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Prof Schettini e Vasco Rossi Fonte foto: ANSA

Prof Schettini va da Vasco Rossi, il "trucco" svelato al concerto

Prof Schettini è andato al concerto di Vasco Rossi e ha svelato il "trucco" usato dai tecnici per risolvere un problema di fisica: di cosa si tratta

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

I concerti negli stadi non sono solo grandi eventi ricchi di divertimento ed emozioni, ma anche laboratori di fisica a cielo aperto. Lo ha spiegato Vincenzo Schettini, prof de ‘La fisica che ci piace’, che ha raccontato le leggi della scienza dallo stadio Diego Armando Maradona, dove ha assistito al concerto di Vasco Rossi. Nella sua lezione speciale ha rivelato come l’ascolto della musica dal vivo sia profondamente influenzata da principi fisici. E ha svelato un “trucco” che i tecnici adottano per risolvere un “problema di fisica”.

La lezione sul suono e la luce di prof Schettini al concerto di Vasco Rossi

Assistere a un concerto di un’icona come Vasco Rossi in uno stadio affollato è un’esperienza multisensoriale che, come spiegato da Vincenzo Schettini in un video su Instagram, nasconde affascinanti dinamiche fisiche.

“Sono al concerto di Vasco Rossi – ha raccontato -. Siamo qua nello stadio Diego Armando Maradona e molto spesso quando veniamo negli stadi e ascoltiamo la musica c’è gente che sta qua – ha detto indicando il parterre -, e c’è gente che sta là dietro (ovvero sugli spalti). E qua la fisica ha un po’ di problemi”.

Il prof ha così dato inizio alla sua lezione. Il cuore del problema risiede nella differenza che c’è tra la velocità del suono e quella della luce. Il suono viaggia a una velocità relativamente “lenta”, poco più di 300 metri al secondo. La luce, al contrario, è molto più rapida, raggiungendo circa 300 milioni di metri al secondo. Questa disparità crea un “effetto strano” per gli spettatori più distanti dal palco, che seguono il concerto principalmente sui maxischermi.

Come ha evidenziato Schettini, questo significa che l’immagine di Vasco che canta, riprodotta sui maxischermi, raggiunge gli occhi degli spettatori quasi istantaneamente, data la velocità della luce. Il suono della sua voce, invece, impiega molto più tempo per percorrere la stessa distanza e arrivare alle orecchie del pubblico.

Il prof ha chiarito questo concetto con un esempio pratico: “Facendo qualche calcolo: se sei a 90 metri dal palco e vedi Vasco sul maxischermo, il video che vedi arriva oltre 1/4 di secondo prima rispetto a quello che ascolti“. Questo ritardo percettivo tra ciò che si vede e ciò che si sente genera un effetto di disallineamento, rendendo audio e video “fuori sincrono”, ha precisato.

Prof Schettini svela il “trucchetto” dei tecnici ai concerti

Come viene risolto questo disallineamento? Il professor Schettini ha svelato il “trucchetto” che i tecnici adottano nei concerti per garantire un’esperienza audio-visiva coerente alla maggior parte degli spettatori.

Il problema, come illustrato dal fisico, è che “sul suono tu non puoi fare niente: il suono prende, viaggia e va e ci mette un po’ a fare tutto questo pezzo”, ha affermato indicando l’ampiezza della platea di uno stadio. La soluzione, quindi, non può agire sul suono, ma sul video. Il video, infatti, “si può ritardare”, ha specificato il docente.

Per questo, “i tecnici fanno un lavoro di compromesso: vanno a mandare in ritardo il segnale dello schermo rispetto al suono – ha spiegato Schettini -. Quindi loro ritardano il video in modo da sincronizzare il suono, quindi la musica, e il video, cioè la luce, per chi è dietro, per chi è molto lontano”.

Detto in altre parole, i tecnici ritardano artificialmente il segnale che viene inviato ai maxischermi in modo tale che la musica (il suono) e il video (la luce) arrivano agli spettatori sugli spalti in modo simultaneo, creando l’illusione di una perfetta sincronizzazione.

“Però, per la stessa ragione, chi è vicino al palco, se guarda il maxischermo, vede Vasco fuori sincrono con l’audio”, ha aggiunto Schettini. Per il pubblico nel parterre o in prima fila, infatti, il suono del palco arriva quasi immediatamente, mentre il video sul maxischermo, essendo stato ritardato per il beneficio di chi è più lontano, apparirà leggermente in ritardo rispetto all’audio dal vivo.

Ma, ha ricordato il prof, i maxischermi “sono molto utili per chi è molto lontano. Per chi invece è vicino, il trucchetto non serve perché se lo guardano direttamente Vasco, davanti a loro”.

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