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Perché si dice "avere la coda di paglia"?

L'espressione "avere la coda di paglia" è molto utilizzata in Italia, ma non tutti conoscono l'origine di questo modo di dire: la spiegazione

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Avere la coda di paglia è un modo di dire molto comune in Italia, che significa temere ogni tipo di critica sul proprio comportamento o su un proprio difetto su cui si pensa che le altre persone possano infierire. Nonostante, come detto, questa espressione sia ormai entrata a far parte del nostro linguaggio ricorrente, sono in pochi a conoscere la vera origine di questo simpatico modo di dire. Di seguito, ecco spiegato perché si dice avere la coda di paglia.

Cosa significa "avere la coda di paglia" e quando si usa questa espressione

Abbiamo già accennato brevemente cosa si intende comunemente per "avere la coda di paglia", ma sono necessarie ulteriori precisazioni.

L’enciclopedia Treccani segnala che questa espressione si utilizza per indicare chi, non avendo la coscienza tranquilla, si adombra per ogni discorso che ritiene allusivo.

L’Accademia della Crusca spiega che chi ha la "coda di paglia" sa di aver combinato qualcosa e non ha la coscienza tranquilla e, perciò, è continuamente sospettoso per la paura di essere scoperto. Con questo significato, l’espressione "avere la coda di paglia" è intesa come la versione tradizionale e un po’ in disuso del più recente modo di dire "avere uno scheletro nell’armadio".

L’origine dell’espressione "avere la coda di paglia"

La spiegazione più tradizionale e largamente conosciuta dell’origine dell’espressione "avere la coda di paglia" fa riferimento a una favola di Esopo, incentrata sulla storia di una volpe che si ritrovò con la coda mozzata a causa di una tagliola. L’animale, sentendosi deturpata, si vergognava a tal punto che i suoi amici animali decisero di regalarle una coda posticcia, fatta di paglia, per restituirle dignità e bellezza. La coda era così ben fatta che, chi non conosceva la storia della volpe, non avrebbe mai potuto sospettare che fosse finta. Un giorno, però, un gallo si lasciò sfuggire il segreto e la storia della volpe divenne di dominio pubblico tra i contadini della zona. Conoscendo il punto debole della volpe, i contadini decisero di accendere furbescamente dei fuochi vicino ai loro pollai, in modo tale da impedire così alla volpe di poter rubare i loro polli. La volpe, ben sapendo che la paglia prende fuoco facilmente, fu così costretta a restare alla larga dai pollai.

"Avere la coda di paglia": l’origine alternativa

Una spiegazione alternativa fa riferimento a una pratica medievale che consisteva nell’umiliare gli sconfitti o i condannati attaccando loro una coda di paglia con la quale erano costretti a sfilare per le vie della città, rischiando che qualcuno gliela incendiasse come gesto di ulteriore scherno. La coda veniva così utilizzata come simbolo del degrado dallo "status" di persona a quello di animale.

Questa spiegazione alternativa sull’origine dell’espressione "avere la coda di paglia" sembra ben spiegare i diversi e contemporanei stati d’animo che contraddistinguono chi ha la "coda di paglia". Nello specifico, essi sono: la consapevolezza del proprio sbaglio, la vergogna per il proprio errore e la diffidenza nei confronti delle altre persone che potrebbero rendere pubblica la colpa, aggravando in questo modo ulteriormente il senso di umiliazione.