Salta al contenuto
Paolo Crepet Fonte foto: IPA

Caso Paderno Dugnano, Crepet propone la scuola dai 5 ai 18 anni

Dopo il caso di Paderno Dugnano (Milano), dove un 17enne ha ucciso la famiglia, Crepet propone la scuola dai 5 ai 18 anni: le parole dello psichiatra

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Il noto psichiatra, sociologo e scrittore Paolo Crepet è intervenuto sul caso di cronaca nera avvenuto nella notte tra il 31 agosto e l’1 settembre a Paderno Dugnano (Milano), dove un 17enne ha ucciso padre, madre e fratello di 12 anni. Durate un’intervista, l’esperto ha parlato anche dei problemi che riguardano la scuola, avanzando la proposta di iniziare le elementari a 5 anni e concludere le superiori a 18.

La proposta di Crepet sulla scuola

A Paderno Dugnano un adolescente di 17 anni ha ucciso tutta la sua famiglia con un coltello. Sulla strage del milanese è intervenuto Paolo Crepet in un’intervista a ‘Il Messaggero’. Lo psichiatra ha iniziato il suo ragionamento affermando che la famiglia, intesa nel senso sociologico di nucleo sociale, sta andando “in frantumi”. Per questo, “purtroppo, la vicenda di Paderno Dugnano non deve sorprendere”, ha detto il professore.

Dire che la famiglia è in “disfacimento” significa che “non c’è più una regola”, ha spiegato Crepet. E questo accade perché “non parliamo più. Abbiamo scambiato i soldi con le parole”. Una volta “si parlava e non c’erano i soldi”. Oggi “ci sono i soldi ma non si parla più”. Nell’Italia contemporanea “un padre non sa cosa fa il proprio figlio di 14 anni, non sa quanti shot stia bevendo, non sa se consuma cocaina, non sa se fa sesso con una 13enne”.

Il problema, ha continuato Paolo Crepet, è che “i genitori italiani sono troppo protettivi nel momento in cui non dovrebbero esserlo“. Per esempio, “sono protettivi per la scuola“, dove invece per lo psichiatra sarebbe necessario lasciare il proprio figlio o figlia “di fronte alle sue responsabilità”.

E la scuola va cambiata “in maniera rivoluzionaria” perché “non funziona nulla”, ha proseguito Crepet. “Prima di tutto bisogna cominciare a 5 anni e non a 6, finire a 18 e non a 19 – ha spiegato -. Bisogna rimettere i voti come si è sempre fatto“. Inoltre, “bisogna avere la scuola a tempo pieno e dare più soldi agli insegnanti“.

Il rapporto tra genitori e figli oggi secondo Crepet

Paolo Crepet ha poi affrontato più da vicino il tema della relazione tra genitori e figli. “Farsi la foto con un figlio è semplice, fare il genitore è più complicato – ha dichiarato -. Dirgli ‘se vai in motorino senza casco la prossima volta il motorino non lo vedi più’ è più complicato. E allora meglio mettere le foto su Facebook, più facile“.

Lo psichiatra ha poi citato il caso di Novi Ligure del 2001, dove una 16enne uccise insieme al fidanzato di 17 la madre e il fratello 11enne. “La società più di vent’anni fa era molto differente”. Rispetto a inizio millennio “tutto è peggiorato”. Allora “non c’erano i social” e “non c’era la droga che c’è oggi”. Ma “c’è una cosa in comune” tra Novi Ligure e Paderno Dugnano. Dopo il delitto di Novi Ligure, “mi invitò al Tg5 Enrico Mentana. E mi domandò: ‘che cosa può fare un genitore?’. Io risposi: ‘chiedere al figlio: come stai?'”.

“Forse questo delitto non ci sarebbe stato se qualcuno avesse chiesto: ‘come stai?'”, ha concluso il professor Crepet.