Salta al contenuto
Insegnanti Fonte foto: iStock

Perché gli insegnanti sono in fuga da Milano e dove si spostano

Gli insegnanti sono in fuga da Milano, lo dicono i dati sulla mobilità pubblicati dal ministero dell'Istruzione: perché e dove si spostano i docenti

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Il ministero dell’Istruzione e del Merito ha pubblicato i dati sulla mobilità del personale docente per l’anno scolastico 2024-2025, dai quali è emerso che gli insegnanti sono in fuga dalla provincia di Milano. Ecco perché e dove si spostano.

Perché gli insegnanti vogliono lasciare Milano

796 insegnanti lasceranno Milano per prendere servizio in altre province lombarde o fuori regione. Questo è emerso dalla pubblicazione dei dati sulla mobilità scuola per l’anno scolastico 2024-2025. Circa il 15% si sposterà in altre province lombarde, dove le mete predilette sono Bergamo, Brescia e Monza e Brianza. La maggior parte dei docenti, invece, è in partenza per le regioni del Centro e del Sud Italia, puntando soprattutto ad un posto nel Lazio, in Sicilia (con la provincia di Catania al primo posto), in Campania (Napoli in primis), e in Puglia (soprattutto a Bari). Soltanto un insegnate si trasferirà in Molise, mentre non è arrivata nessuna richiesta per la Sardegna.

Come spiegato da ‘Il Corriere della Sera’, l”esodo’ degli insegnanti che lavorano a Milano è dovuto al costo della vita, che nel capoluogo lombardo è diventato insostenibile per molti, docenti compresi. Per questo, chi vuole trasferirsi ha scelto altre province della Lombardia, “probabilmente attirati dal minore costo degli affitti”, e città di altre regioni in cui la vita costa meno.

A Milano mancano insegnanti

Al netto dei trasferimenti, un’elaborazione di Cisl Scuola ha calcolato che per il prossimo anno scolastico si sono ‘liberate’ 5.596 cattedre a Milano e provincia. Nelle scuole dell’infanzia saranno 331 i posti liberi, di cui 146 per il sostegno, e 2.761 alle elementari (1.527 per il sostegno). Alle medie invece saranno 1.022, di cui 436 per il sostegno, e 1.482 alle superiori (74 per il sostegno).

Per le assunzioni a tempo indeterminato saranno quindi a disposizione 2.183 posti sul sostegno e 3.413 sulle materie“, ha spiegato il segretario generale Cisl Scuola Milano Massimiliano Sambruna a ‘Il Giorno’.

Il sindacato ha stimato che saranno le scuole elementari ad essere più in difficoltà, mancando all’appello 355 insegnati. I numeri “ci mostrano come l’avere assunto dalla prima fascia delle graduatorie provinciali dei supplenti abbia ridotto i disagi anche nel sostegno, dove ci sono 776 posti in meno da coprire rispetto allo scorso anno – ha continuato il segretario di Cisl Scuola Milano –. Mentre per la mancanza di candidati al concorso per le primarie, i pochi che sono stati assunti lo scorso anno non erano sufficienti a coprire i trasferimenti e i pensionamenti”.

Per capire cosa accadrà nel prossimo anno scolastico, bisognerà attendere i concorsi in atto. “Non sappiamo ancora se si farà in tempo a stabilizzare tutti oppure no”, ha specificato Sambruna. Ma, ha ammesso, “la vedo dura, visto che per alcune classi di concorso non è ancora cominciato l’orale“. Ed ha aggiunto: “Se non finiranno in tempo per il 31 agosto o se non ci sarà una deroga, si attingerà ancora dalle graduatorie dei supplenti”.

L’organico docenti rispetto all’anno scorso è stato confermato, anche se ci saranno degli aggiustamenti dovuti ai trend demografici: infatti, serviranno meno insegnanti alle primarie e più alle superiori. Alle elementari, però,” resta il problema del tempo pieno”, ha ricordato Sambruna, che è stato “richiesto dal 96,2% delle famiglie, ma lo si riesce a garantire al 93,5%”.