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Sciopero scuola Fonte foto: iStock

Sciopero scuola oggi 31 ottobre: tutti i motivi della protesta

Oggi, giovedì 31 dicembre, è giorno di sciopero a scuola, con manifestazioni e flash mob in 40 città d'Italia: tutti i motivi della protesta

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Oggi, giovedì 31 ottobre, la scuola si mobilita per una giornata di protesta con manifestazioni, presidi e flash mob in 40 città italiane. Lo sciopero, indetto da Flc Cgil e a cui aderiscono Fisi e Cub Sur, da Cib Unicobas e Unicobas Scuola e Università, riguarda il personale di tutti i comparti dell’istruzione: scuola, università, enti di ricerca, accademie, conservatori e istituti Aninsei (Associazione nazionale istituti non statali di educazione e di istruzione). Ecco tutti i motivi della protesta.

Le ragioni dello sciopero a scuola

“Un contratto giusto e un lavoro stabile” sono tra le principali motivazioni alla base della protesta dei lavoratori del comparto dell’istruzione di oggi. Gianna Fracassi, segretaria generale di Flc Cgil, a ‘Adnkronos’ ha spiegato che “la legge di Bilancio, presentata in Parlamento nei giorni scorsi, di fatto non prevede risorse aggiuntive per i rinnovi contrattuali 2022-2024“. Da questo, ha proseguito, “ne deriva che per il personale dei settori del comparto ‘Istruzione e ricerca’ i finanziamenti disponibili restano quelli già previsti che consentano di coprire appena 1/3 dell’inflazione del triennio (cioè aumenti del 5,78% a fronte del 18% circa di inflazione)”.

Per quanto riguarda la scuola “si procede con un taglio secco – ha continuato la segretaria -. Ciò comporta una riduzione drastica della dotazione organica: 5.660 di docenti dell’organico dell’autonomia e 2.174 unità di personale Ata, una riduzione che andrà a peggiorare le già gravi condizioni in cui si svolgono le attività scuola“. E questo in un contesto, quello scolastico, dove “vi sono oltre 250mila precari“.

Fracassi ha anche parlato della Carta del docente, che ha generato non poche polemiche per l’esclusione degli insegnanti precari. Con la legge di Bilancio, ha spiegato, il bonus “viene esteso anche al personale supplente annuale con nomina al 31 agosto, escludendo gli oltre 140mila docenti precari con nomina al 30 giugno”. Inoltre, ancora la sindacalista, “il beneficio, oggi pari a 500 euro annui, potrà essere ridotto annualmente sulla base del numero dei docenti e delle risorse”.

La segretaria ha fatto riferimento anche al fondo da 122 milioni “destinato genericamente e fumosamente alla ‘valorizzazione del sistema scolastico’ e nella piena disponibilità del ministro”. E ha aggiunto: “Non si comprende perché tale cifra non sia stata collocata nel Fondo per il miglioramento dell’offerta formativa, ampiamente tagliato in questi anni, per compensare il lavoro aggiuntivo del personale docente e per sanare l’incomprensibile esclusione del personale Ata”.

“Il personale – ha concluso Fracassi – non può essere umiliato con aumenti risibili e assenza di prospettive per il precariato”.

La protesta delle università

La segretaria della Flc Cgil ha anche parlato delle ragioni dello sciopero del mondo universitario. Con la legge di Bilancio, ha spiegato, “viene imposto un taglio lineare del 25% del turn-over a tutte le amministrazioni pubbliche. Questo riguarderà in particolare l’università, la ricerca e l’Alta formazione artistica e musicale con buona pace dei migliaia di precari che rischiano di non vedere prospettive di stabilizzazione”.

Come spiegato dal sindacato, “per l’università servono più risorse per garantire un sistema pubblico di qualità in tutto il Paese, per investire sul personale e superare definitivamente il precariato, per garantire un reale diritto allo studio“.

Per questo, la Flc Cgil con la protesta rivendica:

  • uno stanziamento per il rinnovo del CCNL 2022-2024 “che copra la perdita del potere di acquisto dei salari“;
  • il recupero del taglio operato per il 2024 al Fondo di Finanziamento Ordinario, “che è stato di 530 milioni di euro, e che mette a repentaglio la sostenibilità finanziaria di diversi atenei, la tenuta del sistema universitario nel suo complesso già fortemente sottofinanziato, le retribuzioni del personale”;
  • un piano straordinario di reclutamento “che porti il rapporto tra il personale e il numero degli studenti almeno al livello della media dei paesi della Ue”;
  • un pre-ruolo “che riconosca una equa retribuzione e diritti per i lavoratori precari”;
  • il recupero del taglio e l’incremento ulteriore del fondo per la valorizzazione professionale del personale tecnico amministrativo, “oggi con la retribuzione media più bassa del pubblico impiego”;
  • il riconoscimento, “ai sensi della sentenza della corte di giustizia europea, della giusta retribuzione e della ricostruzione di carriera per gli ex lettori e per un finanziamento che consenta per via contrattuale la stessa soluzione per il personale CEL (collaboratori ed esperti linguistici)”.