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Paolo Crepet Fonte foto: IPA

Crepet: "Mi sono stufato". Chi è il "maestro" per lo psichiatra

Paolo Crepet risponde alle domande dei genitori in tv e sbotta dicendo "mi sono stufato": a cosa si riferisce e chi è il "maestro" per lo psichiatra.

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Paolo Crepet torna a rispondere alle domande dei telespettatori nella rubrica ‘Lo dico a Crepet’ della trasmissione di La7 ‘Tagadà’. Nella puntata di ieri, lunedì 21 ottobre, si è parlato molto del rapporto tra i giovani e i social. Rispondendo alla domanda di una mamma, lo psichiatra è sbottato: “Mi sono stufato“. Dopo di che ha spiegato chi è e cosa fa il vero “maestro” (secondo lui).

Chi è e cosa fa il “maestro” secondo Crepet

Sono molti i genitori che contattano Paolo Crepet nella rubrica ‘Lo dico a Crepet‘, che va in onda su La7 durante ‘Tagadà’, il talk show condotto da Tiziana Panella. “Mia figlia non esce quasi mai di casa e parla con gli amici solo nelle chat, non a voce, nemmeno il pomeriggio dopo scuola. Passa tutto il tempo sui social. Cosa posso fare?”, ha chiesto una madre allo psichiatra.

Io un po’ mi sono stufato di questa nostra arrendevolezza di adulti“, ha esordito Crepet. “Cosa posso fare? – ha proseguito – Apro la porta, prendo questo cellulare e lo metto in cassaforte con la collana della nonna. E io e te ce ne andiamo a fare una bella passeggiata e tu mi dici che cavolo hai dentro. Perché questo fa il grande maestro“.

Lo psichiatra ha posto l’attenzione sul ruolo da educatore che ha il genitore, e ha spiegato chi è e cosa fa un maestro che educa. “Il maestro – ha detto – è quello che ti vede che stai uscendo dal gruppo, che non rispondi più, che hai cambiato modo di vivere, di collegarti con gli altri amici. E allora uno deve interferire con questo. Non si può andare a patti con il dolore. Bisogna esserci e quindi me ne devo accorgere”. E ha aggiunto: “Se poi mi sono accorto di una cosa sbagliata, chiedo scusa. Ma meglio accorgersi di una cosa sbagliata che far finta di una cosa giusta“.

I giovani e i social

Durante la trasmissione, Paolo Crepet ha parlato molto del rapporto tra i giovani e i social. Come ha sottolineato lo psichiatra, i social “non possono essere dei santini a cui noi ci inginocchiamo come a dire ‘fate di noi ciò che volete'”.

E ha proseguito: “C’è una parola che manca tra giovani, ma anche tra molti adulti. Questa parola è ‘dignità’. La dignità di dire ‘la mia vita me la faccio io'”.

“C’era una vecchia t-shirt che girava nei college americani quando ero giovanotto, dove c’era scritto ‘be you’, cioè ‘sii te stesso’ – ha raccontato -. Questo è il più grande insegnamento che una scuola può dare ad un ragazzo o una ragazza, ovvero che tu faccia quello che vuoi, perché siamo nel 2024 e puoi farlo. Basta che tu sia te stesso, non interpretare un copione“.

La lezione di Crepet ai giovani

“Ai ragazzi dico: quando andate a casa in quell’età dove uno si chiede che cosa farò da grande, ci sono due possibilità. La prima è che tu dici una cosa e tutti applaudono. Una vera banalità”. La seconda è che “tu ne dici un’altra e quasi tutti svengono. E questa scelta è geniale”.

Per Crepet i giovani hanno il diritto e il dovere di dire “faccio quello che mi pare e forse sbaglierò, anche 100mila volte, ma con il gusto di averlo scelto”. E ha fatto un esempio: “Pensate a quell’avvocato di 60 anni che bestemmia da 35 contro quel giorno in cui ha detto di sì a suo padre solamente perché aveva uno studio avviato”, ha concluso lo psichiatra.