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Paolo Crepet Fonte foto: IPA

Paolo Crepet arriva nelle scuole: che ruolo avrà lo psichiatra

Il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara ha annunciato che darà un ruolo al noto psichiatra Paolo Crepet: ecco cosa farà per le scuole

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Il noto psichiatra Paolo Crepet avrà un ruolo nel contrasto al bullismo a scuola. Lo ha annunciato il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.

Un nuovo incarico per Crepet: l’annuncio di Valditara

C’è questa idea di creare dei laboratori contro il bullismo, e posso anticipare che sarà nominato a presiedere questo tavolo il professor Crepet, con alcuni esperti di eccellenza. Tra l’altro, ci saranno anche i magistrati delle procure minorili”. Lo ha detto il ministro Giuseppe Valditara a margine della presentazione del suo libro al Festival delle idee di Mestre (Venezia).

Dunque il noto psichiatra Paolo Crepet, uno degli analisti più attenti alla condizione giovanile, presiederà un tavolo tecnico voluto dal ministero dell’Istruzione per organizzare attività di prevenzione nelle scuole sul fenomeno del bullismo e del cyberbullismo.

“Vogliamo affrontare a 360 gradi il tema della violenza e del rispetto, coinvolgendo anche i giovani attraverso questi laboratori”, ha aggiunto Valditara.

Il ministro è intervenuto sul tema del bullismo, annunciando il ruolo che sarà rivestito dal professor Crepet, durante il commento all’appello di Gino Cecchettin, che ha chiesto alle istituzioni di introdurre un’ora a settimana di educazione all’affettività nelle scuole italiane. Giuseppe Valditara ha risposto che il tutto è presente nelle linee guida sull’educazione civica, già approvate e inviate alle scuole, alle quali “tocca realizzare concretamente questa educazione al rispetto, in particolare nei confronti delle donne“.

Valditara si era già rivolto a Crepet

Non è la prima volta che Valditara interpella Crepet in tema di giovani e scuola. In un’intervista rilasciata lo scorso 5 novembre a ‘Il Corriere della Sera’, lo psichiatra ha raccontato che il ministro dell’Istruzione gli ha chiesto un parere sulle misure da mettere in campo per limitare l’uso di smartphone e social da parte dei più giovani.

Credo che i telefonini andrebbero vietati almeno fino a 12 anni. Su questo – ha detto Paolo Crepet – mi ha chiesto un parere anche il ministro dell’Istruzione Valditara. Sono d’accordo su tutta linea a una decisione di questo tipo“.

Il bullismo secondo Paolo Crepet

A fronte dei numerosi casi di violenza, sia fisica che verbale, a opera di giovani contro giovani nel contesto scolastico, il 16 ottobre scorso ‘Il Corriere della Sera’ ha pubblicato un’altra intervista a Paolo Crepet nella quale è stato affrontato il tema del bullismo.

Quanto alla diffusione del fenomeno, l’esperto ha chiarito che “non si tratta di un’epidemia, ma piuttosto di casi isolati che si ripetono”. Per questo “ogni episodio deve essere contestualizzato e analizzato singolarmente”.

Il bullismo, come il mobbing, è “una forma di violenza” che “esiste nella società da molto prima dell’era digitale“, ha detto lo psichiatra. Perciò “non siamo nuovi a situazioni in cui individui considerati più forti aggrediscono quelli più vulnerabili o in difficoltà”. Si tratta “di un fenomeno intrinsecamente umano, purtroppo”. A differenza del passato, però, “oggi, queste dinamiche sono ulteriormente complicate dalla presenza del digitale”, ha evidenziato Crepet.

Cosa fare di fronte ai fenomeni di bullismo o cyberbullismo? “È cruciale che la vittima si confidi con i genitori”, ha proseguito lo psichiatra. “Questi episodi avvengono spesso in modo silenzioso, sia nelle aule che nei luoghi di ritrovo dei ragazzi”. Per questo “è essenziale incoraggiare i giovani a parlare ogni volta che si sentono vittime di bullismo, affinché i genitori possano agire. Non bisogna pensare che, essendo accaduto una sola volta, non si ripeterà. Purtroppo, in molti casi accade il contrario”, ha concluso.