Violenza a Napoli, Saviano ha un'idea sulle scuole. Ma è polemica
Secondo Roberto Saviano servono "scuole aperte tutto il giorno" contro la violenza a Napoli: l'idea del giornalista e la polemica che ne è scaturita
Contro la violenza a Napoli servono “scuole aperte tutto il giorno”. È questa l’idea proposta dal giornalista e scrittore Roberto Saviano per far fronte ai numerosi casi di violenza registrati nel capoluogo campano e che vedono protagonisti giovani e giovanissimi: in soli 17 giorni, tra il 24 ottobre e il 9 novembre, nel napoletano sono morti per omicidio tre ragazzi tra 15 ed i 19 anni. Le parole di Saviano e la polemica che ne è scaturita.
“Scuole aperte tutto il giorno”: la proposta di Saviano
“Oggi l’imperativo dev’essere disarmare Napoli, togliere armi in circolazione ma investire, investire, investire. Formazione, scuole aperte tutto il giorno, assumere e trasformare professori disponibili in maestri di strada, e ancora corsi, corsi e corsi professionali. Questo per iniziare a sottrarre una prima leva di ragazzini pronti a sparare”. Lo ha scritto Roberto Saviano su ‘Il Corriere della Sera’ dopo che a Napoli, in poco più di due settimane, tre adolescenti sono morti uccisi da un’arma da fuoco.
Secondo il giornalista, che vive sotto scorta dal 2006 dopo l’uscita del suo libro ‘Gomorra’ nel quale ha raccontato il mondo criminale della camorra in Campania, “quello che sta accadendo non è qualcosa di inaspettato, o nuovo, semplicemente è inosservato”. E ha proseguito: “Cosa conta per un ragazzino (in realtà per tutti) più di ogni cosa? Il denaro. Cosa porta il denaro? Bellezza, stile, essere figo, essere carismatico. Cosa porta carisma e denaro? Comandare, poter sedurre, piacere. E come fai ad arrivarci in una realtà dove non esistono contratti, dove il lavoro nero è per sempre, dove ogni risparmio e ogni progetto spesso sono impossibili? Entri in una paranza, o inizi ad atteggiarti a gran duro per promuoverti e provare a trovare uno spazio. Scegli di avere una pistola, uccidere ed essere ucciso il destino”.
Saviano ha poi criticato “il modello Caivano proposto dal governo”, una serie di misure per il contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile, varate dopo lo stupro, avvenuto a Caivano (Napoli), di due ragazzine di 10 e 12 anni da parte di un gruppo di minorenni.
Il decreto Caivano “non solo è stato inefficace – ha affermato Saviano – ma ha peggiorato la situazione portando in carcere una massa di minorenni e di fatto ‘professionalizzandoli’ al crimine”.
La polemica: dalla politica alla scuola
Le parole di Saviano hanno generato numerose polemiche. Il deputato del Pd Marco Sarracino ha fatto proprie le parole dell’autore di ‘Gomorra’, affermando che “lo straordinario lavoro delle forze dell’ordine è fondamentale, però occorrono anche altri strumenti: la scuola, gli assistenti sociali, psicologi, lo sport, la formazione, il lavoro. Modelli positivi da anteporre al degrado culturale, sociale ed economico dei nostri territori”.
Dall’altra si sono schierate le forze di governo. Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara è intervenuto sui social postando le dichiarazioni di Bartolo Perna, preside dell’Istituto Comprensivo Parco Verde (Caivano), che ha detto: “Io sono di sinistra ma non ritengo costruttive le critiche dem al decreto Caivano. Cosa hanno fatto in questi anni? Non li ho mai visti qui, né prima né dopo. Saviano può criticare quanto vuole, ma io chiedo soluzioni. Non bastano le parole. Se davvero pensa che il decreto Caivano non sia sufficiente, vorrei sapere cosa farebbe lui al posto di chi oggi sta provando a intervenire”.
Il dirigente scolastico ha proseguito, come si legge ancora sul post di Valditara: “Grazie a questo governo, oggi vedo i ragazzi a scuola, vedo maggiore attenzione da parte delle istituzioni e delle famiglie. Finalmente ci sono più controlli e segnali positivi. I miei studenti oggi hanno i libri, la scuola è più sicura, i bagni funzionano. È la prima volta che vedo interventi così concreti per la mia scuola“.
Il ministro ha riportato anche le parole di Pina Pascarella, insegnante nello stesso istituto, che ha affermato: “Abbiamo il dovere di unirci e di fare qualcosa di concreto per il nostro territorio. Non basta accusare, serve lavorare insieme, al di là delle divisioni politiche, per dare un futuro ai nostri giovani“.