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Criticò Valditara: provvedimento disciplinare per Christian Raimo

Il professore e scrittore Christian Raimo ha ricevuto un provvedimento disciplinare per le critiche al ministro Giuseppe Valditara: cosa aveva detto

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

L’insegnante e scrittore Christian Raimo, candidato alle Elezioni europee con Alleanza Verdi Sinistra, ha ricevuto un provvedimento disciplinare per aver criticato il ministro Giuseppe Valditara. Ecco cosa gli è stato contestato.

Provvedimento disciplinare per Chistian Raimo: la sua reazione

Si può criticare un ministro?“, ha scritto Christian Raimo sulla sua pagina Facebook raccontando di aver ricevuto un provvedimento disciplinare “perché avrei violato il codice etico” per aver “criticato Valditara e offeso la reputazione del ministro”.

“Il 21 maggio ho un’udienza all’Ufficio scolastico regionale del Lazio”, ha spiegato. Dopo di che ha citato le parole di Donatella Di Cesare, docente dell’Università La Sapienza prosciolta dopo essere stata querelata dal ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida: “Non sono solo. Per fortuna ci sono sindacati, la solidarietà di tante colleghe e colleghi”. “Purtroppo – ha concluso l’insegnante su Facebook – sanzioni, querele, provvedimenti disciplinari sono il modus operandi di un governo sempre più illiberale e antidemocratico”.

Cosa ha detto Raimo contro Valditara

Le parole ‘incriminate’ di Raimo contro il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara risalgono ad un post pubblicato su Facebook dall’insegnate il 6 aprile 2024. Il contenuto faceva riferimento ad un’altra questione che ha visto il professore al centro delle polemiche avendo dichiarato in diretta tv: “I neonazisti vanno picchiati”. In questo post il professore, oltre a chiarire la sua posizione, lamentava il silenzio del ministro Valditara per le minacce subite in quei giorni di bufera mediatica.

Nel dettaglio, Christian Raimo aveva scritto: “Il ministro Valditara mostra quanto rischia di diventare violenta l’autorità, ma diciamo anche il potere, quando non ha autorevolezza né capacità di ascolto e di dialettica. Per le dichiarazioni che ho fatto in trasmissione – e non a scuola, ovviamente – ho ricevuto violente dichiarazioni minatorie di parlamentari leghisti e di Fratelli d’Italia. E striscioni di minacce di gruppi ultras neonazisti e gruppi di studenti di organizzazioni neofasciste con altri striscioni sotto scuola, tutti a volto coperto. Anche se famigliari, amici, colleghi, compagni, avvocati insistono che dovrei esserlo, io non sono preoccupato per le minacce personali, ma per il gioco democratico e il senso delle istituzioni”.

E ancora: “Un ministro dovrebbe difendere tout-court un docente minacciato da gruppi neonazisti invece di avviare un approfondimento interno, e invece finisce proprio per accodarsi agli striscioni intimidatori, e lasciare che gli uffici scolastici regionali vengano usati in modo esattamente contrario alla loro funzione; non prendere parola invece quando davvero la violenza fisica viene esercitata sulla comunità scolastica, come è accaduto a Pisa poco più di un mese fa”.

Il post di Raimo si concludeva con l’invito al ministro Valditara alla manifestazione del 25 aprile a Milano, così “magari discuteremo dal vivo, da educatori, anche lui insegna e sa sicuramente riconoscere le virtù dell’elenchos socratico”.

Cosa viene contestato a Raimo

Tecnicamente, nel provvedimento disciplinare contro Raimo vengono contestate violazioni del Codice etico dei dipendenti pubblici, con riferimento a 2 articoli in particolare, il 10 e l’11-ter, come riportato da ‘Il Corriere della Sera’.

Nel dettaglio, l’articolo 10 recita: “Nei rapporti privati, comprese le relazioni extralavorative con pubblici ufficiali nell’esercizio delle loro funzioni, il dipendente non sfrutta, né menziona la posizione che ricopre nell’amministrazione per ottenere utilità che non gli spettino e non assume nessun altro comportamento che possa nuocere all’immagine dell’amministrazione”.

Mentre all’articolo 11-ter si legge: “Con riferimento all’utilizzo dei mezzi di informazione e dei social-media, inoltre, dispone che in ogni caso il dipendente è tenuto ad astenersi da qualsiasi intervento o commento che possa nuocere al prestigio, al decoro o all’immagine dell’amministrazione di appartenenza o della pubblica amministrazione in generale”.