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insegnanti Fonte foto: iStock

Sanzioni a insegnanti: sindacati contro il Governo. La protesta

I sindacati bocciano il testo di Aran sulle multe e le sanzioni agli insegnanti e parte la protesta contro il Governo Meloni: cosa chiedono

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Sindacati all’attacco contro il Governo dopo che l’Aran, l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni, ha riproposto lo stesso testo su multe e sanzioni agli insegnanti già bocciato all’unanimità dai rappresentanti dei docenti. Ed è partita la protesta. Ecco cosa è successo.

Scontro tra sindacati e Governo per le sanzioni agli insegnanti

Il 14 maggio si è svolto l’incontro tra sindacati e Aran, l’agenzia incaricata di negoziare per conto del Governo, per discutere delle infrazioni disciplinari e delle tipologie di sanzione a carico degli insegnanti. La questione, infatti, non essendo stata trovata un’intesa tra i sindacati e l’agenzia nel luglio 2023 in occasione del rinnovo del contratto nazionale ‘Istruzione e Ricerca’ 2019/2021, era stata rinviata ad una specifica sessione negoziale.

Durante l’incontro del 14 maggio, l’Aran, nella sua introduzione, “è ripartita dal testo già presentato durante le trascorse trattative e che però non aveva riscosso il consenso della parte sindacale”, hanno spiegato dalla Flc Cgil. L’accordo non era stato raggiunto “dal momento che prevedeva un inasprimento del sistema delle sanzioni disciplinari” per i docenti, “in gran parte mutuato dal decreto legislativo 165/01 come modificato dal decreto Madia, che attribuisce ai dirigenti scolastici la possibilità di irrogare sanzioni fino a 10 giorni”. I sindacati hanno lamentato il fatto che si tratterebbe di un unicum all’interno della Pubblica amministrazione, dove questi tipi di provvedimenti sono “di competenza dell’Ufficio per i procedimenti disciplinari (UPD), che nel caso della scuola dovrebbe corrispondere all’Ufficio scolastico regionale“, hanno spiegato dalla Flc Cgil.

Non solo, nel testo consegnato da Aran ai sindacati è prevista anche “la multa di importo pari a 4 ore di retribuzione”, circa 80 euro, per “condotte non conformi a principi di correttezza verso superiori o altri dipendenti o nei confronti degli utenti o terzi o comunque nei confronti di genitori e delle studentesse e degli studenti” o per “insufficiente rendimento nell’assolvimento dei compiti assegnati”.

Per tutti questi motivi i rappresentanti degli insegnanti chiedono al Governo che venga modificata la legge.

La protesta dei sindacati: le parole della segretaria della Flc Cgil

Gianna Fracassi, segretaria generale della Flc Cgil, ha ribadito “l’impossibilità di condividere la proposta presentata dall’Aran che riconosce al dirigente scolastico il potere di comminare ai docenti la sanzione della sospensione dal servizio fino a 10 giorni”. Per la sindacalista “si tratta di una evidente disparità di trattamento rispetto a tutto il restante personale della Pubblica amministrazione, dove le infrazioni punibili con la sanzione della sospensione fino a 10 giorni è di competenza dell’Ufficio per i procedimenti disciplinari, che nel caso della scuola dovrebbe corrispondere all’Ufficio scolastico regionale”.

“È infatti necessario, specie per le sanzioni più gravi, che sia garantita la terzietà del giudizio disciplinare – ha puntualizzato Fracassi -, prevedendo il giusto distanziamento tra l’organo giudicante e il luogo di lavoro in cui opera il dipendente”.

La responsabilità in materia disciplinare posta in capo ai dirigenti scolastici “è stata introdotta dal decreto Madia, ma fin quando non sarà regolata in sede contrattuale non potrà essere applicata al personale docente come ripetutamente affermato dalla giurisprudenza – ha proseguito la sindacalista -. È questo il motivo per cui, fin quando non sarà modificata la norma, per la Flc Cgil non sarà possibile regolare questa materia per via contrattuale consentendo un peggioramento del sistema sanzionatorio del personale docente”.

Inoltre, per i docenti “si pone l’ulteriore esigenza di tutelare la libertà di insegnamento come previsto dalla Costituzione”. Per il sindacato, “occorre pertanto prevedere un apposito organismo di garanzia che tuteli i docenti nei confronti di azioni disciplinari che non dovessero limitarsi ad accertare le condotte antidoverose, ma dovessero interferire anche nell’autonoma attività didattica compromettendo l’esercizio della libertà di insegnamento”.

Le ultime sanzioni disciplinari agli insegnanti che hanno fatto discutere

La questione delle sanzioni disciplinari a carico dei docenti arriva in un momento molto caldo. L’insegnate e scrittore Christian Raimo, ha ricevuto un provvedimento disciplinare per aver criticato sui social il ministro Giuseppe Valditara. Per il 21 maggio è attesa la sua udienza all’Ufficio scolastico regionale del Lazio.

Nel frattempo, la professoressa Donatella Di Cesare, docente di Filosofia teoretica all’Università La Sapienza di Roma, è stata assolta dopo la querela del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida.