
La lezione di Vecchioni sulla Liberazione e gli studenti uccisi
La lezione in tv di Roberto Vecchioni sulla Liberazione di Napoli e gli studenti universitari uccisi dai nazisti: ecco cosa ha raccontato il Prof
Roberto Vecchioni ha tenuto in tv una lezione sulla Liberazione di Napoli. Il Prof ha ricordato anche i suoi zii, che hanno vissuto sulla loro pelle la dominazione tedesca. Uno di loro gli ha raccontato che nelle università i nazisti uccidevano gli studenti e, mentre compivano queste atrocità, esigevano un pubblico. Ecco le parole del cantautore.
- Prof Vecchioni e la lezione sulla Liberazione di Napoli
- Vecchioni: "Tedeschi crudeli, uccidevano gli studenti"
- Vecchioni racconta com'è stata liberata Napoli
Prof Vecchioni e la lezione sulla Liberazione di Napoli
Nella puntata del 12 aprile di In altre parole, Roberto Vecchioni è ‘salito in cattedra’ e ha offerto a tutti una lezione sulla Liberazione di Napoli, città natale dei suoi genitori. In vista del 25 aprile, il Prof ha raccontato il dramma dell’invasione nazista a partire dal 1943, anno della sua nascita. Suo padre e sua madre si erano trasferiti al Nord, dove è nato, ma nella città partenopea continuavano a vivere i suoi 12 zii con le loro famiglie.
“Napoli nel 1943 era sotto assedio – ha iniziato Vecchioni -. I tedeschi ammazzavano, spargevano lutti ovunque e la gente veniva ammazzata per niente. Per ogni tedesco abbattuto, cento napoletani pagavano. Era una cosa tremenda”.
Il Prof ha proseguito: “I napoletani hanno una storia meravigliosa e durissima. Hanno sempre avuto dominazioni, gli Svevi, gli Angioini, gli Aragonesi, gli spagnoli. Ma quella dei tedeschi è stata la prima dominazione violenta. I napoletani sono sempre riusciti a far diventare napoletani gli altri. Questa volta (sotto la dominazione tedesca), invece, la la napoletanità gli è stata tolta”.
Vecchioni: “Tedeschi crudeli, uccidevano gli studenti”
Vecchioni ha continuato la sua narrazione riportando quanto detto da un suo zio sui nazisti nelle università: “I tedeschi erano crudeli. All’università uccidevano gli studenti e volevano un pubblico davanti. Un mio zio, che era uno studente, si salvò perché si nascose in platea“.
Oltre all’orrore dell’invasione e della guerra, in quel periodo Napoli stava fronteggiando anche il problema dell’assenza di acqua. I bombardamenti, infatti, avevano distrutto l’acquedotto. “Il dramma dell’acqua è una delle cose peggiori che è successa in quegli anni”.
Rifacendosi sempre ai racconti dei parenti, il Prof ha riferito: “Due dei miei zii sono usciti da Napoli con grande fatica e sono andati fino al fiume Volturno con le taniche per prendere l’acqua. Il problema è che, quando sono tornati indietro, i tedeschi li hanno fermati e gli hanno svuotato tutte le taniche. Per fortuna gli hanno lasciato la vita”. E portando in studio una nota di ilarità ha aggiunto: “Il più giovane dei miei zii l’ha fatta bella. Aveva 17-18 anni e andava a bere l’acqua delle acquasantiere in chiesa”.
Vecchioni racconta com’è stata liberata Napoli
Dunque, come è stata liberata Napoli? Come spiegato da Vecchioni nella sua lezione, è tutto frutto di uno “sforzo di popolo“, ovvero dell’insurrezione popolare passata alla Storia come le quattro giornate di Napoli, tra il 27 ed il 30 settembre 1943.
“Un’azione comune sparpagliata – ha ripreso il Prof -. Non ci sono comandi veri e propri, ci sono gruppi con comandanti vari: uno della Marina, uno dell’esercito, ma anche avvocati e professori. Napoli non ha una partigianeria vera e propria, non si attacca al gruppo partigiano di Roma, è una resistenza personale“.
I tedeschi, ha proseguito, “erano asserragliati sul Vomero, che è la parte alta di Napoli. La loro roccaforte era il giardino della Floridiana e anche lo stadio Littorio in cui mettevano i prigionieri. Ma i napoletani non si sono fatti fo***re dai nazisti”.
Prof Vecchioni ha concluso: “I nostri amici alleati sono arrivati il primo ottobre da Nocera Inferiore quando i napoletani avevano già vinto. Napoli è stata la prima città in Europa che si è liberata da sola“.