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Strage Paderno Dugnano Fonte foto: ANSA

Strage Paderno Dugnano e malessere dei giovani: allarme della pm

Dopo la Strage di Paderno Dugnano, dove un 17enne ha ucciso la sua famiglia, la pm ha lanciato l'allarme sul malessere dei giovani: cosa ha detto

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Durante la conferenza stampa sulla Strage di Paderno Dugnano (Milano), dove un ragazzo di 17anni ha ucciso padre, madre e fratello di 12 anni, la pm che si sta occupando del caso, Sabrina Ditaranto, ha lanciato l’allarme sul malessere dei giovani.

L’allarme sul malessere giovanile

“Osservo che i giovani manifestano spesso un malessere importante, soprattutto negli aspetti che riguardano la socialità“. Lo ha detto la pm della Procura della Repubblica per i minorenni, Sabrina Ditaranto, durante la conferenza stampa al Comando provinciale di Milano dei Carabinieri sulla strage famigliare avvenuta nella notte tra il 31 agosto e l’1 settembre a Paderno Dugnano, per la quale è stato arrestato un 17enne. Il ragazzo ha confessato di aver ucciso il fratellino di 12 anni, la madre e il padre.

Questo disagio è in aumento – ha proseguito la pubblico ministero -, e purtroppo possiamo fare molto poco, perché i giovani non possono rivolgersi autonomamente ad un consulto psichiatrico o psicologico. In difetto di una autorizzazione dei genitori, non possono accedere alle cure di professionisti in grado di ascoltarli”. E questo “li rende ancora più soli nel loro malessere”.

Giovani e genitori di oggi

Questa strage familiare “è solo una storia limite”, ma “tanti sono i delitti che si consumano tra le mura domestiche e testimoniano il costante malessere di una generazione che fatica a trovare la strada“, ha scritto in un articolo pubblicato su ‘MessiaToday’ lo psicoterapeuta Angelo Fabio Costantino.

I ragazzi di oggi “non sono molto diversi da come eravamo noi”, ha proseguito Costantino. “Hanno le stesse istanze evolutive da risolvere, hanno le stesse esigenze, ci chiedono le stesse cose. La verità è che siamo cambiati noi“, ha aggiunto lo psicoterapeuta. “Abbiamo trasformato i nostri figli nei nostri specchi”, e “se i nostri figli sono i nostri specchi, loro non esistono più, sono solo il nostro riflesso”.

I giovani di oggi “soffrono perché come genitori siamo ‘evaporati’ – ancora l’esperto -, siamo privi di consistenza, incapaci d’intercettare il loro disagio che viviamo purtroppo solo come il nostro fallimento”.

E allora, cosa fare? Per lo psicoterapeuta Angelo Fabio Costantino “bisogna ripensare totalmente la politica sanitaria nel nostro paese che dovrebbe avere il coraggio di investire sulla salute mentale dei giovani e dei cittadini”. E poi è fondamentale ripensare la scuola, “il nostro primo presidio”. Servono “investimenti seri che vedano sempre più psicologi che lavorano fianco a fianco con gli insegnanti per intercettare il disagio al suo esordio“.

“Un disagio diffuso e poco ascoltato”

Sulla stessa linea anche David Lazzari, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi (Cnop), intervistato da ‘Adnkronos Salute’, che ha parlato di un “disagio dei nostri giovani che vediamo dappertutto intorno a noi ma sul quale si investe molto poco, basti pensare alla psicologia nella scuola che è ancora un miraggio“.

“Quando il disagio è così diffuso e così poco ascoltato – ha proseguito lo psicologo – può capitare che qualcuno arrivi a gesti estremi, contro se stesso (il suicidio è la seconda causa di morte tra i giovani) o contro altre persone, a cominciare paradossalmente da quelle più vicine”. Ovviamente “sono questi gesti che spaventano e allarmano, ed è giusto cercare di capire, ma se vogliamo fare qualcosa dobbiamo dare risposte al di là dei singoli tragici casi“, ha concluso David Lazzari.