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Vecchioni Fonte foto: ANSA

Per Prof Vecchioni i giovani sono "messi male": di chi è la colpa

Roberto Vecchioni, ospite di Domenica In, ha detto che i giovani di oggi sono "messi male": perché e di chi è la colpa secondo il prof cantautore

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Roberto Vecchioni ha condiviso le sue riflessioni sulla condizione dei giovani d’oggi durante un’intervista a Domenica In. Con un’esperienza di oltre 60 anni nell’insegnamento, il prof ha osservato un cambiamento significativo nei ragazzi, dicendo che la nuova generazione, rispetto alle passate, è “messa male“. Perché e di chi è la colpa secondo il cantautore.

Perché per Vecchioni i giovani di oggi sono “messi male”

“Io lavoro con i ragazzi da tantissimi anni, ormai da 60. E sono loro ad aver dato molto a me, mi hanno insegnato davvero tanto. Ho visto crescere generazioni e generazioni. Ma mai come questa generazione siamo messi male”. Roberto Vecchioni, ospite di Mara Venier nella puntata di Domenica In del 30 marzo, ha parlato della condizione dei giovani d’oggi, che ha definito “fragili, deboli e insicuri“.

Il professore ha sottolineato che “la colpa non è dei ragazzi”. Per Vecchioni la società in cui viviamo presenta sfide enormi, e i giovani si trovano a dover affrontare una realtà complessa e spesso opprimente.

Oggi c’è tanta mediocrità – ha affermato -, una vera sfasatura tra i ragazzi e la vita, cioè vedono questa vita orribile che noi grandi costruiamo, e si nascondono inventano un loro linguaggio, un loro modo di essere. E sono veramente deboli di fronte alla vita. Succedono cose tremende, lo leggiamo sui giornali, come il bullismo“.

In questo contesto, “noi non li correggiamo, non li aiutiamo per niente“, ha detto. Mentre il ruolo degli adulti, per il prof, dovrebbe essere proprio quello di insegnare e educare le nuove generazioni alla vita.

Cosa significa insegnare per Prof Vecchioni

Vecchioni ha continuato: “Insegnare significa mettere dei segni dentro a un ragazzo, non obbligarlo“. Mentre educare vuol dire “‘educere’, cioè tirar fuori dal ragazzo tutto quello che ha dentro”, ha spiegato.

Per il prof, dunque, insegnare non significa solo impartire nozioni, ma soprattutto condurre i giovani in un processo di scoperta dell’esistenza e, conseguentemente, di crescita. “L’esistenza va capita lentamente, goccia per goccia – ha proseguito -. E secondo me dell’esistenza bisogna considerare tutto ciò che a prima vista sembra inutile, come la cultura“, che a suo avviso aiuta a capire chi sei e chi vuoi essere e a “correggersi dentro perché vedi gli altri, perché ti confronti, e anche perché ti innamori”.

Ed è proprio nell’amore che Roberto Vecchioni vede un’ancora di salvezza per i giovani (e non solo). “Un amore che non sia di un giorno, di una mezzora, di un’ora, ma un amore che prenda le sue radici da quello che è l’amore nel mondo, che devi alimentare finché è possibile. L’amore ti salva, è questa la cosa fondamentale”, ha concluso.

Secondo Vecchioni i giovani devono avere dei maestri

Roberto Vecchioni aveva già parlato dell’assenza di una guida per i giovani d’oggi durante la puntata del 15 marzo di In altre parole, il programma di La 7 condotto da Massimo Gramellini.

“Per anni in Italia i ragazzi non si sono resi conto che la vita è una cosa che bisogna lentamente scegliere, ma per farlo è necessario avere dei maestri – ha detto il prof -. Se i genitori non cominciano ad essere anche dei maestri, nel senso dolce della parola, non avremo mai dei ragazzi con principi solidi, che pensano che la cultura è fondamentale, che l’amore è fondamentale più delle altre cose, più dei soldi, del lavoro, del potere, di tutte queste scemenze qui”.

E ha concluso: “Io di soldi non ne ho tantissimi, ma potevo farne. Ma perché? Non ha nessun senso avere questa quantità di capacità di comprare di qua e di là, di su e di giù. Io, personalmente, sono felice della mia normalità, in mezzo alla mia famiglia. E lo sarò sempre”.