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Perché la mirra era considerata un dono prezioso?

La mirra in passato era considerata un dono prezioso: cos'è e le origini di questa gommaresina molto particolare.

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Ogni anno, in occasione dell’Epifania, sentiamo nominare la mirra. Si tratta di uno dei doni, insieme all’oro e all’incenso che, secondo la tradizione, i Magi portarono in dono a Gesù. La Bibbia racconta che Melchiorre, Baldassarre e Gaspare dopo aver visto sorgere la stella del re dei Giudei ne seguirono il cammino, arrivando a Gerusalemme dall’Oriente.

Arrivati di fronte al bambino Gesù gli donarono tre scrigni contenenti oro, incenso e mirra. L’oro, amato dai sovrani e prezioso, era il regalo per onorare un "Re dei Re". L’incenso, simbolo di adorazione, indicava l’origine divina del neonato. Infine la mirra, utilizzata nel culto dei defunti, onorava la sua natura di mortale. Fra i tre doni quello che desta più curiosità è senza dubbio la mirra. Oggi poco conosciuta, ma in passato largamente utilizzata.

Cos’è la mirra

La mirra è una gommaresina aromatica che viene estratta dai rami di una pianta, la Commiphora. Alla fine dell’estate l’arbusto si riempie di fiori e sul suo tronco compaiono alcuni noduli da cui cola la resina. Quest’ultima è la mirra, che si presenta sotto forma di grandi gocce gialle. Solitamente la resina viene lavorata, facendola essiccare e polverizzandola. Conosciuta per le sue proprietà disinfettanti, la mirra è un ottimo rimedio naturale per contrastare le infezioni della bocca. Viene considerata un ottimo antisettico e antimicotico, ideale per curare gengiviti, afte, candidosi e mal di gola. Diluita in olio vegetale, in passato veniva sfruttata come cicatrizzante. Inoltre si rivela molto utile per realizzare suffumigi dalle proprietà espettoranti.

Mirra, un dono prezioso

La mirra si presenta sotto forma di granuli irregolari di varie dimensioni e con colori che vanno dal giallo chiaro all’aranciato sino al bruno. La superficie è rivestita da una sottile polverina grigio-giallo e ha un odore aromatico. Nell’antichità la mirra veniva sfruttata per conservare e profumare le mummie. Gli Egizi, che avevano scoperto le sue numerose qualità, la sfruttavano per curare infezioni, ma anche come trattamento di bellezza contro le rughe. Durante il processo di imbalsamazione, la gommoresina veniva bruciata per favorire l’ascesa del defunto verso gli dei, ma anche per chiedere la benevolenza di Ra, dio del Sole.

Presso gli Ebrei la mirra era invece considerata sacra perché utilizzata per realizzare l’olio santo. Secondo la tradizione era giunta fra le mani di Mosè grazie a Dio. Aveva la capacità di rafforzare la spiritualità, migliorare l’umore e regalare serenità. Nella Bibbia viene citata molte volte, sfruttata come olio di unzione dei sacerdoti, per profumare le vesti cerimoniali, ma anche come portatrice di grande saggezza. In passato la mirra veniva dunque considerata come un dono prezioso, riservato a persone importanti. Non a caso ricompare anche in altri episodi della vita di Gesù.

Viene mescolata al vino per alleviare le sofferenze di Cristo ed è utilizzata quando il corpo di Gesù viene deposto dalla croce. Infine il giorno di Pasqua, quando le donne si recano al sepolcro lo fanno portando anche questo unguento aromatico. La mirra dunque è legata a un’idea di forza che vince la morte e di immortalità.