Salta al contenuto
Giovani in fuga dall'Italia Fonte foto: iStock

Giovani in fuga dall'Italia: quanti sono (e quanti ritornano)

Sempre più giovani in fuga dall'Italia: quanti sono i ragazzi e le ragazze tra i 18 ed i 34 anni che si sono trasferiti all'estero e quanti ritornano

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Dopo la pandemia, il flusso di fuga dei giovani italiani verso l’estero è tornato a pieno regime. Ecco quanti sono i ragazzi e le ragazzetra i 18 ed i 34 anni che hanno lasciato l’Italia negli ultimi 13 anni e quanti sono quelli che ritornano.

In 13 anni 550mila giovani italiani si sono trasferiti all’estero

In 13 anni, dal 2011 al 2023, sono 550mila i giovani italiani tra i 18 ed i 34 anni che sono emigrati all’estero. Di questi, 100mila si sono trasferiti nel 2022 e nel 2023. A dirlo è il rapporto ‘I giovani e la scelta di trasferirsi all’estero‘, realizzato dalla Fondazione Nord Est sui dati Istat.

Se teniamo conto che nel medesimo lasso di tempo i rientri sono stati appena 172mila, il saldo negativo effettivo si attesta a 377mila giovani in fuga dall’Italia. Come specificato nel report, per ogni ragazzo che è arrivato in Italia dai Paesi avanzati, otto italiani hanno fatto le valigie e sono andati all’estero. L’Italia si piazza così all’ultimo posto in Europa per attrazione di giovani, accogliendo solo il 6% di europei, contro il 34% della Svizzera e il 32% della Spagna.

La maggior parte dei maggiorenni italiani under35 che si è spostato fuori dai confini nazionali proviene dalle regioni del Nord. Nello specifico, circa 100mila dal Nord-Ovest e quasi 80mila dal Nord-Est. Sud e Isole ne contano in totale 141mila, ma è importante tenere conto che sono molti i giovani che si spostano dal Meridione verso le regioni settentrionali per esperienze formative o professionali.

Questi numeri, hanno evidenziato gli esperti, potrebbero essere nettamente superiori, visto che in molti decidono di trasferirsi all’estero mantenendo la residenza nel luogo di origine.

Circa la metà di coloro che sono partiti hanno almeno una laurea triennale, mentre un terzo è diplomato. L’indagine ha stimato che al capitale umano uscito dall’Italia corrisponde un valore di circa 134 miliardi, cifra che potrebbe triplicarsi se si considera la sottovalutazione dei dati ufficiali. Inoltre si evidenzia che l’emigrazione, insieme al fenomeno di denatalità, ha conseguenze rilevanti e serie anche sul calo demografico.

Perché si decide di andare all’estero

Ma perché sempre più giovani italiani decidono di trasferirsi fuori dall’Italia? Dal sondaggio condotto dalla Fondazione Nord Est emerge che il 28% parte per necessità e il 23% per scelta. Tra i primi, molti cercano opportunità di lavoro migliori (26,2%) e una migliore qualità della vita (23,2%). Tra i secondi, c’è chi dà più valore a occasioni di studio e formazione (29,6%) e solo dopo di lavoro (21%).

A differenza di quanto si possa pensare, dunque, non si va all’estero per guadagnare di più. Solo il 10% degli intervistati expat ha detto che si è trasferito per ricercare un lavoro con un salario più elevato.

I giovani in fuga dall’Italia hanno una visione più positiva del futuro

I giovani provenienti dalle regioni del Nord Italia che sono emigrati, inoltre, stanno meglio di chi rimane in Italia. Come rilevato dalla ricerca, il 56% degli expat si dichiara soddisfatto del proprio livello di vita contro il 22% dei giovani che sono rimasti in Italia. L’86,4% di chi è emigrato crede che il proprio futuro dipenda dal proprio impegno, a fronte del 58,7% dei cosiddetti ‘remainers’.

La visione del futuro è nettamente più positiva tra chi ha lasciato l’Italia:

  • il 69,2% si aspetta un domani ‘felice’ (remainers 45,4%);
  • il 69,2% lo ritiene ‘ricco di opportunità’ (remainers 33,6%);
  • il 64,2% lo vede ‘migliore’ (remainers 40,1%).

Al contrario, tra gli under 35 che restano in Italia prevalgono le visioni negative:

  • il 45% teme un futuro ‘incerto’ (expat 38%);
  • il 34% lo vede ‘pauroso’ (expat 22,6%);
  • il 21% lo ritiene ‘povero’ (expat 6,1%);
  • il 17% lo immagina ‘senza lavoro’ (expat 3%).

Un expat su tre vuole rimanere all’estero

Benessere percepito, visione del futuro e condizione professionale spiegano perché il 33% degli expat ha intenzione di rimanere all’estero, contro il 16% che sa che ritornerà in Italia, prevalentemente per ragioni familiari.

Secondo i giovani che si sono trasferiti, la principale ragione per restare all’estero è la mancanza in Italia delle stesse opportunità di lavoro (circa 35%). Oltre il 20% degli intervistati ha detto che non vuole rientrare perché in Italia “non c’è spazio per i giovani”. Infine circa il 16% degli expat ha detto che vuole vivere all’estero perché la qualità della vita è migliore, mentre il 15% ha affermato che in Italia non c’è un “ambiente culturalmente aperto ed internazionale”.