
Crepet ed effetto cringe: la domanda "migliore" è sullo zainetto
La domanda di Paolo Crepet sullo zainetto di scuola è la "migliore di tutte": l'analisi del giornalista e critico televisivo Antonio Dipollina
Lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet ha un grande seguito e i suoi spettacoli sono (quasi) sempre sold out. Come quello andato in scena al Teatro Malibran di Venezia, che è stato presentato su La7 l’1 agosto nello speciale ‘Sei felice?’. Ad analizzare lo show è stato il giornalista e critico televisivo Antonio Dipollina, che ha cercato di cogliere l’essenza del fenomeno culturale Crepet, tra “effetto cringe” e le tante domande poste dal professore al pubblico durante la sua conferenza. Tra queste, Dipollina ha eletto la “migliore“. Spoiler: è sullo zainetto di scuola.
Qual è la domanda “migliore di tutte” di Crepet (per Dipollina)
Antonio Dipollina ha messo sotto la lente di ingrandimento lo speciale di Paolo Crepet ‘Sei felice?’, tratto dal suo spettacolo teatrale al Malibran di Venezia. E lo ha fatto in un articolo su La Repubblica intitolato ‘Effetto cringe, Paolo Crepet chiede e noi muti‘.
Come ha evidenziato il giornalista, il pubblico appare sempre affascinato dalle riflessioni dello psichiatra, che spaziano tra temi come il rapporto genitori-figli, l’amore e la libertà. Riflessioni che spesso sono accompagnate da “domande a effetto”, come sottolineato da Dipollina, per portare anche gli spettatori a farne altrettante.
Tra questi quesiti, il critico televisivo ne ha selezionati alcuni: “Perché alla stazione nessuno si abbraccia più?”. “Perché nelle case non ci sono più i cerotti?”. “Come abbiamo potuto passare, nel rapporto coi figli, dal bieco autoritarismo al nulla assoluto?”. Infine ha designato “la migliore di tutte, rivolta ai genitori che ricoprono la prole di attenzioni: ‘Ma secondo voi la mamma di Lou Reed gli preparava lo zainetto al mattino?‘”.
Non è la prima volta che Crepet utilizza questa immagine. In un’intervista a Hoara Borselli dello scorso anno, per esempio, lo psichiatra definì “deficienti” i genitori che controllano o rifanno lo zaino di scuola ai propri figli, sottolineando che con questo tipo di atteggiamenti
“non facciamo altro che tarpare le ali ai nostri ragazzi”.
Perché lo spettacolo di Crepet è un “manifesto boomer” per Dipollina
“Col passare degli anni – ha proseguito Antonio Dipollina -, Crepet si è costruito il ruolo da brontolo accattivante che rimpiange i tempi in cui ci si ribellava davvero: la sua conferenza, infarcita di battute al momento giusto, è il manifesto boomer che dà corpo unico a molte istanze e pensieri malinconici di quelli della sua generazione”.
Il giornalista ha così citato un’altra domanda di Crepet come prova di questo “manifesto boomer”: “Ma secondo voi a Woodstock c’erano le mamme e i papà come succede oggi per i concerti negli stadi a cui si accompagnano i figli?”.
Dipollina ha però osservato che, insieme agli applausi, quando il discorso dello psichiatra scivola sui “guasti epocali” dei social network, almeno una parte del pubblico prova un “minimo di imbarazzo”.
“E tra una poesia di Charles Bukowski e un’altra invettiva brontolata da vecchio saggio che le ha viste tutte, tocca levarsi il cappello per il Crepet punto fisso da Bruno Vespa per decenni: e che ora si propone come l’ultimo ribelle di fronte alle assurdità del presente“, ha concluso Antonio Dipollina.
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