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Papa Francesco Fonte foto: ANSA

Perché il latino è importante per Papa Francesco: il messaggio

Perché il latino è importante secondo Papa Francesco: il messaggio del Santo Padre e la sua riflessione sulle messe celebrate in lingua antica

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Nei suoi 12 anni di pontificato, Papa Francesco ci ha lasciato importanti lezioni di vita, spesso indirizzate ai giovani. Tra queste, molte hanno riguardato la scuola, da lui vista come un luogo dove si impara ad aprire la mente e il cuore al mondo. Studiare è un percorso di crescita umana e spirituale che aiuta i ragazzi e le ragazze a “pensare bene, sentire bene e fare bene”, ha affermato il Santo Padre. In questo articolo parleremo del messaggio che nell’ottobre dello scorso anno ha inviato al cardinale José Tolentino de Mendonça, prefetto del dicastero per la Cultura e l’Educazione della Curia romana, sull’importanza del latino. Ecco cosa ha scritto.

Il messaggio di Papa Francesco sull’importanza del latino

Lunedì 21 aprile è morto Papa Francesco. Il Governo ha proclamato il lutto nazionale fino a sabato 26 aprile, quando verranno celebrati i funerali.

Papa Francesco non ci lascia solo un messaggio di pace e di uguaglianza, di rispetto e di impegno, ma anche di cultura. Durante il suo pontificato, ha sempre evidenziato l’importanza della scuola e della diffusione della conoscenza come mezzo per formare e aprile le menti. Per il Santo Padre anche il latino è molto importante, definendolo “un tesoro di sapere e di pensiero”, come ha scritto nel messaggio al cardinale José Tolentino de Mendonça in occasione del conferimento del Premio delle ‘Pontificie Accademie 2023’ alla Pontificia Academia Latinitatis.

Il messaggio del Papa sull’importanza del latino ha anticipato di qualche mese il dibattito che si è aperto aperto a inizio 2025 sull’insegnamento della materia già dalle medie dopo l’annuncio del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. L’insegnamento del latino a partire dalla secondaria di primo grado, infatti, è stato inserito nella bozza delle Indicazioni nazionali per la scuola.

Ma torniamo a Papa Francesco. Nel suo messaggio al cardinale, Bergoglio ha definito il latino “un tesoro di sapere e di pensiero, una chiave per accedere ai testi classici che hanno forgiato il nostro mondo“, come riportato da Aci Stampa.

Il Pontefice ha proseguito sottolineando che il latino “rappresenta le radici della civiltà occidentale e, in molti modi, la nostra stessa identità. È una lingua che abbraccia la filosofia, la scienza, l’arte e la politica, dimostrando così il suo valore intrinseco di strumento di riflessione e di dialogo, quanto mai necessario in un mondo frammentato come il nostro“.

Papa Francesco sulla messa in latino

Nonostante le sue parole sull’importanza del latino, Papa Francesco non ha mai fatto mistero di cosa pensasse sulle messe celebrate in lingua antica. Nel 2021 ha pubblicato il Motu proprio ‘Traditionis custodes’ che prevede una stretta sulle celebrazioni in latino, che possono essere autorizzate soltanto dai vescovi in casi particolari. Il motivo? “Perché non è sano che la liturgia si faccia ideologia”, ha spiegato il Pontefice nel suo libro ‘Spera. L’autobiografia”, pubblicato quest’anno.

La messa, a suo avviso, deve essere fruibile da tutti, e non può rimanere appannaggio solo degli uomini e delle donne di Chiesa. Per questo deve essere condotta in lingua moderna.

Bergoglio ha proseguito: “Non gusto della tradizione, ma ostentazione di clericalismo, che poi altro non è che la versione ecclesiale dell’individualismo. Non ritorno al sacro, tutt’altro, ma mondanità settaria”.

Nel suo libro, il Papa ha poi raccontato l’aneddoto di un cardinale statunitense che, di fronte a due giovani sacerdoti desiderosi di celebrare in latino, li ha esortati ad imparare le lingue dei migranti presenti nella loro diocesi perché “vi sarà molto utile per il vostro servizio”.

Il Santo Padre ha concluso: “La liturgia non può essere un rito fine a se stesso, avulso dalla pastorale. Né esercizio di uno spiritualismo astratto, avvolto in un fumoso senso del mistero. La liturgia è incontro, ed è ripartenza verso gli altri“.