Salta al contenuto

Cos'è il Cubismo e quali sono le sue caratteristiche pittoriche

Una corrente artistica rivoluzionaria che si sviluppa nei primi anni del Novecento e influenzerà l’arte contemporanea: vediamo dove nasce e come si evolve il Cubismo

Silvia Pino

Silvia Pino

GIORNALISTA PUBBLICISTA

Ho iniziato con le lingue straniere, ho continuato con la traduzione e poi con l’editoria. Sono stata catturata dalla critica del testo perché stregata dalle parole, dalla comunicazione per pura casualità. Leggo, indago e amo i giochi di parole. Poiché non era abbastanza ho iniziato a scrivere e non mi sono più fermata.

Origini del Cubismo

Il Cubismo è un movimento artistico che nasce in Francia all’inizio del XX secolo, a partire dalle idee fortemente innovative portate avanti da due grandi artisti: Pablo Picasso e Georges Braque.

I due artisti iniziarono a porsi degli interrogativi fino a quel momento ignorati dagli artisti: come si traspongono sulla tela, elemento bidimensionale, la tridimensionalità di un soggetto? Fu proprio questo il seme rivoluzionario da cui nacque il grande movimento cubista.

Il termine cubismo comparve per la prima volta nei testi del critico d’arte Louis Vauxcelles il quale, recensendo delle opere di Braque esposte nel 1907, considerava che erano formate da cubi. Si trattava di una mostra tenuta a Marsiglia, all’Estaque. Vauxcelles ne scrisse: “Braque maltratta le forme, riduce tutto, luoghi, figure, case, a schemi geometrici, a cubi”.

Tutt’altro che offesi, anzi accogliendo questa nuova rivoluzione, gli artisti che si riconoscevano nello stile di Braque adottarono con orgoglio questa definizione e il termine cubismo.

Cos’è il Cubismo

La rottura totale con i principi tradizionali dell’arte operata dal Cubismo parte, dicevamo, dall’interrogativo di Picasso e Braque: com’è possibile rappresentare contemporaneamente tutte le facce e le sfaccettature di un soggetto?

Il Cubismo, a differenza dell’arte classica, che punta a rappresentare la realtà, ha uno scopo molto diverso, ovvero quello di rappresentare la realtà così come è percepita dall’artista.

I cubisti, quindi, scompongono un soggetto ricavandone le diverse prospettive e successivamente lo riassemblano sulla tela per dare all’osservatore una visione d’insieme e simultanea del soggetto.

Ne risultava un’opera in cui talvolta il soggetto era irriconoscibile, deforme.

Gli albori del Cubismo o Protocubismo

L’opera che per gli storici dell’arte segna l’avvio del nuovo movimento d’avanguardia pittorica è Les demoiselles d’Avignon, una tela di Picasso del 1907.

L’ispirazione è multipla. Innanzitutto fu Paul Cézanne a gettare il seme di un nuovo modo di concepire la rappresentazione: nel quadro Le grandi bagnanti, i contorni sono netti, i corpi nudi e i soggetti femminili appaiono come delle statue, non delle canoniche donne della pittura. Così Picasso, già fortemente influenzato dal periodo africano e dallo studio dell’arte orientale, realizzò Les demoiselles d’Avignon.

In questa fase formativa i Cubisti iniziano a “sezionare” i soggetti fino a ridurli a delle forme che sulla tela vengono ricomposte. Volti e corpi sono triangoli e poligoni sovrapposti e dai contorni netti.

La prima fase: il Cubismo analitico

La fase del Cubismo analitico copre gli anni che vanno dal 1907 al 1912.

L’operazione compiuta dagli artisti cubisti è sempre la stessa, ma si inizia a ricomporre i soggetti seguendo non sempre la logica, sfidando ogni canone e azzerando persino lo spazio. I critici cominciano a teorizzare che i quadri frutto di questa fase analitica non sono più rappresentazioni della realtà, ma nuovi oggetti, nuove percezioni della realtà stessa.

Il Ritratto di Ambroise Vollard di Picasso è considerata la tela più rappresentativa dell’artista nella fase analitica del Cubismo. Qui si assiste a una fusione totale tra soggetto e spazio circostante e il soggetto appare come la frantumazione della sua stessa immagine allo specchio.

La seconda fase: il Cubismo sintetico

Nella fase del Cubismo sintetico, a partire dal 1912, fanno capolino nuove idee e nuovi materiali. Una delle tecniche maggiormente utilizzate dagli artisti è il collage: impiegare sulla tela e combinare tra loro elementi esterni, texture e materiali che esulano dalla tela stessa, come carta di giornale, carta da parati, tessuti, sabbia e gesso.

I quadri di questa fase rappresentano quadri-oggetto, non sono più rappresentazione della realtà, ma sono pezzi di realtà.

Un esempio di questa fase è un altra opera di Picasso del 1912, Natura morta con sedia impagliata. In questo quadro, considerato una natura morta, l’artista impiega della tela cerata, praticamente l’impagliatura di una sedia: un dipinto che ospiterà e costituirà per sempre un frammento di vita reale.