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Crepet Fonte foto: ANSA

La profezia di Crepet sugli smartphone: "Sarà troppo tardi"

Crepet torna a parlare dei pericoli connessi all'uso degli smartphone e lancia la sua 'profezia': "Quando ne prenderemo coscienza sarà troppo tardi"

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Paolo Crepet è tornato ad attaccare gli smartphone e l’uso che ne viene fatto, soprattutto da parte dei più giovani. La profezia dell’esperto: “Quando ne prenderemo coscienza sarà troppo tardi“. Ecco cosa ha detto.

Crepet: “Gli smartphone andrebbero vietati fino ai 18 anni”

Il noto psichiatra e sociologo Paolo Crepet ha lanciato un nuovo allarme sui cellulari: “L’uso dello smartphone andrebbe vietato per legge fino ai 18 anni, ossia per tutto il periodo della formazione“, ha affermato in un’intervista a StartupItalia.

Secondo l’esperto, l’utilizzo di questi dispositivi non solo influisce negativamente sull’apprendimento, ma contribuisce anche ad un cambiamento antropologico che altera le dinamiche sociali. “Si diventa più intelligenti senza cellulare”, ha dichiarato, sottolineando come oggi ragazzi e ragazze fanno ricerche in pochi secondi grazie a Google e agli strumenti di Intelligenza artificiale, ma sarebbe meglio che si dedicassero ad un’analisi approfondita attraverso libri e vocabolari.

Per questo Crepet auspica che l’Europa segua l’esempio dell’Australia, che ha vietato l’uso dei social media agli under 16, regolamentando “anche in modo più rigido” l’uso degli smartphone tra i giovani.

Lo psichiatra ha proseguito la sua riflessione criticando l’atteggiamento di “costante genuflessione” nei confronti delle grandi aziende tecnologiche. “Ma se affermi questo – ha aggiunto – vieni costantemente tacciato di essere passatista o boomer”. Secondo lui, invece, il vero “nemico è nello smartphone”, che “abbiamo sempre tra le mani”, visto l’impatto negativo che ha sulle relazioni sociali.

Crepet ha raccontato che già in passato aveva messo in guardia sui pericoli legati all’uso eccessivo della tecnologia. All’epoca, ha spiegato, le sue affermazioni furono accolte con scetticismo, ma oggi molti riconoscono la validità delle sue preoccupazioni: “Lo smartphone è un cambiamento antropologico che contribuisce a far avvicinare edicole e biblioteche. Quando ne prenderemo coscienza sarà troppo tardi”.

Crepet sugli psicologi a scuola: “Marketing dell’ansia”

Oltre a esprimere preoccupazioni sull’uso degli smartphone, durante l’intervista Paolo Crepet si è soffermato anche sulla salute mentale dei giovani e sul ruolo degli psicologi nelle scuole.

Secondo lui, c’è una tendenza tra i ragazzi e le ragazze ad “annacquare le emozioni, a neutralizzarle”, piuttosto che viverle pienamente. L’emotività, invece, “va stimolata” ed è importate promuovere un sano modo di volersi bene. In questo contesto, l’esperto ha osservato che i genitori, che dovrebbero avere un ruolo di guida nella formazione anche emotiva delle nuove generazioni, “come i professori si lamentano di tutto” vivendo in uno stato di “connessione permanente e mancanza di attenzione”.

E sul fatto che si parla sempre di più di salute mentale giovanile, lo psichiatra ha detto: “C’è un’enfasi anomala su questi temi che portano a sottolineare questo aspetto come se i giovani vogliano dire essere malati. Piuttosto vuol dire essere fragili. Bisogna ascoltare questa insicurezza e comprendere questa fragilità, ma non va gestita come una diagnosi“. Ciò che si sta sviluppando, secondo il sociologo, è un “marketing dell’ansia“, che “dà lavoro a tutti i professionisti che popolano le scuole. Io li definisco una rete di santoni di vario genere. Nessuno si ribella a tutto questo ed è incredibile”, ha concluso Paolo Crepet.