
La fake news sulla Maturità 2025 smentita dal ministro Valditara
Qual è la fake news sull'esame di Maturità 2025 smentita dal ministro Valditara: la nota del ministero dell'Istruzione e del Merito sulla "bufala"
Il ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) ha dedicato una nota ad una “fake news” sulla Maturità 2025 che a suo avviso doveva essere smentita per “evitare inutili allarmismi”. Qual è la “bufala” di cui ha parlato il MIM.
- Il ministero e la "fake news smentita": di cosa si tratta
- La nota del MIM su voto in condotta e Maturità
- Quali sono i requisiti di ammissione alla Maturità 2025
Il ministero e la “fake news smentita”: di cosa si tratta
“Nessuna retromarcia su maturità. Fake news pubblicata su un sito”. Si intitola così la nota di chiarimento pubblicata il 9 aprile dal ministero dell’Istruzione e del Merito.
Nel testo si legge: “Si smentisce la ‘bufala’ riportata da un quotidiano online circa un presunto dietro front del Ministro sui requisiti di ammissione all’esame di maturità. La nota che viene citata, del direttore generale degli ordinamenti scolastici, ricorda semplicemente alle scuole (a seguito di alcune richieste di chiarimento) che le nuove disposizioni introdotte con la legge n. 150/2024 riguardano solo l’incidenza del voto di condotta ai fini dell’ammissione all’esame di Stato e non i requisiti di ammissione relativi alle materie. Questi ultimi sono e restano disciplinati dal decreto legislativo 62/2017, non modificato per questa parte dalle nuove disposizioni”.
Ma cosa è successo? Il 31 marzo il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha firmato l’ordinanza sullo svolgimento dell’esame di Stato 2025 in cui si scrive, tra le altre cose, che sono ammessi a sostenere l’esame di Stato gli studenti che riportano una “votazione non inferiore ai sei decimi in ciascuna disciplina o gruppo di discipline valutate con l’attribuzione di un unico voto secondo l’ordinamento vigente e un voto di comportamento non inferiore a sei decimi“.
Il 3 aprile il MIM ha diffuso una nota di chiarimento in merito all’ordinanza in cui si sottolinea che le nuove disposizioni della legge 150/2024, la cosiddetta riforma del voto in condotta, “sono intervenute esclusivamente sulla tematica della valutazione del comportamento in relazione agli scrutini e all’esame di Stato, senza riguardare in alcun modo le previsioni relative alla valutazione delle discipline ai fini dell’ammissione all’esame di Stato”, per le quali “restano ferme le disposizioni contenute nell’articolo 13, comma 2, lettera d), del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 62”
Per il quotidiano online finito del mirino del MIM la nota del 3 aprile ha rappresentato un “dietrofront” del ministero sui requisiti di ammissione alla Maturità 2025.
La nota del MIM su voto in condotta e Maturità
Il ministero dell’Istruzione ha pubblicato la nota 13946 del 3 aprile con l’obiettivo di fare chiarezza sui requisiti di ammissione all’esame di Maturità “con particolare riferimento alla valutazione delle discipline”.
Come spiegato dal MIM, per quanto riguarda i giudizi nelle materie, tutto resta invariato. La novità riguarda solo il voto in condotta introdotta dalla riforma approvata dalla Camera lo scorso settembre. Le nuove disposizioni della legge 150/2024 “sono intervenute esclusivamente sulla tematica della valutazione del comportamento in relazione agli scrutini e all’esame di Stato, senza riguardare in alcun modo le previsioni relative alla valutazione delle discipline ai fini dell’ammissione all’esame di Stato”.
Pertanto, prosegue la nota, “per quanto attiene alla valutazione delle discipline, restano ferme le disposizioni contenute nell’articolo 13, comma 2, lettera d), del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 62”. Ovvero, sono ammessi alla Maturità “i candidati interni che conseguano una votazione non inferiore ai sei decimi in ciascuna disciplina o gruppo di discipline valutate con l’attribuzione di un unico voto secondo l’ordinamento vigente e un voto di comportamento non inferiore a sei decimi“. Si aggiunge inoltre che “soltanto in caso di votazione inferiore a sei decimi in una disciplina o in un gruppo di discipline, il consiglio di classe possa deliberare, con adeguata motivazione, l’ammissione all’esame conclusivo del secondo ciclo”.
Quali sono i requisiti di ammissione alla Maturità 2025
Ma quali sono i requisiti di ammissione alla Maturità 2025? Per quanto riguarda il voto in condotta, come si legge sull’ordinanza 67 del MIM, “nel caso di valutazione del comportamento inferiore a sei decimi, il consiglio di classe delibera la non ammissione all’esame di Stato conclusivo del percorso di studi“.
Nel caso di valutazione del comportamento pari a sei decimi (se si ha 6 in condotta), invece, “il consiglio di classe assegna un elaborato critico in materia di cittadinanza attiva e solidale da trattare in sede di colloquio dell’esame conclusivo del secondo ciclo”. Si specifica che “la definizione della tematica oggetto dell’elaborato viene effettuata dal consiglio di classe nel corso dello scrutinio finale. L’assegnazione dell’elaborato ed eventuali altre indicazioni ritenute utili, anche in relazione a tempi e modalità di consegna, vengono comunicate al candidato entro il giorno successivo a quello in cui ha avuto luogo lo scrutinio stesso, tramite comunicazione nell’area riservata del registro elettronico, cui accede il singolo studente con le proprie credenziali”.
Tra le altre novità, lo svolgimento dei Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (Pcto, ex alternanza scuola-lavoro) torna ad essere un requisito d’ammissione all’esame di Stato. Era stato sospeso durante gli anni del Covid fino alla Maturità 2024 compresa.
Infine, come lo scorso anno, per accedere all’esame è necessario aver svolto le prove Invalsi e aver frequentato “almeno tre quarti del monte ore annuale personalizzato”.