Quando si parla di capitali economici e di finanza si sente molto spesso pronunciare il termine società offshore. Si tratta di società o conti correnti aperti in paesi in cui pagano tasse molto basse, ma anche di operazioni finanziarie svolte in queste realtà. Lo scopo è, come sempre, pagare meno imposte possibile.
Perché si chiamano società offshore
Offshore significa "estero", "fuori dalle acque territoriali" e "in alto mare". A indicare la volontà di sfuggire a una tassazione per trovarne una più basse in un altro paese, nonostante non si operi direttamente in esso.
Cosa sono le società offshore
Le società offshore sono organizzazione che hanno la propria sede legale in un paese che è differente da quello nel quale sviluppano i loro principali affari. Il paese estero solitamente è un "paradiso fiscale", ossia un luogo in cui le restrizioni, le imposte e le leggi sulle attività economiche sono molto più flessibili. Questi paesi attraggono società che hanno grossi capitali, offrendogli spesso riservatezza sulle attività finanziarie che compiono. Ciò significa che le amministrazioni locali possono rifiutarsi di collaborare, nel corso di indagini, con le autorità di altri paesi allo scopo di proteggere l’operato e gli interessi delle società offshore. Fra i più famosi paradisi fiscali troviamo le Isole Vergini Britanniche, Panama, le Seychelles, la Svizzera, le isole Barbados e Cayman. Sono tutti paesi che offrono servizi di questo tipo allo scopo di attrarre nella propria economia capitale estero.
Attenzione: aprire una società offshore non è per forza illegale. In alcune situazioni e per diversi paesi è lecito possedere società in paradisi fiscali. Tutto ciò a patto che la quantità di soldi gestita venga sempre dichiarata alle autorità del paese in cui si svolgono gli affari. Non mancano infatti teorie secondo cui i paradisi fiscali possano risultare utili poiché rendono più semplice il flusso di capitali nel mondo, permettendo a chi ha molta disponibilità economica di evitare prelievi fiscali onerosi e restrizioni. Altri invece sostengono che le società offshore non siano eticamente giuste poiché non rispettano i principi base dell’economia, in particolare quello della libera concorrenza. Infine altri sono convinti che le società offshore siano pericolose non solo perché sono costruite per evadere le tasse nel paese d’origine, ma anche per riciclare il denaro frutto di attività illegali.
Come funzionano le società offshore
Per funzionare le società offshore devono trasferire direttamente nel paradiso fiscale le ricchezze. Per farlo basterà che in quel posto sia presente la loro sede legale. I beni gestiti a quel punto potranno essere presenti anche in altri paesi, ad esempio un palazzo a New York oppure un dipinto prezioso in Svizzera. Il proprietario del bene a quel punto non lo possiede direttamente, ma tramite la società che si trova nel paradiso fiscale. Proprio per via di questa particolarità e della riservatezza, il più delle volte è molto difficile, se non impossibile, risalire al proprietario della società offshore. Quest’ultima, tramite complessi sistemi burocratici e legali, potrà registrare la maggior parte delle transazioni economiche come aventi luogo nel paradiso fiscali, finendo dunque per pagare pochissime tasse.