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Antonio Scurati al centro di un caso, lo sfogo sugli insegnanti

Antonio Scurati e il suo monologo sul 25 aprile sono al centro delle polemiche: chi è e cosa ha detto lo scrittore sugli insegnanti in Italia

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Il monologo di Antonio Scurati sul 25 aprile è al centro delle polemiche: dopo lo stop della Rai, c’è chi ha gridato alla censura ed è scoppiato un caso. Ma chi è Antonio Scurati e cosa ha detto sugli insegnantisconfitti” dagli influencer?

Caso Scurati in Rai: cosa è successo

Tutto è iniziato la mattina del 20 aprile, quando la giornalista Serena Bortone ha pubblicato un post sul suo profilo Instagram spiegando di aver appreso “casualmente” che “il contratto di Scurati era stato annullato” e che il suo monologo sul 25 aprile, previsto per la stessa sera nel programma da lei condotto su Rai 3, ‘Chesarà‘, non sarebbe andato in onda. Il motivo? La giornalista ha raccontato su Instagram che “questa spiegazione non sono riuscita a ottenerla nemmeno io”. La polemica è così scoppiata velocemente.

La stessa Serena Bortone, in serata, ha poi letto il monologo di Antonio Scurati durante la sua trasmissione.

Nel suo ‘assolo’ sulla Festa della Liberazione, Scurati accusava la premier Giorgia Meloni di non aver mai ripudiato “nel suo insieme l’esperienza fascista”. L’opposizione e numerosi intellettuali hanno subito gridato alla censura, mentre la Rai si è difesa parlando di “questione economica e contrattuale” legata alla partecipazione di Antonio Scurati a ‘Chesarà’.

Sulla questione è intervenuta anche la stessa presidente del Consiglio Meloni, che sul suo profilo Facebook ha pubblicato il monologo di Antonio Scurati con una premessa in cui si legge: “In un’Italia piena di problemi – ha scritto la premier -, anche oggi la sinistra sta montando un caso. Stavolta è per una presunta censura a un monologo di Scurati per celebrare il 25 aprile. La sinistra grida al regime, la Rai risponde di essersi semplicemente rifiutata di pagare 1800 euro (lo stipendio mensile di molti dipendenti) per un minuto di monologo”.

“Non so quale sia la verità – ancora Giorgia Meloni -, ma pubblico tranquillamente io il testo del monologo (che spero di non dover pagare) per due ragioni: 1) perché chi è sempre stato ostracizzato e censurato dal servizio pubblico non chiederà mai la censura di nessuno. Neanche di chi pensa che si debba pagare la propria propaganda contro il governo con i soldi dei cittadini; 2) perché gli italiani possano giudicarne liberamente il contenuto”, ha concluso la presidente del Consiglio prima di incollare il testo di Scurati.

Gli insegnanti e gli influencer: l’appello di Scurati

A febbraio, ‘La Repubblica’ aveva pubblicato un editoriale di Antonio Scurati sul ruolo degli insegnanti e il loro “declino sociale”.

“Se, nei decenni della contestazione giovanile, il prestigio – dell’insegnante – fu intaccato da ragioni politico-ideologiche, nei decenni successivi è precipitato per motivi socio-economici”, scriveva Scurati. “I professori italiani, com’è noto, sono tra i peggio pagati d’Europa (al 31esimo posto, davanti solo a Portogallo e Grecia) e, purtroppo, i figli della nostra società, nella quale il culto del denaro cresce in misura proporzionalmente inversa alla distribuzione della ricchezza, li disprezzano per le utilitarie con cui si recano al lavoro“.

“L’impoverimento economico non basterebbe, però, da solo a causare il declino sociale del ceto insegnante – aveva spiegato Scurati -. Oggi è l’intera società che sembra remare contro la scuola“. Innanzitutto, “a desautorare gli insegnanti, esponendoli inermi alla proterva aggressività giovanile, contribuisce il populismo estetico“.

E “da quando gli influencer sono diventati enormemente più influenti degli insegnanti, al populismo estetico si aggiunge, poi, quello sociale. Non c’è, infatti, tema rilevante che non venga, oramai, accaparrato da queste nuove figure il cui scopo prevalente, e spesso unico, è l’autopromozione ottenuta usurpando l’autorevolezza che un tempo fu della scuola, della cultura, della scienza (e della politica)”.

Da qui il suo appello: “Se vogliamo che i nostri ragazzi rispettino i loro insegnanti, dobbiamo rispettarli per primi noi adulti. Quanti di voi, in tutta onestà, potrebbero oggi affermare di apprezzare, rispettare e onorare il lavoro oscuro e luminoso, malpagato e prezioso, svolto ogni giorno nelle nostre scuole da un esercito di insegnanti inviati sciaguratamente a combattere su posizioni perdute?”, aveva concluso Antonio Scurati.

Chi è Antonio Scurati

Antonio Scurati è uno scrittore, giornalista e insegnante nato a Napoli il 25 giugno del 1969. Docente di Letterature comparate e di Scrittura creativa all’Università IULM di Milano, collabora con diversi quotidiani e riviste, tra cui ‘Il Corriere della Sera’, ‘Internazionale’ e ‘La Stampa’.

Scurati è diventato noto al grande pubblico con il suo libro, pubblicato nel 2018, ‘M. Il figlio del secolo‘, primo volume di una trilogia dedicata a Benito Mussolini e al fascismo, seguito da ‘M. L’uomo della provvidenza’ nel 2020 e da ‘M. Gli ultimi giorni dell’Europa’ nel 2022. Con questo romanzo, tradotto in 40 Paesi, Antonio Scurati ha vinto il Premio Strega nel 2019.