Salta al contenuto

Filippo Brunelleschi: vita e opere

Andrea Bosio

Andrea Bosio

INSEGNANTE DI FILOSOFIA E STORIA

Nato a Genova, è cresciuto a Savona. Si è laureato in Scienze storiche presso l’Università di Genova, occupandosi di storia della comunicazione scientifica e di storia della Chiesa. È dottorando presso la Facoltà valdese di teologia. Per Effatà editrice, ha pubblicato il volume Giovani Minzoni terra incognita.

Filippo Brunelleschi è stato uno tra i più grandi esponenti del Rinascimento italiano, che fondò insieme a Donatello e Masaccio. Inventò la prospettiva lineare centrica, realizzò la cupola di Santa Maria del Fiore a Firenze, fu un architetto, un ingegnere, uno scultore e un orafo.

Cerchiamo di capirne di più sulla vita e sulle opere di questo famosissimo autore.

La vita di Brunelleschi

Brunelleschi nacque nel 1377, in una famiglia agiata e benestante, dalla quale ricevette un’ottima istruzione. Imparò a leggere e a scrivere, studiò l’abaco e imparò le prime nozioni di matematica e geometria.

In questo momento si avvicinò alla nozione di prospettiva, che in quel periodo era considerata come quella pratica che consentiva di calcolare delle misure e delle distanze che fisicamente e direttamente non sarebbe stato potuto calcolare.

Suo padre era un notaio e avrebbe voluto che il figlio seguisse le sue orme, ma nel tempo cominciò ad interessarsi alla pittura e al disegno, perciò acconsentì a rendere Filippo l’apprendista di un orafo amico di famiglia. In quegli anni, infatti, l’unico modo per imparare un mestiere come quello degli artisti era quello di diventare apprendista di un altro artista.

Brunelleschi diventò apprendista di un orafo amico della sua famiglia dove imparò a fondere e gettare i metalli, a lavorare con le pietre preziose e con gli smalti, imparando e approfondendo anche il disegno, che era la sua inclinazione principale.

La prospettiva di Filippo Brunelleschi

Brunelleschi conosceva molto bene la matematica e i procedimenti matematici, insieme alle varie tecniche scientifiche. Il suo primo test per la messa in pratica della prospettiva fu un esperimento con protagonista il Battistero di San Giovanni a Firenze.

In particolare, aveva dipinto il Battistero con tutti i suoi dettagli e per dimostrare quanto fosse simile al reale Battistero realizza un foro nel retro del dipinto, così che l’osservatore potesse porvi un occhio. L’occhio dell’osservatore guarda attraverso il foro nel retro del dipinto e di fronte ha uno specchio, che rende l’immagine osservata quasi del tutto simile a quella reale.

Attraverso questo esperimento ha individuato una serie di regole matematiche che gli consentivano di rappresentare lo spazio in modo tale da farlo apparire estremamente reale.

Opere architettoniche di Filippo Brunelleschi: video

Con Brunelleschi si ha il superamento della figura del capomastro medievale. Segue infatti da vicino i lavori dei suoi cantieri, ideando macchinari e realizzando modellini in scala dei suoi progetti per poter meglio istruire le maestranza.
Le sue opere più importanti sono:

  • Spedale degli Innocenti;
  • Basilica di San Lorenzo;
  • Sagrestia Vecchia;
  • Cappella de’ Pazzi;
  • Cupola di Santa Maria del Fiore;
  • Basilica di Santo Spirito.

Lo Spedale degli Innocenti

Lo Spedale degli Innocenti si trova nel centro di Firenze, in piazza Santissima Annunziata. Inizialmente era stato concepito come un brefotrofio, ovvero un istituto destinato ad accogliere tutti i neonati illegittimi, abbandonati o che non erano stati riconosciuti. Ad oggi è ancora attivo ed è un museo e al suo interno è ancora presente l’Istituto degli Innocenti, all’interno del quale vi è un asilo nido, una scuola materna e alcune case famiglia che ospitano i bambini in affido e le madri in difficoltà.

L’intera struttura è stata ideata da Brunelleschi in pieno stile rinascimentale e rappresenta uno degli elementi più alti dell’intera cultura umanistica di Firenze. L’autore, per la realizzazione della struttura, utilizza dei richiami dell’architettura medievale e romana, reinterpretandoli dal punto di vista più moderno.

La struttura si sviluppa orizzontalmente ed ha due piani diversi: il pianterreno, con il loggiato realizzato da Brunelleschi, e il primo piano con delle grandi finestre. Il loggiato si compone di nove archi a tutto sesto sostenuti da colonne lisce, con capitelli compositi a dimostrazione delle sue intenzioni di riprendere dei modelli classici e dargli nuova vita. I colori sono semplici, dal bianco al grigio, e anche la pietra scelta è di materiale più economico.

Le colonne, i capitelli, gli archi e tutti gli altri elementi architettonici, infatti, sono stati realizzati in pietra serena e intonaco bianco.

All’opera è stato aggiunto anche un primo piano, che non era nel progetto di Brunelleschi: secondo i suoi disegni, vi sarebbe stato soltanto il pianterreno con una chiesa a sinistra e gli alloggi e i dormitori sulla destra. Il primo piano, infatti, è stato poi realizzato da un altro autore, Francesco della Luna.

La Basilica di San Lorenzo di Brunelleschi

Per la realizzazione di quest’opera, Brunelleschi si basa su una nuova concezione dello spazio, al quale applica la sua prospettiva. Si trattava di una chiesa molto antica, che risaliva all’incirca al 300 d. C., ricostruita per la prima volta nel 1059. Fu Giovanni di Bicci de’ Medici, un banchiere di Firenze, a richiederne una nuova rivisitazione in modo tale da renderla la chiesa di famiglia dei Medici stessi.

La basilica di San Lorenzo aveva moltissime cappelle e per la sua realizzazione Brunelleschi si è ispirato alla chiesa di Santa Croce, che si trovava sempre a Firenze ed era stata realizzata due secoli prima da Arnolfo di Cambio.

Avendo Brunelleschi già svolto i suoi primi esperimenti con la prospettiva, l’intero progetto seguiva tutta una serie di rapporti proporzionali: vi sono dieci cappelle, distribuite in modo eguale lungo le navate e ognuna di queste si trova in un rapporto proporzionale con il coro e con le navate.

Osservando la chiesa, è evidente come le colonne e gli archi si ripetano quasi ritmicamente, invitando lo sguardo a guardare l’altare anche grazie alle decorazioni in marmo sul pavimento. Anche in questo caso utilizza la pietra serena grigia e l’intonaco bianco, che donano una grande semplicità all’opera ma anche un’estrema chiarezza.

La sagrestia vecchia

Anche quest’opera fu incaricata da Giovanni di Bicci de’ Medici, il padre di Cosimo il Vecchio, con l’obiettivo di diventare nel futuro la cappella funebre della famiglia, adiacente alla Basilica di San Lorenzo che sarà realizzata solo qualche anno dopo dallo stesso Brunelleschi.

La cappella della Sagrestia Vecchia è un semplice vano a forma di cubo: è quadrata e i lati hanno la stessa misura dell’altezza. Brunelleschi era un grande amante e fu un grande utilizzatore dello stile architettonico greco-romano, che ritroviamo anche in questa sua costruzione: la parete dell’altare è divisa in tre parti con un grande arco centrale a tutto sesto, sorretto da lesene corinzie scanalate e con accanto due grandi porte in bronzo, che furono realizzate da Donatello e Michelozzo per consentire l’accesso ai locali di servizio.

Anche in questo caso i materiali scelti da Brunelleschi sono economici, perché ritroviamo la pietra serena e l’intonaco bianco, che danno una grande eleganza al tutto proprio grazie a questa delicatezza data dall’incastro tra il bianco e il grigio.

Le altre pareti della cappella sono semplici, decorate con la classica trabeazione corinzia e un fregio con cherubini e serafini rossi e blu, che secondo la tradizione sarebbero stati realizzati da Luca della Robbia.

Nel vano principale è anche presente una cupola dalla struttura ad ombrello, perché realizzata con creste e vele e dodici costoloni. Sono anche presenti dodici finestre circolari sul piano d’imposta.

La Cappella de’ Pazzi

Per certi versi simile alla Sagrestia Vecchia, la cappella de’ Pazzi è stata realizzata all’interno del chiostro della basilica di Santa Croce a Firenze. Si trattava della cappella privata della famiglia Pazzi, che erano dei mercanti e dei banchieri molto influenti a Firenze, la cui tomba di famiglia era stata distrutta da un incendio qualche anno prima.

I lavori iniziarono intorno al 1430 e la cappella fu realizzata con una planimetria molto simile a quella della Sagrestia Vecchia. In questo caso, la pianta è rettangolare ed è divisa in tre ambienti fondamentali che sono il corpo centrale, l’atrio e il coro. In quest’opera, probabilmente, viene esasperato ancora di più il grande amore di Brunelleschi per il rigore geometrico e matematico, perché tutto segue un sistema proporzionale perfettamente bilanciato.

Il corpo centrale della cappella è quadrato ed è ricoperto da una cupola emisferica a costoloni; il lato posteriore di questo vano porta al coro, mentre quello anteriore all’atrio. Anche per quest’opera vengono utilizzate la pietra serena e l’intonaco bianco, e gli ambienti sono decorati con finestre e archetti.

Anche il coro è quadrato, coperto da una cupola simile a quella del vano centrale e al suo interno è presente l’altare. L’atrio, invece, costituisce l’accesso alla cappella ed è un vano altrettanto quadrato, con una cupola e due ali laterali.

La cupola di Santa Maria del Fiore di Brunelleschi

I lavori per la cupola iniziarono tra il 1420 e il 1436 ed è un capolavoro assoluto. Si tratta, infatti, della volta in muratura più grande al mondo: è una struttura in pietra e mattoni, a base ottagonale e composta da due cupole, una interna ed una esterna.

Ognuna di queste cupole presenta otto vele e la prima di queste ha un angolo maggiore in modo tale da riuscire a sostenere anche l’altra. Per la realizzazione di questa cupola dovette studiare molto, perché i sostegni laterali della struttura erano molto flebili e non avrebbero retto una cupola così come lui l’aveva inizialmente immaginata.

Proprio per questo, la sua cupola a costoloni è della massima leggerezza nonostante garantisca una grande solidità. Sono presenti otto costoloni maggiori e sedici costoloni minori, che si incastonano a due a due tra i maggiori. La cupola è a doppia calotta, per preservarla dall’umidità e distribuire al meglio il peso.

Tra le due calotte è stato lasciato uno spazio vuoto con dei percorsi accessibili agli addetti ai lavori, che consentono di mantenere la struttura integra ma anche di realizzare eventuali restauri senza troppe preoccupazioni.

Tutti i costoloni si incontrano in un anello di all’incirca sei metri di diametro, chiuso da una lanterna che con il suo peso bloccava le spinte sull’anello ed evitava che si formassero delle crepe o che la cupola potesse aprirsi.

Per la realizzazione della cupola Brunelleschi ha ideato una serie di macchine, ponti sospesi e gru che consentivano di trasportare i materiali fino all’altezza della cupola in sicurezza. È stato anche tra i primi a preoccuparsi della salute e della sicurezza di chi lavorava con lui, realizzando dei sostegni e delle impalcature che potessero proteggerli durante il lavoro quotidiano.

La Cupola di Santa Maria del Fiore: video

I lavori di realizzazione della Cupola vanno dal 1420 al 1436.

In un primo momento a Brunelleschi viene affiancato Lorenzo Ghiberti. Tra i due non correva buon sangue, così Brunelleschi trova un modo per far esautorare il collaboratore. Fingendosi malato per alcuni giorni, lascia Ghiberti a condurre da solo i lavori, ma questi non procedono. Tornato in cantiere, mette in evidenza come senza di lui l’opera si fosse arrestata, dimostrando l’incapacità del rivale, che viene rimosso dall’incarico.

Terminata la Cupola, nel 1436 viene indetto un nuovo concorso per la realizzazione della lanterna. Ancora una volta è Brunelleschi a vincere e dopo la sua morte i lavori verranno portati a termine da Andrea del Verrocchio, che realizzerà la sfera in bronzo posta in cima.

Di Filippo Brunelleschi e della realizzazione della Cupola si parla anche nella serie TV "I Medici – Masters of Florence". Guarda il video per saperne di più!

La Basilica di Santo Spirito

La Basilica di Santo Spirito è stata progettata effettivamente da Brunelleschi nel 1435, ma probabilmente è stata eseguita dopo la sua morte. La chiesa è sempre di tipo basilicale, con uno schema del tutto similare a quello di San Lorenzo, ma in questo caso vi è una pianta a croce latina estremamente regolare.

I bracci del transetto hanno le stesse misure dell’abside rettangolare, le navate minori e le cappelle a nicchia semicircolare sono presenti intorno a tutto il perimetro della chiesa. È presente un reale rapporto proporzionale tra le campate della navata centrale, le navate minori e le cappelle.

Anche in questo caso l’architettura è rinascimentale, le colonne sono realizzate in pietra serena e decorate con dei capitelli corinzi.