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Globalizzazione, guerre e terrorismo: gli eventi principali

Andrea Bosio

Andrea Bosio

INSEGNANTE DI FILOSOFIA E STORIA

Nato a Genova, è cresciuto a Savona. Si è laureato in Scienze storiche presso l’Università di Genova, occupandosi di storia della comunicazione scientifica e di storia della Chiesa. È dottorando presso la Facoltà valdese di teologia. Per Effatà editrice, ha pubblicato il volume Giovani Minzoni terra incognita.

Il processo di globalizzazione si manifesta praticamente in tutti gli ambiti più importanti, sia per quanto riguarda i macroprocessi politico-economico-finanziari, sia circa la vita quotidiana di miliardi di persone.

Questo processo trasforma ogni realtà che incontra, compresa la dimensione della violenza, sia nella classica dimensione della guerra, tanto in quella più sporadica e recente del terrorismo, che passa da nazionale a internazionale, quando non planetario.

Molte sono le cause che, storicamente, hanno condotto due o più Paesi a muoversi guerra. E ancora di più sono le ragioni che hanno indotto organizzazioni o singoli individui a intraprendere la via della cosiddetta “lotta armata” nel corso dei secoli. Il XX e il XXI secolo, indubbiamente, conoscono un inasprimento di questi fenomeni fino a contemplare, a partire dall’11 settembre 2001, una nuova versione prima difficilmente immaginabile: il terrorismo globale.

Il concetto di globalizzazione e di “villaggio globale”

La globalizzazione è un processo complesso che descrive l’aumento dell’interconnessione e dell’interdipendenza tra le nazioni del mondo attraverso lo scambio di beni, servizi, informazioni e cultura.

Il concetto di “villaggio globale” è strettamente legato alla globalizzazione e fu introdotto dal sociologo canadese Marshall McLuhan negli anni ’60. Cosa vuol dire che il mondo è diventato un “villaggio globale”? Con questa famosa locuzione, McLuhan ha voluto indicare la condizione attuale del nostro pianeta dal punto di vista della facilità, diffusione, economicità e velocità tanto delle comunicazioni quanto degli spostamenti.

Sintetizzando, si potrebbe affermare che il pianeta si è rimpicciolito divenendo piccolo come un villaggio dove tutti si conoscono e si raggiungono facilmente, oppure che tutte le principali caratteristiche del mondo si possono facilmente ritrovare nelle nostre città, in termini di persone o beni che la globalizzazione ci pone a portata di mano indipendentemente dalla loro origine geografica.

L’altra faccia della globalizzazione: il terrorismo

Insieme all’internazionalizzazione delle guerre, la globalizzazione è riuscita a diffondere su scala planetaria anche una nuova dimensione di violenza, il terrorismo. L’atto più clamoroso di terrorismo internazionale di inizio secolo si è verificato negli USA l’11 settembre 2001, con i quattro aerei di linea dirottati da terroristi appartenenti alla rete di Al Qaeda. Gli attentati causarono la morte di circa 3000 persone: due aerei colpirono le Torri Gemelle, il terzo si schiantò contro il Pentagono e il quarto, forse diretto contro il Campidoglio o la Casa Bianca, precipitò in Pennsylvania grazie alla rivolta dei passeggeri.

La distruzione del World Trade Center, poi chiamato Ground Zero, è stata una ferita enorme per la città di New York e per l’America tutta, simbolicamente rimarginata dalla ricostruzione del New World Trade Center: in occasione del decennale degli attentati è stato aperto al pubblico il memoriale delle vittime, con due vasche d’acqua posizionate sulle fondamenta delle torri abbattute; nel 2014 è stato inaugurato il One World Trade Center, alto 1776 piedi (541 metri e 32 cm), il quinto grattacielo più alto al mondo, la cui altezza simboleggia l’anno della dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d’America.

La globalizzazione delle guerre

Oltre al terrorismo, divenuto internazionale (Al Quaeda, Isis, Boko Haram, ecc.), anche le guerre più recenti sono cambiate in modo importante, al punto da essere combattute da nutrite coalizioni multinazionali, senza per questo arrivare a scatenare la Terza Guerra mondiale. Svariati sono i conflitti con queste caratteristiche che sono tuttora in corso, ma i più rilevanti sono:

  • Afghanistan (2001): USA e NATO a supporto dell’esercito afghano contro i talebani;
  • Iraq (2003): USA contro la dittatura di Saddam Hussein e successiva guerra civile e nascita del sedicente Stato islamico;
  • Libia (2011): NATO contro il regime di Gheddafi, successiva guerra civile e intervento contro l’Isis.
  • Israele e Palestina: Sebbene di lunga data, questo conflitto ha visto numerosi scontri e operazioni militari anche nel XXI secolo, tra cui l’Operazione Piombo Fuso (2008-2009) e più recentemente gli scontri a Gaza.

Mappa mentale su globalizzazione, guerra e terrorismo

Per stampare la mappa mentale con le guerre e gli attacchi terroristici principali dal 2000 ad oggi, scarica il pdf in bianco e nero qui:

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