nonché la filosofia, la matematica e l’astronomia.

Nel 1815-1816 Leopardi fu colpito da alcuni problemi di salute che lui stesso attribuì, almeno in parte, all’eccessivo studio, isolamento e immobilità in posizioni scomode nelle lunghe giornate passate nella biblioteca paterna. La solitudine di quegli anni di “studio matto e disperatissimo” alimentò il suo pensiero critico e la sua riflessione profonda sulla natura umana e l’esistenza.

Un peggioramento della sua salute lo costrinse ad ulteriori periodi di isolamento, durante i quali produsse alcune delle sue opere più toccanti. Inizialmente sostenitore del classicismo, si avvicinò poi alla sensibilità romantica, diventandone uno dei principali rappresentanti.

Da sempre desideroso di lasciare la sua Recanati, nel 1822 ottenne dai genitori il permesso di recarsi a Roma, dove rimase qualche mese ospite di uno zio. A Leopardi Roma apparve squallida e modesta al confronto con l’immagine idealizzata che si era prefigurato studiando i classici. Così, disilluso, fece ritorno nella sua città, che lasciò a più riprese per recarsi a Milano, Bologna, Firenze e Pisa. Infine raggiunse Napoli, dove morì il 14 giugno 1837 all’età di 39 anni.

Le opere di Giacomo Leopardi

Giacomo Leopardi ha lasciato un’eredità letteraria di inestimabile valore, caratterizzata da profonde riflessioni sulla natura umana, sul significato della vita e sulla sofferenza esistenziale.

La raccolta di poesie ‘Canti‘ è considerata il suo capolavoro indiscusso, dove affronta con profonda sensibilità il tema della solitudine, dell’infelicità e del desiderio irrealizzato. Tra le poesie presenti si ricordano, su tutte, ‘L’infinito, ‘Il passero solitario’, ‘Alla Luna‘, ‘A Silvia‘, ‘La quiete dopo la tempesta’ e ‘Il sabato del villaggio‘.

Un’altra opera fondamentale nella produzione leopardiana è lo ‘Zibaldone‘, un vasto diario di appunti, riflessioni e aforismi che l’autore compilò tra il 1817 e il 1832. Quest’opera, pubblicata postuma, offre al lettore un percorso attraverso la mente di Leopardi, e tocca argomenti che vanno dalla linguistica alla psicologia, dalla storia alla filosofia.

Le ‘Operette morali‘ rappresentano un altro pilastro nella produzione leopardiana. Si tratta di dialoghi e racconti in prosa che esplorano con spirito critico e talvolta cinico i grandi temi dell’esistenza, dalla ricerca della felicità alla natura del progresso umano.

Il pensiero di Leopardi: cosa sapere

Il pensiero di Leopardi si configura come una costante riflessione sulla natura umana e sull’esperienza dell’esistenza. Attraverso le sue opere, il poeta esprime una visione pessimistica della vita, caratterizzata da una continua ricerca di piacere e da una lotta perenne contro la sofferenza.

La sua riflessione filosofica esplora anche il concetto di infinito e l’idea dell’assenza di limiti nella natura umana. Questa visione alimenta la sua concezione pessimistica dell’esistenza, percependo l’infinito come un’illusione che amplifica solo il senso di inadeguatezza e di dolore.

I principi fondamentali del pensiero di Giacomo Leopardi possono essere riassunti nei seguenti concetti:

  • pessimismo cosmico: secondo lui la vita umana fosse intrinsecamente segnata dalla sofferenza e dall’insoddisfazione, in costante contrasto con le speranze e le aspirazioni dell’uomo;
  • riflessione sulla morte: considerava la morte come l’unico vero riposo dalla fatica e dalla sofferenza dell’esistenza umana;
  • inquietudine esistenziale: riteneva che l’inquietudine e la disperazione fossero due sentimenti insiti nell’esistenza umana;
  • critica alle illusioni: per il poeta le illusioni, come la fede nell’amore e nella gloria, sono fonti di delusione e infelicità perché non possono mai essere appagate pienamente.