Mensa, fuori dalla scuola chi non paga: polemica a Ventimiglia
A Ventimiglia gli alunni che non sono in regola con i pagamenti della mensa dovranno uscire fuori dalla scuola: polemica per la lettera del Comune
A Ventimiglia (Imperia) le famiglie degli alunni che vogliono beneficiare della mensa scolastica hanno ricevuto una lettera dal Comune in cui si spiega che chi non paga, “oltre a non poter usufruire del servizio mensa, non potrà neppure permanere all’interno dell’edificio scolastico”. Dunque, i figli delle famiglie non in regola con i pagamenti dovranno uscire fuori dalla scuola. Anche perché, si legge ancora nella comunicazione, “è severamente vietato il consumo a scuola del pasto portato da casa”. Ed è scoppiata la polemica.
La lettera sulla mensa del Comune di Ventimiglia
A Ventimiglia, a partire da settembre, gli studenti delle scuole rischiano di essere esclusi dal servizio di mensa scolastica. Non solo, rischiano di essere mandati fuori dalla scuola durante l’orario di pranzo. Il Comune, guidato dal sindaco leghista Flavio Di Muro, ha recapitato alle famiglie una lettera in cui si spiega la procedura di iscrizione al nuovo portale online per la ristorazione scolastica.
Nella comunicazione, oltre a informare che il termine ultimo per poter effettuare la richiesta di attivazione del servizio è il 31 agosto, si specifica che “il completamento della procedura di iscrizione sarà subordinato alla regolarità dei pagamenti di tutti gli alunni del nucleo familiare (quindi il saldo dovrà essere positivo per tutti) altrimenti non sarà possibile usufruire del servizio”.
“Qualora entro il 31/08/2024 l’utente non avrà provveduto ad effettuare con successo la procedura richiesta sopra descritta sull’apposita piattaforma – si aggiunge -, il Comune ordinerà al gestore del servizio mensa di non procedere con la somministrazione del pasto all’utente medesimo a partire dal primo giorno di attivazione del servizio dell’anno scolastico 2024/2025“. Questo significa che, dal primo giorno di scuola, i figli di chi non si è registrato e non risulta in regola con i pagamenti devono tornare a pranzare a casa.
“In tal caso l’alunno – hanno puntualizzato dal Comune -, oltre a non poter usufruire del servizio mensa, non potrà neppure permanere all’interno dell’edificio scolastico. Si ricorda infatti che è severamente vietato da entrambi i comprensivi scolastici il consumo a scuola del pasto portato da casa, cosiddetto ‘pasto al sacco’”.
Infine, si sottolinea che per l’anno scolastico 2024/2025 “il costo unitario del pasto a carico dell’utente è confermato in 4,50 euro per tutti gli ordini di scuola”.
Scoppia la polemica: le reazioni
“L’azione dell’amministrazione è discriminante e illegittima”, ha commentato Matteo Viviano, presidente del Cogede Liguria e coordinatore ligure del Comitato Scuola e Costituzione, come riportato da ‘La Repubblica’. “La refezione – ha proseguito – è parte integrante dell’offerta formativa della scuola. Il Comune non può rivalersi sui bambini”. E ancora: “Speravamo che battaglie del genere non si dovessero più condurre. Ma tant’è, i Comuni quando devono far cassa la fanno con i soggetti più fragili”.
Secondo Viviano la lettera del Comune di Ventimiglia contiene gli estremi per un ricorso al Tar. Così ha invitato i genitori che hanno ricevuto la comunicazione a rivolgersi al provveditore scolastico regionale e provinciale, all’assessora regionale alla Scuola e al garante dell’Infanzia, chiedendo un “immediato intervento”.
A putare il dito contro il Comune è stato anche il consigliere regionale del Partito democratico Enrico Ioculano: “Cosa ne possono i bambini – ha detto il dem – se i genitori non pagano la mensa? Si rivalgono sugli studenti per le responsabilità delle madri e dei padri. Incredibile”. E ha concluso: “è un’amministrazione di incapaci di destra a cui il Twiga ha dato alla testa”.