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Test di Medicina Fonte foto: ANSA

Test Medicina 2024, esplode il caso: "500 euro per le risposte"

Con la denuncia del comitato studentesco #IoNonHoImbrogliato, esplode il caso sul test di Medicina 2024 del 30 luglio: "500 euro per le risposte"

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Ogni test di Medicina porta con sé delle polemiche. E questo vale anche per la prova della seconda sessione 2024, che si è svolta martedì 30 luglio. Il comitato #IoNonHoImbrogliato, che lo scorso anno ha lanciato una petizione rivolta alla ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini per chiedere l’abolizione del numero chiuso a Medicina, ha denunciato la “compravendita del test” del 30 luglio. Come hanno detto dal comitato, c’è chi avrebbe venduto per “500 euro le risposte“. Ed è esploso il caso.

Esplode un nuovo caso sul test di Medicina 2024

Il comitato studentesco #IoNonHoImbrogliato ha denunciato la compravendita delle risposte esatte al test di Medicina 2024. Secondo quanto denunciato dagli studenti, c’è chi avrebbe venduto per “530 euro il test della seconda prova che si è svolta lo scorso 30 luglio”, come ha riportato ‘LaPresse’.

“Dopo quanto accaduto lo scorso anno – hanno affermato dal comitato -, ci aspettavamo una maggiore attenzione da parte del ministero, nel tutelare noi studenti al test d’accesso per Medicina”. Per chi non lo ricordasse, nel 2023 il test di Medicina si è svolto in modalità online, il cosiddetto TOLC-MED. Dopo le numerose critiche ed una bocciatura da parte del Tar, il TOLC è stato sostituito con il precedente metodo carta e penna.

“Anche questa volta – hanno proseguito gli studenti di #IoNonHoImbrogliato -, siamo stati testimoni di irregolarità su irregolarità. Dalla compravendita del test ai più disparati sistemi utilizzati per copiare al test”.

Secondo il comitato, “in assenza di controlli, c’è chi si sente legittimato a imbrogliare, a discapito di chi invece esegue il proprio compito in maniera onesta”.

Il post Telegram finito sotto accusa

L’articolo di ‘LaPresse’ che ha riportato le dichiarazioni del comitato #IoNonHoImbrogliato, è corredato dallo screenshot di un post apparso su un gruppo Telegram, che ha 920 iscritti, in cui si legge:

“Ciao studenti. Ricevo più di 15 domande ogni giorno riguardanti le domande per l’esame di medicina che si terrà il 30 luglio e vorrei che sapeste tutti che la risposta a queste domande è sì, ho con me le domande per l’esame. Posso farti queste domande, ma per mantenere l’esclusività e per garantire che le domande vengano date solo a coloro che ne capiranno il valore e non lo divulgheranno ad altri studenti, il costo per loro sarà mantenuto elevato”.

“Un’altra delle domande più frequenti – prosegue il post – è come potrai accedere alle domande in modo sicuro. Per rispondere, lascia che ti dica che ti verrà concesso temporaneamente l’accesso al mio server privato dove le domande saranno presenti in un file di testo , il file non può essere rubato da lì e puoi aprirlo, annotare le domande e chiudere il server. Avrai abbastanza tempo per scrivere le domande”.

E infine, “non esitate a contattarmi per qualsiasi domanda o dubbio”.

La polemica sul test di Medicina di maggio

Anche la prima sessione del test di Medicina 2024, che si è svolta il 28 maggio, è stata segnata dalle polemiche. I malumori sono nati una volta pubblicati i risultati: ben 600 candidati hanno preso il massimo punteggio, 90/90, la maggior parte dei quali ha svolto il test presso l’Università di Palermo e negli atenei napoletani Federico II e Vanvitelli. Nell’ateneo siciliano si sono registrati ben 57 punteggi massimi: si tratta di quasi il triplo della Statale di Milano, in rapporto ai candidati.

“Ma com’è possibile che a Palermo e a Napoli ci sia il 300 per cento di voti massimi in più che a Parma o a Milano?”, si è chiesta, in quell’occasione, la mamma di una candidata, raggiunta da ‘Il Corriere della Sera’. Che ha proseguito: “Possibile che tutti gli studenti bravi siano concentrati in quelle università?”.

Il sospetto è che i controlli per evitare che qualcuno si portasse con sé lo smartphone durante la prima sessione del test di Medicina non siano stati uguali ovunque. “Mia figlia è andata anche bene: ha preso 80,9 – ancora la donna -. Ma a Novara, dove lei ha fatto il test presso l’Università del Piemonte Orientale, la sorveglianza era strettissima”.

Inoltre, la signora ha anche parlato di alcuni video apparsi su Tik Tok, poi “spariti”, in cui alcuni candidati si vantavano di aver svolto il test col cellulare. Non essendo più presenti sui social, ha continuato la donna, “non ci sono prove”.