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prof. Maggi Fonte foto: IPA

Violenza di genere a scuola: l'affondo di prof Maggi

L'affondo del prof Andrea Maggi sulla violenza di genere a scuola: la sua 'lezione' in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

In occasione del 25 novembre, anche il prof Andrea Maggi è intervenuto sull’argomento della violenza di genere, focalizzandosi sulla presenza del fenomeno a scuola. Il docente ha raccontato un episodio accaduto ad una collega che lo ha fatto molto riflettere sul differente trattamento che, alle volte, gli studenti riservano solo alle insegnanti donne. Un atteggiamento che, a suo avviso, non è solo colpa degli alunni, ma della società in cui crescono, dominata da una “cultura del patriarcato”, dove le donne, in quanto tali, “dovunque” subiscono “qualsiasi forma di prevaricazione da parte degli uomini”. Ecco cosa ha detto Andrea Maggi.

Violenza e discriminazione di genere a scuola

Andrea Maggi, oltre ad essere un volto noto della tv per essere stato tra i protagonisti del docu-reality ‘Il Collegio‘, è un insegnante, giornalista e scrittore. Per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, che si tiene oggi 25 novembre, il prof ha firmato un articolo pubblicato su ‘Il Gazzettino’ in cui ha parlato, tra le altre cose, di discriminazione di genere nel contesto scolastico.

“Dovunque le donne, in quanto donne, subiscono una qualsiasi forma di prevaricazione da parte degli uomini”, ha detto Maggi. E questo avviene anche a scuola, ha evidenziato il prof raccontando un episodio che ha visto protagonista una sua collega. “Qualche giorno fa – ha spiegato il docente – mi ha fatto molta impressione la frase di una mia collega quando, esasperata dal comportamento arrogante e irrispettoso di alcuni studenti nei suoi confronti, mi ha detto: ‘Questo mestiere è più facile per chi entra in classe con giacca e cravatta‘”.

Quelle parole, ha proseguito Andrea Maggi, “mi hanno fatto sentire colpevole del fatto di poter godere di un vantaggio, in quanto maschio, che non ho mai voluto e che, tuttavia, è riscontrabile quotidianamente”.

Il prof ha scritto di sentirsi “responsabile, in quanto maschio, di non essere stato in grado di trasmettere, con sufficiente efficacia, ai miei studenti, il valore della parità di genere“. Per questo “mi sono sentito in debito” nei confronti della collega, “come di tutte le donne vittime di questo soft power”.

Lo sfogo di prof Maggi sulla violenza di genere a scuola

Ma gli studenti, secondo Maggi, sono responsabili solo in parte: il loro atteggiamento “è il frutto di ciò che hanno imparato dai loro adulti di riferimento“. Il docente parla di una “cultura del patriarcato”, dove “il femminicidio rappresenta la punta di un iceberg la cui parte nascosta è costituita da un corpus di violenza granitica e dalle sfumature contorte”. Una violenza “che ha come comune denominatore la supremazia del maschio”, che si manifesta “in maniera subdola, attraverso linguaggi, commenti, allusioni e atteggiamenti volti a umiliare e discriminare”.

In questo contesto, quello che potrebbe sembrare solo un gesto maleducato da parte di alcuni ragazzi, per Maggi ha un’altra definizione: “Quello che spesso definiamo un comportamento maleducato, per essere curato, dovrebbe essere declinato nella maniera corretta -: uno studente che si rivolge in modo arrogante a una docente e che con un docente si trattiene non è maleducato, ma sessista”.