
La frase di Crepet su genitori e figli è un caso: la sua reazione
Una frase sul rapporto genitori-figli pronunciata dallo psichiatra Paolo Crepet diventa un caso: la reazione dell'esperto e il suo chiarimento
Scoppia il caso intorno ad una frase pronunciata da Paolo Crepet sul rapporto genitori–figli. Qual è l’espressione finita nel mirino delle polemiche e la reazione dello psichiatra.
- La frase di Paolo Crepet che ha scatenato la polemica
- Il chiarimento di Crepet dopo il caso "Amore mio"
- Crepet sul rapporto genitori-figli
- Crepet sui bambini che vanno a scuola con il trolley
La frase di Paolo Crepet che ha scatenato la polemica
Tutto è iniziato a Bari, al Teatro Team, dove l’11 aprile Paolo Crepet ha tenuto il suo spettacolo ‘Mordere il cielo’. Durante il monologo, lo psichiatra ha rivelato quali sono, a suo avviso, le frasi che i genitori non dovrebbero dire ai figli. Tra queste, come riportato dal Corriere del Mezzogiorno, l’esperto ha menzionato l’espressione “stai tranquillo, amore mio”. E, rivolto ai giovani, ha aggiunto: “Quando sentite ‘amore mio’, scappate”.
Questa frase di Crepet è stata interpretata da molti come un monito a non utilizzare l’appellativo “amore mio” quando si parla con i propri figli scatenando una serie di polemiche.
Il chiarimento di Crepet dopo il caso “Amore mio”
Paolo Crepet ha approfittato di un’intervista a Rtl 102.5 per chiarire la sua dichiarazione. “Io non ho mai detto che dire ‘amore mio’ a un figlio è sbagliato – ha precisato lo psichiatra -. Questi sono i giochetti dei social. Io parlo un’ora e mezzo, uso l’ironia, e poi c’è qualcuno che, a mille chilometri di distanza, non ha ascoltato che tre minuti del mio intervento e tira fuori queste cose”.
Crepet ha ribadito: “Non ho detto che non bisogna dire mai ‘amore mio’, ho solo detto ai ragazzi ‘state attenti, dietro alla frase amore mio c’è l’inganno‘. Tipo: ‘amore mio stai qui, amore mio non ti allontanare, amore mio che vai a fare in un’università lontana’. Tutte queste cose – ha specificato – iniziano sempre con ‘amore mio’, che è una fregatura. Questo ho detto, non che in generale non si possa dire ‘amore mio’. Io l’ho detto molte volte a mia figlia, non sono Barbablù”, ha concluso Paolo Crepet.
Crepet sul rapporto genitori-figli
Durante l’intervista, Crepet ha riflettuto sul ruolo dei genitori e su come sia cambiata la figura genitoriale nel tempo. “Un genitore è un capitano, ha delle regole, e dovrebbe avere un ruolo di autorevolezza, che non vuol dire affatto autoritarismo – ha chiarito -. Dell’autoritarismo ne facciamo tutti a meno, ma se manchiamo di essere autorevoli c’è il nulla. E adesso c’è il nulla“.
Lo psichiatra ha proseguito sottolineando che è “una cosa bella e buona” che l’immagine del “papà che si sfila la cinta dei pantaloni” per colpire i propri figli appartenga al passato. Ma a quel mondo, ha aggiunto, “è succeduto il nulla, mi sembra evidente. Cioè i genitori oggi non sanno più cosa fare e sono terrorizzati”.
Crepet sui bambini che vanno a scuola con il trolley
Crepet ha poi raccontato di aver ricevuto una mail anonima piena di insulti per aver criticato la scelta di mandare i bambini a scuola con il trolley. “Nella mail mi si dice: ‘Ma lei non lo sa che senza il trolley diventano tutti gobbi?’. E allora dovremmo essere tutti gobbi. Io per esempio usavo l’elastico per portare i libri a scuola. Il libro ha un suo peso perché è una metafora“. Per lui, come ha più volte spiegato, il peso dei libri scolastici è una metafora della vita, che è faticosa e richiede impegno.
“Comunque non si preoccupino i genitori di oggi perché hanno vinto loro. Adesso arriva l’Intelligenza artificiale che permetterà a tutti i bambini e a tutti gli adolescenti del mondo di non portare niente a scuola”, ha concluso Crepet.