Salta al contenuto
prof Vecchioni ANSA

Perché bisogna studiare Ennio Flaiano (secondo prof Vecchioni)

Perché bisogna studiare Ennio Flaiano? Prof Vecchioni rivela il valore di un autore "fuori dall'ovvio" offrendo una lezione di letteratura ai giovani

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Scrittore, sceneggiatore e giornalista abruzzese, Ennio Flaiano è stato una figura di spicco del cinema e della letteratura italiana del Novecento. Ma perché andrebbe studiato a scuola? A rispondere a questa domanda è stato il cantautore e prof Roberto Vecchioni, che sul palco della 52esima edizione dei Premi Flaiano per la Letteratura ha ricevuto il Pegaso d’Oro Speciale.

Cosa si impara studiando Ennio Flaiano per prof Vecchioni

Roberto Vecchioni è stato premiato con il Pegaso d’Oro Speciale alla 52esima edizione dei Premi Flaiano per la Letteratura. Il cantautore e professore ha ricevuto il riconoscimento durante la cerimonia che si è svolta a Pescara il 28 giugno.

Nel suo discorso di premiazione, come riportato da IlPescara, Vecchioni ha elogiato l’intellettuale pescarese a cui è dedicato il premio letterario, Ennio Flaiano: “L’ho sempre adorato perché è un sottovalutato, è uno che è fuori dall’ovvio”, ha detto.

E ha proseguito: “Studiando Flaiano si impara che la letteratura non è sempre uno sforzo meticoloso e spaventoso per dire cose grandiose che dovete capire solo da me, ma che c’è anche un modo di esprimere le cose in maniera più fatua, più semplice, e arriva lo stesso. Le poche cose che racconta Flaiano nei suoi ‘ritagli’ valgono un romanzo”. Questa visione di una letteratura accessibile ma profonda, capace di comunicare verità anche attraverso la leggerezza, è un insegnamento che Vecchioni ha sempre voluto trasmettere ai suoi studenti.

Vecchioni, maestro della “parola” nella musica come nell’insegnamento, ha sottolineato che questa “può fare innamorare e allo stesso tempo disinnamorare, che ti può illudere e che ti può deludere”, ma che “è tutto”, proprio come ha insegnato Flaiano.

Infine, Vecchioni ha dedicato un pensiero ai giovani che “vengono ascoltati pochissimo, hanno un destino con pochissime prospettive sia di lavoro che di anima”. Per difendersi da questo mondo “brutto”, ha aggiunto il prof, i ragazzi e le ragazze “hanno creato un loro linguaggio che per noi, anche per la musica che ascoltano, è incomprensibile”. Ed è proprio a loro che, secondo Vecchioni, va ricordato che “la cultura italiana anche oggi dà punti alla cultura di tutto il mondo”.

Chi è Ennio Flaiano: studi e carriera

Ennio Flaiano, nato a Pescara nel 1910 e morto a Roma nel 1972, è stato una delle figure più brillanti e poliedriche del panorama culturale italiano del XX secolo. La sua vita fu caratterizzata da continui spostamenti durante l’infanzia, tra scuole e collegi in diverse città italiane, tra cui Camerino, Senigallia, Fermo e Chieti, prima di stabilirsi a Roma nel 1922. Nella capitale, Flaiano si diplomò al liceo artistico per poi iscriversi alla facoltà di architettura, senza però mai conseguire la laurea.

Fu un prolifico giornalista, collaborando con testate di prestigio come ‘Oggi’, ‘Il Mondo’, ‘L’Europeo’ e il ‘Corriere della Sera’, dove curò rubriche di critica teatrale e cinematografica.

Fu anche un apprezzato drammaturgo, esordendo nel 1946 con ‘La guerra spiegata ai poveri’. Ma è nel campo della sceneggiatura cinematografica che Flaiano raggiunse la fama internazionale, grazie soprattutto alla sua fondamentale collaborazione con il regista Federico Fellini. Contribuì in modo significativo ai soggetti e alle sceneggiature di alcuni dei film più celebri di Fellini, tra cui ‘La strada’, ‘La dolce vita’, ‘8½’, ‘I vitelloni’, ‘Le notti di Cabiria’ e ‘Giulietta degli spiriti’. Lavorò anche con altri grandi registi, tra cui Michelangelo Antonioni e Luis García Berlanga.

Come scrittore, Flaiano esordì nel 1947 con il romanzo ‘Tempo di uccidere’, opera che gli valse il Premio Strega, rendendolo il primo vincitore assoluto di questo riconoscimento. Tra le sue opere più note si annoverano anche ‘Diario Notturno’ (1956), ‘Una e una notte’ (1959) e ‘Il gioco e il massacro’ (1970), con cui vinse il Premio Campiello. Gran parte della sua produzione letteraria fu pubblicata postuma, come ‘La solitudine del satiro’ (1973) e ‘Autobiografia del Blu di Prussia’ (1974).