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Introduzione all’Inferno: struttura, peccati e contrappasso

Il primo dei tre regni dell'Oltretomba è descritto da Dante come un'immensa voragine a forma di cono rovesciato, che si spalanca nelle viscere della terra sotto la città di Gerusalemme

Alessio Abbruzzese

Alessio Abbruzzese

GIORNALISTA

Nato e cresciuto a Roma, mi appassiono fin da piccolissimo al mondo classico e a quello sport, dicotomia che ancora oggi fa inevitabilmente parte della mia vita. Potete leggermi sulle pagine de Il cuoio sul Corriere dello Sport, e online sul sito del Guerin Sportivo. Mi interesso di numerosissime altre cose, ma di quelle di solito non scrivo.

La struttura dell’Inferno

L’Inferno è il primo dei tre regni dell’Oltretomba cristiano che Dante, al seguito di Virgilio, visita nel corso del suo viaggio. Lo descrive come un’immensa voragine a forma di cono rovesciato, che si spalanca nelle viscere della terra al di sotto della città di Gerusalemme. Questa cavità sotterranea si aprì quando Lucifero, cacciato dal Cielo per essersi ribellato a Dio, venne gettato al centro della Terra, dove si trova tuttora confitto, la quale, però, si ritrasse per il contatto col demonio, formando così il monte del Purgatorio, che sorge agli antipodi della Città Santa. Sulla porta dell’Inferno, poi, vi è una scritta che preannuncia le pene che attendono chi la varcherà, oltre all’impossibilità di tornare indietro. All’interno dei nove Cerchi dell’Inferno Dante si imbatterà in numerose figure diaboliche, tratte dalla tradizione biblico-cristiana e da quella classica: sono demoni custodi dei singoli Gironi, che hanno spesso anche un ruolo attivo nel tormentare le anime. Quest’ultime, invece, sono dotate di un corpo “umbratile”, vale a dire fatto d’aria, in grado di conferir loro un aspetto umano – e Dante li rappresenta nudi – e di subire pesanti punizioni fisiche, per volontà divina imperscrutabile.

I Cerchi e le pene infernali

L’Inferno è diviso in nove Cerchi, simili a delle cornici rocciose, che circondano la parte interna della voragine e ospitano i dannati, oltre a un Vestibolo, chiamato anche Antinferno, che ospita invece gli ignavi, separato dal resto degli inferi dal fiume Acheronte, dove i ‘nuovi arrivati’ vengono traghettati da Caronte sulla sua barca. Nel I Cerchio, il Limbo, ci sono i pagani virtuosi e i bambini morti prima del battesimo: si tratta di anime che non sono né dannate né salve e, pertanto, non subiscono alcuna pena, all’infuori del desiderio di vedere Dio (e Virgilio è una di queste). Minosse è invece il custode del II Cerchio: a lui le anime confessano i propri peccati ed è poi lo stesso giudice infernale, attorcigliando la lunga coda intorno al corpo, a indicare in quale Cerchio saranno destinate. Ad ogni modo, i Cerchi dal II al IX sono ripartiti in tre zone, dove sono puniti rispettivamente i peccati di eccesso (II-VI), di violenza (VII) e di frode (VIII-IX) e, nello specifico, tale suddivisione deriva dalla dottrina cristiana e dalle teorie aristoteliche, ben descritte da Virgilio a Dante nel Canto XI della Cantica: in particolare, dal II al V le anime scontano punizioni dovute a lussuria, gola, avarizia, prodigalità e ira e nel VI, che corrisponde alla città di Dite, centinaia di demoni custodiscono le tombe infuocate al cui interno si trovano gli eresiarchi, fra cui gli Epicurei; il VII, invece, è diviso in tre gironi: nel primo, in cui scorre il fiume infernale Flegetone, ci sono i violenti contro il prossimo, come predoni e assassini, nel secondo, all’interno di una selva, chi lo è stato contro se stessp, come suicidi e scialacquatori, mentre il terzo, un sabbione reso infuocato da una pioggia di fiamme, per chi lo è stato contro Dio, cioè bestemmiatori, sodomiti e usurai; superato l’alto burrato, un precipizio scosceso custodito dal mostro Gerione, inizia quindi l’VIII Cerchio, a sua volta diviso in dieci Bolge, dove troviamo ruffiani e seduttori (frustati dai diavoli), adulatori (immersi nello sterco), simoniaci (conficcati dentro delle buche a testa in giù, con le piante dei piedi accese da fiammelle), indovini (che camminano con la testa rivoltata all’indietro), barattieri (immersi nella pece bollente, sorvegliati da demoni alati armati di bastoni uncinati), ipocriti (che camminano con indosso una cappa di piombo dorata all’esterno), ladri (con le mani legate dietro la schiena da serpenti e subiscono orribili metamorfosi), consiglieri fraudolenti (avvolti da una fiamma), seminatori di discordie (tagliati e mutilati da un diavolo armato di spada) e falsari di metalli (colpiti dalla scabbia), di persone (che si addentano tra loro), di monete (tormentati dalla sete) e di parole (colpiti da febbre altissima); infine, il IX, detto Cocito, è un fiume infernale ghiacciato dove sono puniti i peccatori di frode contro chi non si fida, ovvero i traditori: è diviso in quattro zone concentriche, dette Caina (traditori dei parenti), Antenòra (della patria), Tolomea (degli ospiti) e Giudecca (dei benefattori). Appare evidente come i peccati vadano dal meno al più grave, in maniera diametralmente opposta rispetto al Purgatorio, così come i peccatori subiscano la cosiddetta pena del contrappasso, nel senso che essa ha un rapporto simbolico – di analogia o di contrasto – con il peccato commesso in vita.