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Maturità Fonte foto: ANSA

Maturità 2025, la seconda prova non ci sarà? Le ultime sull'esame

Sul web si parla di una possibile riforma della Maturità 2025: la seconda prova non ci sarà? Ecco le ultime indiscrezioni sull'esame di Stato

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Negli ultimi giorni è emersa sul web l’indiscrezione secondo cui il ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) starebbe pensando ad una riforma della Maturità 2025 che coinvolgerebbero anche la seconda prova. Ci sarà o no? Ecco le ultime sull’esame.

Ci sarà una riforma della Maturità 2025?

Sul web è apparsa la notizia di una possibile riforma dell’esame di Maturità 2025, anche se – precisiamo – non c’è ancora nessuna comunicazione ufficiale.

Secondo le indiscrezioni, le principali novità riguarderebbero la seconda prova scritta, che sarebbe abolita a livello nazionale e affidata ai singoli istituti, come successo nel 2022. In quell’occasione, complice ancora la fase post Covid, si decise di puntare su un esame ‘soft’. Il ministero dell’Istruzione aveva il compito di preparare la prima prova, ma lasciando la predisposizione del secondo scritto, quello sulle materie caratterizzanti dei vari indirizzi, alle sottocommissioni d’esame, per agevolare quanto più possibile gli studenti. Una formula, quella, che comunque reintroduceva diversi elementi di normalità rispetto al 2020 e al 2021 quando, con il solo ‘maxi orale’, l’esame di Stato venne ridotto all’osso.

Oltre all’abolizione della seconda prova nazionale, le indiscrezioni parlano di una possibile reintroduzione del tema di attualità nella prima prova e di un colloquio rinnovato. Inoltre, si dice anche che potrebbe essere dato più peso al percorso scolastico degli studenti nel triennio al fine della valutazione finale dell’esame.

Le date della Maturità 2025

Come detto, non c’è ancora nessuna comunicazione ufficiale da parte del ministero dell’Istruzione e del Merito di una riforma della Maturità 2025. Le uniche certezze, al momento, riguardano le date delle prove scritte e la riforma del voto in condotta, che ha apportato alcue modifiche sull’accesso all’esame di Stato oltre che sul credito scolastico, utile per la votazione finale.

L’ordinanza del MIM del 31 luglio 2024 ha stabilito, tra le altre cose, la data di svolgimento della prima prova scritta della Maturità: “L’esame di Stato conclusivo dei percorsi di studio di istruzione secondaria di secondo grado per l’anno scolastico 2024/2025 – ivi compresi i percorsi di secondo livello per gli adulti iscritti e frequentanti i suddetti percorsi – ha inizio, per l’intero territorio nazionale, con la prima prova scritta, il giorno 18 giugno 2025 alle ore 8.30. La prima prova scritta suppletiva si svolge il giorno 2 luglio 2025 alle ore 8.30″.

Se la prima prova, quella di italiano, si svolgerà mercoledì 18 giugno 2025, questo significa che la seconda prova della Maturità 2025 avrà luogo giovedì 19 giugno, ovvero il giorno dopo. Con molta probabilità, gli orali inizieranno il lunedì successivo agli scritti, il 23 giugno.

Riforma del voto in condotta e Maturità

Adesso vediamo cosa prevede la nuova legge sul voto in condotta per chi frequenta l’ultimo anno delle superiori.

In primo luogo, chi alla fine del quinto anno ha 5 in condotta non è ammesso alla Maturità. Come riporta la norma, infatti, “se la valutazione del comportamento è inferiore a sei decimi, il consiglio di classe delibera la non ammissione alla classe successiva o all’esame di Stato conclusivo del percorso di studi”.

Se invece la valutazione è pari a 6, lo studente è ammesso all’esame ma dovrà portare un elaborato che sarà discusso in sede della prova orale. “Nel caso di valutazione del comportamento pari a sei decimi – riporta la legge -, il consiglio di classe assegna un elaborato critico in materia di cittadinanza attiva e solidale da trattare in sede di colloquio dell’esame conclusivo del secondo ciclo”.

Inoltre si specifica che “l’attribuzione del voto di comportamento inferiore a sei decimi e la conseguente non ammissione alla classe successiva e all’esame di Stato avvengano anche a fronte di comportamenti che configurano mancanze disciplinari gravi e reiterate, anche con riferimento alle violazioni previste dal regolamento di istituto”.

Infine, è importante sapere che con la riforma il voto in condotta condiziona l’attribuzione del credito scolastico, utile per la votazione finale dell’esame. In base alla nuova legge, “il punteggio più alto nell’ambito della fascia di attribuzione del credito scolastico spettante sulla base della media dei voti riportata nello scrutinio finale può essere attribuito se il voto di comportamento assegnato è pari o superiore a nove decimi”.