Maturità, lettera di Mario Giordano a Valditara: il duro sfogo
Duro sfogo di Mario Giordano sul caso delle studentesse che hanno rinunciato all'orale della Maturità per protesta: la lettera al ministro Valditara
È al centro del dibattito pubblico il caso delle 3 studentesse di un liceo classico di Venezia che hanno deciso di non sostenere l’orale della Maturità per protestare contro le numerose insufficienze ricevute dalla classe alla seconda prova di greco. Sulla questione è intervenuto il giornalista Mario Giordano, che ha affidato ad una lettera indirizzata al ministro Giuseppe Valditara il suo duro sfogo sulla vicenda. Ecco cosa ha detto e come ha risposto il responsabile dell’Istruzione.
La lettera di Mario Giordano al ministro Valditara
La seconda prova è stata una vera e propria ‘carneficina‘ per la classe III A del Liceo classico Foscarini di Venezia: alla versione di greco ben 10 maturandi su 14 hanno preso un’insufficienza. Questi voti, definiti “offensivi”, “umilianti” e “ingiusti” dagli stessi studenti, hanno spinto 3 ragazze a rinunciare alla prova orale della Maturità. La loro protesta, un atto di “disobbedienza civile”, è salita agli onori delle cronache anche perché le giovani con le loro famiglie hanno fatto richiesta di accesso agli atti.
Durante il G7 di Trieste, il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha fatto sapere di aver incaricato il dicastero di verificare se vi fossero stati “errori o abusi da parte dei commissari”. Per questo, il direttore dell’Ufficio scolastico regionale ha avviato le indagini del caso, mandando gli ispettori al Liceo classico Foscarini per capire come sono andate effettivamente le cose.
Sulla vicenda, tra gli altri, è intervenuto il giornalista Mario Giordano, che ha scritto una dura lettera al ministro Valditara pubblicata su ‘La Verità’. Eccone uno stralcio.
“Le scrivo per sapere se nella scuola che lei ha in mente sia prevista la promozione per gli studenti che fanno scena muta agli esami. Mi domando se questo è il ‘merito’ che lei ha voluto addirittura inserire nel nome del suo ministero. E allo stesso tempo mi domando: se uno che fa scena muta passa l’esame senza problemi, che diavolo bisogna fare per farsi bocciare? Prendere a schiaffi i commissari? Bucare loro le ruote delle auto?”.
“La nostra scuola continua a cadere a pezzi. E, mi creda, cade a pezzi anche perché gli studenti possono permettersi di sfidare le commissioni d’esame senza essere puniti. Anzi, uscendone come delle vittime. O, peggio, degli eroi”.
Giordano ha poi specificato che la sua invettiva non è rivolta alle ragazze in questione: “Ci sta che a 18-19 anni ci si voglia ribellare. Ci sta la protesta eclatante. Chi ha sbagliato siete voi. La scuola. Lei che la guida. Che ha deciso di mandare gli ispettori a indagare sì, ma non sui ragazzi ma sui commissari d’esame”.
Per il giornalista lo “sbaglio” sta nel non aver “fatto capire loro che le regole si possono infrangere ma non impunemente. Che l’autorità (in questo caso il prof) si può contestare, ma pagando un prezzo”.
La risposta di Valditara
Il ministro Valditara ha replicato a Giordano con un’altra lettera, anch’essa pubblicata su ‘La Verità’.
“Non è vero che le studentesse non sono state ‘sanzionate’ per il loro comportamento agli orali, visto che sono state promosse con voti molto bassi rispetto al loro eccellente curriculum”, ha subito precisato Giuseppe Valditara, aggiungendo che “il ministro non ha il potere di modificare le decisioni della commissione d’esame, che è autonoma nei suoi giudizi”.
“Le candidate – ha proseguito – hanno denunciato un atteggiamento discriminatorio ai danni degli studenti della loro classe da parte di un commissario esterno in merito alla seconda prova scritta per una presunta rivalsa verso un collega interno della stessa commissione”. Per questo il ministero “ha qui la possibilità di fare chiarezza nell’interesse della serietà della scuola”. Perché, “se quelle insufficienze erano meritate, le accuse delle ragazze saranno pubblicamente sconfessate e chi si ritenesse offeso potrà tutelare la correttezza del suo agire”.
Se invece “ci sono stati abusi – ancora il ministro -, gli abusi non possono essere consentiti, perché la nostra è una scuola democratica dove il rispetto delle regole deve valere per gli studenti come per gli insegnanti e il futuro di un giovane non deve essere pregiudicato da beghe personali, quali quelle, stando ai racconti di cronaca, denunciate dalle ragazze”. L’ispezione in corso “servirà ad accertare il tutto”.