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Bernini Fonte foto: ANSA

Nuovo accesso a Medicina è una "scempiaggine": attacco a Bernini

Per il medico psicoanalista Luciano Consolari, il nuovo accesso alla facoltà di Medicina è una "scempiaggine": l'attacco alla ministra Bernini

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

La riforma dell’accesso alla facoltà di Medicina, promossa dalla ministra dell’Università Anna Maria Bernini e approvata in via definitiva dalla Camera lo scorso 11 marzo, sta facendo molto discutere. Il medico psicanalista Luciano Consolari l’ha definita una “scempiaggine“. L’attacco dello specialista: ecco cosa ha detto.

Riforma Medicina: perché è una “scempiaggine” per Consolari

Sulle pagine de Il Fatto Quotidiano, il medico psicanalista Luciano Consolari ha lanciato un duro attacco alla nuova riforma del test di Medicina. “A mio avviso questa sperimentazione è una scempiaggine“, ha detto spiegando che a suo avviso la legge che modifica le modalità di accesso alle facoltà mediche ha tre “problemi” principali.

In primo luogo, “il confronto dei risultati fra le varie facoltà“. Consolari ha sottolineato che “il 30 e lode con un professore o in un certo ateneo non necessariamente corrisponde a quello con un altro professore in una diversa facoltà. Come si farà a stilare una graduatoria nazionale con dati così difformi?”.

Da qui si passa alla seconda criticità: “Mentre un quiz a risposta multipla ha una sua intrinseca oggettività, l’esame universitario è molto più aleatorio” visto che “è difficile definire con un singolo numero la complessità della preparazione di una persona”.

Ma l’argomento che lo rende “più contrario” al nuovo modello di selezione dei futuri medici è legato alle sue preoccupazioni sullo stato emotivo che potrebbero vivere gli studenti che non riescono a passare il semestre propedeutico. Come previsto dalla riforma, le cui specificità devono ancora essere definite da dei decreti attuativi, chi non riesce ad entrare nella graduatoria nazionale potrà utilizzare i crediti accumulati per proseguire gli studi in un’altra facoltà di area scientifica. “Partecipare al corso di Medicina da ottobre a dicembre per poi effettuare gli esami a febbraio e marzo è un grande sforzo che si carica di innumerevoli significati emotivi – ha affermato il dottor Consolari -. Immagino la frustrazione di chi si è impegnato e, solo perché ci sono pochi posti, non potrà entrare“. Dunque, ha aggiunto, “meglio era il sistema precedente che consentiva di sapere in anticipo se non potevi accedere”.

L’attacco a Bernini: “Medicina ridotta a esamificio”

Luciano Consolari ha poi rivolto un attacco diretto alla ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, che ha promosso la legge: “La ministra nelle sue dichiarazioni si esprime con una certa ambiguità, quasi come se con la sua riforma non esistesse più il numero chiuso all’accesso alla professione medica“.

Con questa riforma, per lo specialità, si tende a “ridurre la facoltà di Medicina a un esamificio“. Invece, ha osservato, “per preparare un medico non occorrono solo lezioni teoriche frontali, ma strutture ospedaliere nelle quali tutor qualificati assistano il giovane e lo seguano nel suo percorso di apprendimento”.

Le “conseguenze emotive” del nuovo accesso a Medicina

Infine, Consolari ha ribadito che la nuova modalità di accesso a Medicina non tiene in considerazione le “conseguenze emotive sull’autostima dei giovani“. Sul tema ha concluso: “In base alla mia esperienza clinica, ritengo che la ferita emotiva che si può creare in un giovane di fronte al fallimento di un progetto di vita su cui ha investito tempo, denaro, immagine sociale sia rilevante e determini grande sofferenza”.