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Littizzetto a Che Tempo Che Fa: bordate al ministro Valditara

Bordate a Valditara da parte di Luciana Littizzetto, che a 'Che tempo che fa' ha letto la sua 'letterina' indirizzata al ministro dell'Istruzione

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Luciana Littizzetto non si è risparmiata sulle critiche al ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. Vere e proprie bordate quelle che la comica torinese ha rivolto all’inquilino del dicastero della scuola nella sua consueta ‘letterina‘ letta a ‘Che tempo che fa‘, il programma del canale Nove condotto da Fabio Fazio. Ecco cosa ha detto.

Cosa ha detto Luciana Littizzetto su Valditara a ‘Che tempo che fa’

Dopo una prima parentesi ironica sul cognome Valditara, il 21 aprile Luciana Littizzetto ha iniziato la sua consueta ‘letterina’ della domenica a ‘Che tempo che fa’, rivolta questa volta al ministro dell’Istruzione e del Merito invocato come colui che “ritiene che l’umiliazione sia un fattore fondamentale per la crescita dei ragazzi”, sottolineando l’importanza della scuola. “Le scrivo da ex alunna ed ex insegnante – ha detto Littizzetto – e sono la prima a dire che il suo ministero dovrebbe avere il più alto budget di tutti”. E invece “la scuola per il nostro Paese non è una priorità, non lo è mai stata. Per missili, bombe e droni i soldi si trovano sempre, per la scuola misteriosamente spariscono”.

Dopo di che la comica torinese ha criticato l’annuncio del ministro Giuseppe Valditara sulla norma per vietare la chiusura delle scuole per le festività non riconosciute dallo Stato, come è successo all’Istituto comprensivo Iqbhal Masih di Pioltello (Milano). “Peccato, perché i presidi ed i prof lavorano ogni giorno per creare inclusione – ha proseguito Littizzetto -. D’altronde, l’autonomia scolastica a cosa serve se poi una scuola non può adattarsi alle esigenze dei ragazzi che la frequentano?”.

Luciana Littizzetto ha fatto poi riferimento alla proposta sul tetto agli studenti stranieri per classe. “L’unico tetto a cui dovete pensare è quello vero, quello delle scuole, che sono in totale degrado. E pure l’intonaco dei soffitti cade a pezzi”, ha affermato. Per poi aggiungere: “Anche se mettete il tetto, gli studenti stranieri ci sono lo stesso, non è che spariscono”.

Come sottolineato dalla comica, “nell’anno scolastico 21-22 gli studenti senza cittadinanza italiana erano 872.360, il 10,6% degli iscritti” nelle scuole italiane. “È quindi l’ora che il Parlamento si svegli e faccia questa benedetta legge per dare la cittadinanza italiana ai bambini nati e cresciuti in Italia“, ha detto Littizzetto riferendosi allo Ius soli. “È molto più importante creare un ponte tra le persone che un ponte sullo Stretto“.

La polemica del 2023 sulle parole di Luciana Littizzetto sulla scuola

Non è la prima volta che Luciana Littizzetto parla di scuola, anzi, è uno degli argomenti che maggiormente compaiono nei suoi monologhi. La comica piemontese ha infatti anche un passato da docente: ha insegnato musica alla scuola media Carlo Levi di Torino per 9 anni.

Ma le sue parole, anche sull’istruzione, hanno spesso generato bufere mediatiche. Tra le polemiche più celebri c’è quella scoppiata nel gennaio del 2023, quando Littizzetto aveva commentato un fatto di cronaca, una docente colpita da un alunno con una pistola ad aria compressa, alla trasmissione di Radio Deejay ‘La Bomba’.

Non esiste una classe ingovernabile, esistono dei professori molto bravi con i quali i ragazzi stabiliscono una relazione e altri con cui non ci riescono – aveva detto in quella occasione -. E non è solo colpa dei ragazzi, è anche proprio colpa del professore – aveva aggiunto -. È l’empatia, quel qualcosa che fa intuire ai ragazzi che proprio li ami, altrimenti non saresti lì perché ti piace stare con loro, sei interessato a ciò che pensano e sentono. Se riesci a creare questa sensazione, non ti sparano con la pistola ad aria compressa”.

“I ragazzi hanno sparato solo a una professoressa, non a tutti – aveva concluso Littizzetto a ‘La bomba’ -. Questo ci deve far riflettere, perché probabilmente non è riuscita ad entrare in sintonia con i ragazzi scatenando questa aggressività fuori luogo e da punire”.

Numerose erano state le reazioni di indignazione da parte di molti insegnanti da tutta Italia. I social erano inondati di commenti sulle parole espresse da Littizzetto a Radio Deejay. “Potrebbe/Dovrebbe semplicemente chiedere scusa. Le sue parole sono state un’offesa per tutta la categoria. I fatti sono ingiustificabili. Punto”, aveva scritto un utente. “Luciana hai sbagliato moltissimo. Utilizza la tua posizione e correggi il messaggio. Gli episodi di violenza contro gli insegnanti sono sempre in ascesa. Schierati con i docenti“, aveva aggiunto un altro.