Antichissimo e divertente, il gioco della scopa, insieme alla briscola, rappresenta il gioco di carte italiano per eccellenza. Praticato nei club politici, nelle interminabili feste di natale e nei circoli anziani, consente di trascorrere momenti piacevoli e in compagnia. Ma perché si chiama così?
La storia del gioco della scopa
Secondo gli esperti il gioco della scopa sarebbe nato a Napoli nel XV secolo, come un passatempo praticato da marinai e contrabbandieri del Mediterraneo per spartirsi bottino e ricchezze depredate. A quell’epoca il bottino per i pirati era costituito principalmente dalle merci saccheggiate alle navi depredate, ma anche da oro e schiavi. Alcool e gioco rappresentavano per i corsari un momento di svago, ma soprattutto l’elemento che li conduceva rapidamente alla rovina, divorando tutte le loro ricchezze e conquiste.
Molti pirati amavano scommettere e rischiare proprio perché all’epoca il rischio era la loro ragione di vita: rischiavano in mare, nelle taverne, nei combattimenti, nel gioco. E proprio in questo contesto nasce la scopa. Si narra infatti che uno dei più antichi giochi praticati aveva regole e meccanismi molto simili a quelli del moderno gioco della scopa, anche se stranamente non gli veniva attribuito un nome vero e proprio. Da antiche carte si sa che nella Napoli del XVIII secolo andava di moda un gioco derivato da due giochi spagnoli: la "Primiera" e lo "Scarabucion" utilizzato come passatempo dai malfattori per giocarsi i bottini frutto delle scorribande.
Perché il gioco della scopa si chiama così
A di là delle origini, il nome "scopa", secondo gli studiosi, farebbe riferimento a ciò che accade in caso di vittoria. La persona che vince infatti "scopa via", ossia "toglie" tutte le carte del tavolo, pulendolo. Con gli anni il gioco si è evoluto in tante varianti, ma il termine "scopa" è rimasto.
Le regole della scopa
Il gioco della scopa si affronta in due, tre o quattro giocatori. Nel caso di quattro giocatori si tratta di due coppie contrapposte. Si inizia con la scelta del mazziere, generalmente fatta distribuendo le carte scoperte a tutti i giocatori fino all’uscita della "matta" (Re di Denari), che rende mazziere chi la riceve. Quest’ultimo provvede quindi alla distribuzione di tre carte coperte a ciascun giocatore, mettendo poi quattro carte scoperte al centro del tavolo. Quando tutti i giocatori hanno giocato le proprie carte parte un nuovo giro e il mazziere provvede alla distribuzione di una nuova mano di tre carte coperte a ciascun giocatore fino all’esaurimento del mazzo.
Comincia il primo giocatore alla destra del mazziere e si procede in senso antiorario, calando una carta. Se la carta giocata è di valore uguale a quello di una carta presente sul tavolo oppure è la somma dei valori di più carte presenti su tavolo, il giocatore prende la carta da lui giocata e quella (o quelle) di valore corrispondente e predispone un mazzetto coperto di fronte a lui. La cosa più importante è la scopa (che vale un punto) e si realizza quando un giocatore, con una singola giocata, riesce a prendere tutte le carte che si trovano sul tavolo. Per distinguere una scopa mette, nel suo mazzetto, la carta scoperta che ha usato per fare scopa di traverso.