
Perché ChatGPT ci sta uccidendo, il nuovo attacco di Schettini
Perché "ChatGPT ci sta uccidendo" secondo Vincenzo Schettini: il nuovo attacco del prof de 'La fisica che ci piace' contro l'Intelligenza artificiale
Vincenzo Schettini, il prof di fisica più amato del web, ha lanciato un nuovo attacco contro l’intelligenza artificiale spiegando perché, a suo avviso, “ChatGPT ci sta uccidendo“. Lo ha fatto in un video pubblicato su YouTube, dove l’insegnante-influencer ha offerto una riflessione sui rischi dell’IA che parte dal vissuto quotidiano, dalle abitudini dei giovani e dalla sua personale esperienza.
Per prof Schettini ChatGPT “ci sta uccidendo”
Secondo Vincenzo Schettini, l’avvento dell’intelligenza artificiale, e in particolare di strumenti come ChatGPT, sta generando un “dramma” che riguarda le nostre relazioni e sentimenti. Dopo aver già affrontato il “casino” dell’intelligenza artificiale in tema di apprendimento, in un nuovo video su YouTube il prof ha evidenziato che l’IA “ci sta uccidendo” perché sta minando le basi del nostro stare insieme, rendendoci “sempre più soli”.
L’insegnante ha ricordato come ai suoi tempi, quando la rete non c’era, studiare significava riunirsi con gli amici nelle case, condividere sessioni di studio, pranzare insieme. Questa pratica, ha sottolineato, non solo favoriva l’apprendimento, ma soprattutto ti portava a stare con gli altri.
Fino a 30 anni fa, ha proseguito, l’unica alternativa alla TV era il telefono fisso, che forzava l’interazione umana: si passavano ore a parlare, a superare l’ansia di chiamare, a pagare bollette salate per mantenere un contatto. Detto in altre parole, “si cercavano gli altri esseri umani“, ha evidenziato Schettini. E l’innamoramento richiedeva di “andare in discoteca, avvicinarsi agli altri”, con tutte le emozioni e le paure del caso, senza l’ausilio di app di incontri.
Il prof ha poi raccontato che quando chiede ai suoi studenti se si incontrano il pomeriggio per studiare insieme “mi guardano come a dire ‘ma che stai a dì’. Lì è scattato il mio campanello di allarme – ha ammesso -. Qui c’è qualcosa che non va”.
L’attacco di prof Schettini sull’IA e la solitudine
“Voi mi direte che non è solo una questione di intelligenza artificiale, ma di tutta la rete, del digitale, del telefonino – ha proseguito -. Sì, ma l’intelligenza artificiale sta esasperando ancora di più tutto. Con l’avvento dell’intelligenza artificiale, l’attaccamento al telefono è diventato ancora più morboso“.
Da qui la sua amara riflessione: “E quindi secondo me non si incontrano più gli altri per studiare. Secondo me non si corteggia più perché non si ha neanche più voglia di corteggiare. Secondo me non si ha più voglia neanche di incontrare un amico o un parente”.
Per prof Schettini, tutto questo si traduce in una inevitabile crescita della solitudine. Il professore ha così espresso profonda preoccupazione per il fenomeno degli Hikikomori, ragazzi che si chiudono in camera azzerando i rapporti sociali. Se prima questi casi sembravano lontani o limitati a specifiche realtà come il Giappone, ora, come ha sottolineato il docente, sono in aumento anche in Italia.
Schettini ha poi posto l’attenzione su un’altra questione: le app principali e i motori di ricerca stanno integrando sempre di più l’intelligenza artificiale, che è diventata “la prima fonte di ricerca per tutti”.
“Ma ricordiamoci che la giornata è fatta ancora da 24 ore – ha osservato il prof -. Non è che con l’avvento del digitale le 24 ore siano diventate 48. Quindi il tempo che passiamo sul telefono, di cui l’intelligenza artificiale occupa una discreta parte e ne occuperà sempre di più, lo toglie ai rapporti umani”. Così “diventeremo sempre più soli e soffriremo sempre più di solitudine“, ha concluso Vincenzo Schettini.