- Le origini pagane della festa degli innamorati
- L’ira di Papa Gelasio I
- Chi era San Valentino
- Letteratura sul 14 febbraio
Le origini pagane della festa degli innamorati
Come la maggior parte delle feste che il mondo contemporaneo ha ereditato, quella degli innamorati e di San Valentino affonda le proprie radici nella consueta depurazione religiosa di un antico rito pagano.
"Febbraio" deriva dal verbo latino februare, che significa purificare, e in effetti nel calendario romano questo era il mese dedicato ai rituali di purificazione.
Per ripercorrere le origini della festa degli innamorati, bisogna andare molto indietro nel tempo, fino agli antichi romani e alla loro usanza di invocare il favore degli dèi, purificazione e prosperità per la terra in particolare nei giorni che andavano dal 13 al 15 febbraio, giorni chiamati Lupercalia o Dies Februati. I riti dei Lupercalia, che onoravano il dio Fauno nella sua accezione di Luperco, protettore del bestiame dall’attacco dei lupi, avevano origini arcaiche pastorali ed erano molto fisici e sanguinosi: prevedevano il sacrificio di animali e, tra le varie usanze, ce n’era una in particolare che richiamava l’incontro fisico del maschile con il femminile. Giovani uomini indossavano pelli di animali, le riducevano in strisce e con quelle percuotevano più donne possibile: era un importante rituale propiziatorio, per la fertilità. Col passare degli anni la festa si identificò sempre di più con il rituale della fertilità, tanto da essere associata alla sessualità, più che alla purificazione.
L’ira di Papa Gelasio I
La festa dei Lupercalia fu una delle festività pagane più radicate, tanto che nel V secolo d.C. nell’Urbe veniva ancora celebrata. Riti scandalosi per la cultura cristiana, disdicevoli per papa Gelasio I, che scrisse al Senato e nel 496 d.C. decise di abolire i Lupercalia senza se e senza ma. Un mese prima delle celebrazioni diede il divieto assoluto ai cittadini di partecipare a quegli assurdi riti che invocavano il demonio.
Per cancellare ogni riferimento alla sessualità, il papa decise di associare il momento culmine dei Lupercalia, il 14 febbraio, alla Purificazione della Vergine Maria (detta in seguito Candelora). La festa della Candelora più tardi venne anticipata da Giustiniano al 2 dello stesso mese, mentre il 14 febbraio fu invece associato a San Valentino Martire, che proprio in quei giorni di febbraio di quasi due secoli prima era stato decapitato per mano del soldato romano Furius Placidus.
Svuotata di ogni carica erotica, la festa della fecondità fu rimpiazzata dalla festa degli innamorati, il cui santo protettore era l’italianissimo vescovo di Interamna (oggi Terni), che accompagnava i fidanzati e li guidava verso il matrimonio. Leggende narrano che fu giustiziato, tra l’altro, proprio per aver unito in matrimonio matrimonio la cristiana Serapia e il legionario romano Sabino, pagano.
Chi era San Valentino
Sono tante le leggende e le storie legate a San Valentino Martire, per tutti il santo patrono degli innamorati. Questo non aiuta a ricostruire con precisione la vita e le gesta del santo, ma di certo ne aumenta il mistero e il fascino.
Secondo alcune fonti nacque a Interamna Nahars, l’attuale Terni, nel 176 d.C., era un vescovo romano consacrato da papa San Feliciano nel 197 e morì il 14 febbraio 273. Ma studi più recenti hanno rivelato che il vero santo ternano protettore dell’amore visse a Terni nel IV secolo e venne processato di nascosto nel 347: fu vittima degli ultimi colpi di coda dell’aristocrazia senatoria romana, ancora tutta pagana.
A partire dall’istituzione della festa all’inizio del VI secolo, il culto valentiniano si diffuse in tutta Europa e oggi viene venerato sia dai cattolici che dagli ortodossi e dagli anglicani. Eppure si tratta di uno dei santi più misteriosi: la sua storia è incerta e si perde tra omonimi, leggende e credenze. San Valentino ha persino una doppia tomba, una romana e una ternana.
Letteratura sul 14 febbraio
Sulla scia delle tante supposizioni e racconti che legano San Valentino al 14 febbraio e, soprattutto, agli innamorati, non possiamo non menzionare Geoffrey Chaucer e il potere della letteratura nell’affermazione del culto dell’amore. Abbiamo visto che la diffusione del culto valentiniano fu veloce e capillare in Francia e Inghilterra, soprattutto grazie all’opera dei monaci benedettini. Chaucer, il padre della letteratura inglese, cita San Valentino nell’opera The Parliament of Fowls (Il Parlamento degli Uccelli), poema scritto nel 1375 in onore delle nozze tra Riccardo II e Anna di Boemia, in cui associa la figura di Cupido al santo.
Se cerchiamo altre affinità con la data del 14 febbraio, proprio in quel giorno del 1400 a Parigi fu istituito l’Alto Tribunale dell’Amore, ispirato ai princìpi dell’amor cortese, un’istituzione che aveva il compito di risolvere controversie legate ai contratti d’amore, decidere sui tradimenti e sulle violenze domestiche.
La letteratura su San Valentino non finisce qui. Le lettere e i biglietti d’amore, d’altronde, si chiamano proprio così: Valentine. La prima di cui si ha testimonianza è quella scritta da Carlo, duca d’Orléans, alla sua seconda moglie Bonne d’Armagnac nel 1415, mentre era prigioniero nella Torre di Londra dopo la sua cattura nella battaglia di Agincourt: "Je suis déjà d’amour tanné, ma très douce Valentinée" ("Sono già malato d’amore, mia dolcissima Valentina").
Quella di scambiarsi lettere d’amore come rituale di corteggiamento è un’usanza antichissima, una tradizione molto diffusa sin dal Medioevo che continua a esistere fino ai giorni nostri, soprattutto nei paesi anglosassoni. La potenza anche commerciale delle valentine negli Stati Uniti portò all’avvio di un business incentrato sui biglietti a tema prodotti in massa dal marchio Hallmark: un vero successo.
Tornando alla letteratura, anche William Shakespeare parlava di San Valentino associandolo all’amore nell’Amleto, nelle parole di Ofelia: "Tomorrow is Saint Valentine’s day / All in the morning betime, / And I, a maid, at your window, / To be your Valentine" (Domani è il giorno di San Valentino, / Presto al mattino / Verrò al tuo balcone / Per essere la tua Valentina).